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HOME > La Nota della Settimana > N° 38/2013

“LA SALVEZZA DEL CREATO
È ANCHE STRAORDINARIO ANNUNCIO DI VANGELO”

Il recente ciclone che si è abbattuto sulla Sardegna, causando numerose vittime e ingenti danni, ci interroga sulla cura che ognuno di noi deve avere per il creato: una domanda che dobbiamo porci, vincendo la tentazione di considerarci in una “zona tranquilla”, rimasta sinora indenne da eccezionali e violenti fenomeni atmosferici. Insipienza dell’uomo, mancanza di preparazione e di prevenzione, incapacità di pensare ad un’economia non legata esclusivamente al mattone: sono alcuni dei punti sui quali riflettere!

Manca preparazione, manca prevenzione - Eccezionali, ma ormai sempre più frequenti sono gli eventi atmosferici simili a quello che ha duramente colpito la Sardegna. «E allora – ha scritto Avvenire, nel suo editoriale di martedì 19 novembre - non ci possiamo più consolare con questo “eccezionale”. Non può e non deve bastare. Cambia il clima, cambiano le precipitazioni, non cambia purtroppo il modo di affrontare questi fenomeni. Manca preparazione, manca prevenzione. È una questione di fondi, e non solo. È una questione di priorità, soprattutto … La prima “grande opera” italiana dev’essere la messa in sicurezza del territorio, sia per i rischi idrogeologici che per quelli sismici.» All’Italia, anche in questo ambito, «serve un vero cambio di passo culturale. Necessario anche per capire davvero che spendere per prevenire vuole dire spendere per la vita. Spendere e non spiccioli, non col contagocce. Spendere bene, certo, evitando grandi o piccole cattedrali nel deserto, ma non avendo paura di fare … E poi basta inerzie. Troppi fondi restano inutilizzati per inefficienze delle regioni e degli enti locali, ma soprattutto per la “gabbia” del Patto di stabilità.»

Fattori atmosferici, insipienza dell’uomo - «Gli esperti - ha detto il vescovo di Tempio-Ampurias monsignor Sebastiano Sanguinetti - ci stanno dicendo che fenomeni di questa natura saranno sempre più frequenti. Le modifiche e il riscaldamento degli oceani creano maggiore energia trasformando questi eventi atmosferici naturali in eventi estremi. E dall’altra parte l’uomo ha messo del suo edificando dappertutto, costruendo dove non doveva costruire, ostruendo corsi d’acqua, edificando ai bordi dei torrenti. E i corsi d’acqua straripano, allagano e distruggono tutto quello che trovano. L’acqua invade riprendendo quello spazio che le era stato tolto. Quindi ci sono fattori atmosferici che si uniscono alla insipienza dell’uomo e il risultato è quello che vediamo.»

Gestire in modo proficuo il territorio - Dopo quanto è accaduto in Sardegna, ha affermato Massimo Lavena per l’Agenzia Sir,  guardando a tutto il territorio nazionale dal 1900 al 2012 ci si rende conto che «sono state 52 le alluvioni che hanno devastato in autunno specialmente la Calabria, la Sardegna, la Toscana, il Piemonte, la Liguria, il Veneto, la Sicilia, la Campania, l’alveo del Po. Non si può continuare a parlare di sorpresa, di emergenza improvvisa. Manca totalmente la capacità di previsione, di cura del territorio, di difesa. È invece imperante la cultura dello sfruttamento dei territori, laddove, ancora oggi, si ritiene che costruire, disboscare, senza alcun rispetto di vincoli idrogeologici possa creare un’economia esclusivamente legata al mattone. Una logica che esclude invece la gestione proficua del territorio in buona salute, della bellezza della natura, dell’offerta anche turistica non legata alla villetta a schiera o al resort sottoutilizzato.»

“La salvezza del creato è questione di fede” - «Coltivare la terra, proteggerla, difenderla (cf. Gn 2,15) – è la tesi del teologo don Gennaro Matino - è dare spazio all'armonia del dialogo con i diversi vissuti … È permettere all’uomo,  difendendo il suo ambiente vitale, di restare tale ... La salvezza del creato, la sua tutela, è questione non secondaria, ma di fede: credere in Dio è amarlo in ciò che ci dona. Tema che rende fecondo il dialogo ecumenico perché il punto di partenza di ogni dialogo è ciò che interessa l'uomo, il suo vissuto quotidiano, e diventa anche straordinario annuncio di Vangelo con nuovo linguaggio per parlare fuori dal tempio.»

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 25 novembre 2013

 

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