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HOME > La Nota della Settimana > N° 39/2012

CITTADINANZA ONORARIA AI MINORENNI STRANIERI

 

Il consiglio comunale della nostra città, nella seduta dello scorso 8 novembre, ha approvato un atto di indirizzo per il riconoscimento simbolico della cittadinanza italiana ai minori stranieri nati in Italia e residenti nel nostro Comune. La proposta fa seguito a una iniziativa lanciata da Unicef Italia, che ha chiesto ai sindaci italiani di conferire - il prossimo 20 novembre, giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza - ai cittadini stranieri minorenni nati nel nostro Paese la cittadinanza onoraria.

In Italia, come ricorda l’Unicef, «attualmente, secondo la legge n. 91/1992, che disciplina la materia, il minorenne che nasce in Italia da genitori residenti e non cittadini diviene titolare di permesso di soggiorno temporaneo che deve essere rinnovato dai familiari fino alla maggiore età, in contrasto con la legislatura italiana che ha recepito la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia con la legge n. 176 del 27 maggio 1991». L’invito che ha rivolto ai Comuni d’Italia il Comitato italiano del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia è, quindi, di «conferire la cittadinanza onoraria a tutti i bambini di origine straniera nati in Italia che vivono sul proprio territorio». Ad oggi sono 61 i comuni italiani che hanno aderito all’appello dell’Unicef.

Il Sindaco, Eugenio Comincini, nell’ultima seduta del consiglio comunale ha ricordato ai consiglieri che in Italia vale il principio dello ius sanguinis: si è cittadini italiani se nati da genitori italiani; mentre in altri Paesi vige il principio dello ius soli, si acquisisce la cittadinanza della nazione dove si è nati. Comincini ha poi fatto presente che nel nostro Paese abbiamo ormai la seconda generazione di immigrati, che sono nati e vivono in Italia, che parlano la nostra lingua e condividono le nostre tradizioni, ma non possono essere cittadini italiani perché le leggi del nostro Paese al momento precludono questa possibilità di essere cittadini italiani. Nell’attesa che il Parlamento nazionale si pronunci sul cambiamento di questa normativa, il Sindaco ha invitato il consiglio comunale ad approvare la proposta fatta dall’Unicef Italia. Secondo i dati forniti dal Primo cittadino, nel nostro Comune, i minori stranieri nati in Italia e residenti in città sono 240, pari al 4% della popolazione cernuschese che ricade in questa fascia d’età (5.866). Quasi tutti d’accordo sull’atto di indirizzo proposto da Comincini: contrario solo il consigliere della Lega nord, Cristian Mandelli, perché ritiene che “non deve essere sminuito il valore della cittadinanza. Per i minori esiste già la possibilità, al compimento del 18° anno d’età, di decidere se diventare oppure e no cittadini italiani. La cittadinanza dovrebbe essere il risultato di un lungo percorso di integrazione e non qualcosa di dovuto.” La cittadinanza onoraria sarà conferita il prossimo sabato 24 novembre, alle ore 15, nel corso di un’apposita cerimonia che si terrà all’Auditorium Maggioni.

Nello scorso aprile anche il Consiglio pastorale della nostra Diocesi aveva diffuso un appello per una riforma della legge sulla cittadinanza. In quel documento si affermava che occorre “come comunità cristiana, affrontare le sfide dell’immigrazione non solo sul piano degli interventi caritativi ed emergenziali ma anche e soprattutto su quello educativo, culturale e pastorale, affinché si pongano le condizioni di quel vivere insieme (convivenza), principale obiettivo da perseguire di fronte all’attuale fenomeno migratorio”. Il Consiglio pastorale diocesano auspicava inoltre “un sereno confronto tra politici e istituzioni per una valutazione serena e obiettiva delle norme sull’immigrazione, in rapporto al rispetto della dignità umana, alla tutela della vita e della famiglia, alle esigenze di giustizia sociale” e aveva rivolto un appello ai politici “affinché promuovano una riforma delle norme sull’acquisizione della cittadinanza italiana, riconoscendola ai minori stranieri nati in Italia, senza dover attendere la maggiore età, eliminando così limitazioni a diritti e facoltà ingiuste e non comprensibili per chi è di fatto sin dalla nascita inserito nella vita civile e sociale del Paese”.

Se i bambini e i ragazzi cresciuti in Italia da genitori stranieri potranno condividere con i loro coetanei il futuro, ne deriverà un bene per tutti. Oggi i bambini e i ragazzi di origine straniera nati nel nostro Paese sono oltre cinquecentomila, costituendo una percentuale significativa dell'intera popolazione scolastica. Si tratta di minori che, pur avendo una tradizione che parte da lontano, crescono e maturano all'interno della nostra cultura e usano la nostra lingua. Per questo è auspicabile che l'appartenenza di questi bambini alla comunità nazionale sia rafforzata e confermata dal riconoscimento pieno e formale della cittadinanza. Investire sull’integrazione, a partire dalla scuola, della seconda generazione di minorenni stranieri, investire su di loro è investire sul futuro.

 

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 19 novembre 2012

 

 

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