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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 3°/2008

 

Laici e cattolici su sponde rivali?

 

Dopo quanto è accaduto all’Università “La Sapienza “ di Roma - di cui si avrà un eco anche nella prossima seduta del consiglio comunale della nostra città, convocata per il 23 gennaio, con l’esame di una mozione che invita a difendere “Benedetto XVI dalla censura e dalle ideologie” - e nell’imminenza della discussione, sempre nella medesima sede di Villa Greppi, di altre mozioni su unioni civili e “prevenzione dell’aborto e sostegno alla maternità” torna utile, a nostro parere, qualche riflessione. 

 

C’è un nodo - ha scritto al Presidente della Repubblica il Vescovo di Verona, nello scorso ottobre -  «che da troppi anni tiene come avvinghiati gli italiani, paralizzando il confronto e il dibattito culturale e politico. Si tratta della cosiddetta questione che vuole distinti e distanziati, e non di rado contrapposti, "laici e cattolici". Questa logica si è talmente radicata e fossilizzata da essere divenuta un luogo comune… Dunque, laici e cattolici su sponde rivali. Anche in Parlamento. E la cosa fluisce come dato di tutta serietà. Viene però spontaneo l'interrogativo: la Repubblica italiana è uno Stato laico o cattolico? La risposta, universalmente condivisa, non può essere che una: è laico! La conclusione logica che ne consegue è che, allo Stato laico, appartengono i laici! Ma allora i cattolici, a quale Stato appartengono? Chiunque avverte l'insostenibilità del binomio dialettico "laici e cattolici", in contrapposizione...
Se laico significa cittadino, tutti i parlamentari sono laici. Laico è sostantivo. O, per ricorrere ad un'analogia della matematica, funziona da minimo comune denominatore. La laicità sta infatti ad indicare l'insieme dei valori civili condivisibili che costituiscono il fondamento di una vita democratica "civile" di alta qualità. Il termine "cattolico", invece, è una delle sue possibili qualificazioni ispirative. Il cattolico è un cittadino che trova la sua fonte culturale valoriale nel cattolicesimo. Perciò è un "laico cattolico". Altri saranno laici liberali, socialisti, riformisti... agnostici.
È proprio la laicità, quale minimo comune denominatore, che fa da garanzia del rispetto e della valorizzazione delle specificità. Da ciò deriva che anche il laico cattolico, non meno degli altri laici, è autorizzato ad esprimersi pubblicamente nella sua identità qualificante di cattolico, senza doversi criptare o censurare...
Se tutti siamo riconosciuti cittadini, abbiamo una base comune che sta a fondamento delle relazioni civili interpersonali. Nello stesso tempo, ognuno, in forza della sua matrice culturale, contribuisce alla crescita dell'organicità del nostro vivere sociale. Il tutto in funzione di quel bene comune che esige convergenza integrativa delle identità differenziate, come avviene tra le membra del corpo umano, e mai contrapposizione… 
Il cristiano è educato dal Vangelo ad essere un cittadino con forte senso di responsabilità sociale e civile. Sicché il cattolico non è meno laico per il fatto di essere cattolico. Si auspica che non debba mai essere costretto ad essere meno cattolico perché laico. Ne scadrebbe la qualità della laicità. Un autentico cattolico è sempre un ottimo laico, capace di farsi carico delle problematiche del vivere sociale, come dimostrano tante opere concrete di vicinanza e attenzione fattiva verso le persone più svantaggiate. Lo è perché sospinto dall'interno, dai suoi cromosomi spirituali che attingono linfa dal Vangelo, ad essere cittadino di eccellente qualità ...
Noi riteniamo la laicità, come tratteggiata, un segno irreversibile di avanzata civiltà. Ma la laicità mai si traduca in anti-cattolicità. Da qualunque fronte si sprigioni la sua virulenza nefasta. Non dunque "cattolici e laici", solo in cerca di possibili raccordi, ma laici di ogni matrice culturale capaci di creare alleanza per il bene comune della nostra Nazione italiana.».

 

Come già scritto, all’ordine del giorno della prossima seduta del consiglio comunale della nostra città ci sono temi importanti, non tanto per il loro peso amministrativo, quanto per la loro rilevanza etica.

Gli attuali consiglieri hanno dimostrato, nei precedenti dibattiti, vivacità e capacità di andare oltre i soliti schemi. Ci auguriamo, quindi, che l’imminente confronto non sia influenzato da pregiudizi ideologici o di schieramento ma sia franco, sereno ed aperto. Nella consapevolezza, come è stato autorevolmente sostenuto, che una comunità civile, come più in generale una democrazia, ha bisogno di un capitale sociale (l’insieme delle persone che possono costituire una risorsa in caso di necessità di qualsiasi tipo), di fiducia e di un quadro di valori condivisi, senza i quali degenera in pura amministrazione conflittuale di interessi contrapposti.

 

Negli scorsi giorni due Suore Marcelline, nate a Cernusco e residenti nel Collegio di via Marcelline, hanno compiuto 100 anni. A loro i nostri affettuosi auguri. 

Carlo & Ambrogio

 

Cernusco sul Naviglio, 19 gennaio 2008     

 

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