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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 39°/2007
 

Da Santa Maria a cascina Torriana, le nostre radici

 

Il consiglio comunale, con voto unanime, lo scorso 17 settembre, ha approvato in via definitiva la proposta di piano di recupero della cascina Torriana, confermando così quanto era già stato deliberato, sempre all’unanimità, in aprile.

“La cascina Torriana - ha detto l’assessore all’urbanistica, Giordano Marchetti - è l’immobile rurale, dal punto di vista storico ed architettonico, più importante della città, perché risale, nella conformazione attuale, alla metà del sedicesimo secolo. L’impianto è suddiviso in due corti, una padronale e una rurale, con incluso l’Oratorio di Santa Caterina, oggi in condizioni di completo degrado, ma che sarà ricuperato.”

La proposta della proprietà (Cave Merlini s.p.a.) prevede il mantenimento delle due corti ed il ricupero del giardino all’italiana, a supporto della struttura alberghiera, che troverà collocazione nella corte padronale (ristorante e albergo con una decina di camere), mentre la corte rurale sarà destinata a residenziale (30/35 appartamenti).    

La Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Milano, esprimendo parere positivo sul recupero, ha, tra l’altro, invitato a non scavare nel sottosuolo della cascina ma a ricuperare i posti auto all’esterno dell’area dei fabbricati esistenti.

Il piano di recupero - per una volumetria di circa 20.600 mc. - prevede pure il collegamento ciclabile tra il laghetto pescatori, la cascina, via Adua ed il Parco Increa. La durata degli interventi di recupero è stata stimata in circa tre anni.

 

Il Sindaco, Eugenio Comincini, si è detto “molto lieto di chiudere questo iter” e ha subito aggiunto che “è doveroso dare atto alla precedente amministrazione del lavoro fatto. Si tratta di un patrimonio storico architettonico importantissimo per la nostra città ed il poterlo ricuperarlo è qualcosa di bello da donare alla nostra città. Credo che gli amministratori abbiano saputo lavorare bene con la proprietà.

L’auspicio è che i lavori possono partire quanto prima e durare il meno possibile, anche per evitare ulteriore degrado alla cascina e quindi problemi per la sua conservazione. Un miglior contemperamento di due opposte esigenze (quella dell’agricoltore che vuole continuare a svolgere la sua attività in cascina  e quella della proprietà interessata al ricupero) avrebbe potuto portare ad un più rapida approvazione di questo piano di recupero.”

 

Daniele Cassamagnaghi, da parte sua, ha ringraziato l’attuale Primo cittadino per le “parole di apprezzamento per l’operato della sua precedente amministrazione. Questa sera si conclude un iter, che consentirà di realizzare un intervento di pregio, onere e vanto per la nostra città.”

 

Comincini ha anche affermato che “si sta pensando alla possibilità di rendere di uso pubblico l’Oratorio di Santa Caterina. Storicamente la cascina Torriana nasce attorno a quel luogo di culto che risale almeno al 1400.”

In cosa consista il futuro pubblico utilizzo della chiesina, al momento, non è stato precisato. Ci si aspetta almeno che sia rispettoso della storia e del carattere sacro del luogo.

 

Nel 1926 su Voce Amica monsignor Luigi Ghezzi, apprezzato storico locale, così scriveva: “Santa Caterina ebbe anche a Cernusco onore e devozione. Le fu dedicata la chiesina della Torriana; fin da che anno non si sa, ma certo si va molto indietro ... La chiesa non ha più nulla dell'an­tichità, mentre aveva la sua importanza, ed ebbe sempre un sacerdote, che abitando pro­prio in cascina, ufficiava la chiesa e faceva la scuola ai ragazzi. Di qui l'uso di chiamarla: Torriana del prete.

Un signore, Conti Valente, proprietario del­la cascina, fondava nel 1746 il beneficio sta­bile per il prete, e in morte dispose anche un lascito per i poveri della cascina e del paese. Questo ora è amministrato dalla Congrega­zione di Carità, mentre il beneficio per la Messa quotidiana fu soppresso dal Governo nel 1871.

Il dì di Santa Caterina, chi non andava a Gorgonzola (per la fiera, famosa in tutto il contado della Martesana, e per rendere omaggio alla Santa) andava almeno alla Torriana a sentire la Messa e venerare la Santa: erano belle usanze dei nostri vecchi.

E crescendo, e vivendo colle memorie e colle feste dei Santi erano buoni cristiani, e buoni italiani, senza tante pretese, ma sani, labo­riosi e virtuosi, meglio di oggi con tanto sport e con tante altre cose e feste.”

 

Ripensando anche alla Festa di Santa Maria - celebrata la scorsa domenica 16 settembre, con la consueta partecipazione di tante persone - emerge quell’insopprimibile bisogno di radici salde, di riferimenti comuni, di legami, di affetti condivisi e condivisibili, di ancoraggio alle origini, insomma di quell’orizzonte di prossimità che di volta in volta chiamiamo famiglia, casa, parrocchia, paese, nazione. Quell’ottantina di coppie che al Santuario hanno ricordato un loro significativo anniversario di matrimonio (c’erano due coppie che festeggiavano il 60° e una coppia che, partecipe spiritualmente, ricordava il 65° ) sono state una bella testimonianza di fedeltà coniugale, di amore autentico e non egoistico. 

 

Santa Maria ci richiama alle radici cristiane della nostra comunità, cascina Torriana alle origini agricole del nostro territorio. Riandare a queste luoghi ci fa ricordare la loro bellezza, la schiettezza dei rapporti umani, l’autenticità di valori e delle relazioni a cui ogni cuore aspira, anche se non lo sa o non lo riconosce.

In tempo di sradicamento, favorito anche dalla cultura e dallo stile di vita del nostro tempo, non dimentichiamo queste nostre antiche e solide radici.

Carlo Guzzi

Cernusco sul Naviglio, 22 settembre 2007

 

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