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HOME > La Nota della Settimana > N° 37/2014

ADOZIONE, UN VALORE SOCIALE

Secondo l’Associazione amici dei bambini (Aibi) sarebbero 1.900 i minori italiani adottabili in attesa di una famiglia. E non va meglio per l’adozione internazionale. Sempre secondo Aibi, uno dei 62 enti autorizzati dalla Commissione per le adozioni internazionali (Cai) che opera presso la presidenza del Consiglio dei ministri, le proiezioni del primo semestre 2014 riportano il record negativo di 930 minori autorizzati all’ingresso in Italia con un crollo del 30% rispetto all’identico semestre dello scorso anno. Nel 2008 erano stati 3.977; nel 2010 addirittura 4.130. Circa 6mila le famiglie che hanno fatto richiesta di adozione nel 2006; meno di 3mila nel 2013. Senza interventi adeguati, gli enti temono nel 2020 la scomparsa delle adozioni.

“Prima che un gesto di amore e di accoglienza, l’adozione è un atto di giustizia, l’unico modo per garantire a milioni di bambini abbandonati nel mondo il diritto a una famiglia, eppure oggi sembra essere stata relegata nel dimenticatoio”. Non ha usato mezzi termini Marco Griffini, presidente di Aibi, nel ricordare, in un’intervista concessa all’Agenzia Sir, che l’Italia “ha una storia esemplare, è un’eccellenza in questo campo, ma l’inerzia della politica rischia di polverizzare questo patrimonio di umanità”.

L’Italia è il primo Paese in Europa per numero di adozioni internazionali, secondo solo agli Stati Uniti a livello mondiale. Primato che dura dal 2008. Il calo generale delle domande di adozione pone una serie di interrogativi – secondo gli esperti - ma non deve suscitare inutili allarmismi. Il numero di coppie disponibili all’adozione rimane infatti di gran lunga superiore a quello dei minori adottabili. Per l’adozione nazionale ci sono più o meno dieci coppie disponibili all’adozione per ogni bambino dichiarato adottabile.

I fattori che incidono sul calo generale delle adozioni sono molti: la crisi economica, l’insicurezza in cui versano molte famiglie, le lungaggini burocratiche, gli intoppi, i contrasti tra servizi e famiglie, gli scarsi sostegni, anche di ordine economico, forniti alle famiglie, le esperienze negative di alcuni genitori adottivi. Il tutto in un contesto nel quale sta aumentando fortemente il numero di coppie che, in presenza di problemi di infertilità, ricorre alla fecondazione assistita. Da una recente ricerca dell’Università Cattolica di Milano risulta che il 60,9% delle coppie in attesa di adozione prima ha fatto ricorso, senza successo, alla fecondazione medicalmente assistita, con una media di 3,38 tentativi. “È chiaro: nel nostro Paese l’adozione è in ‘crisi’ – ha osservato Rosa Rosnati, docente di Psicologia dell’adozione all’Università Cattolica di Milano - ma nel senso etimologico del termine: cioè bivio tra due strade opposte”: adozione o fecondazione assistita.

Adozione e valenza sociale - “Ora se è assolutamente vero – ha aggiunto Rosnati - che affinché l’adozione non finisca per diventare un’esclusiva delle coppie benestanti è necessario snellire gli aspetti burocratici, sostenere le coppie anche dal punto di vista economico, con incentivi e sgravi fiscali, tutto questo non può essere sufficiente. È necessario anche rilanciare le potenzialità insiste in questo istituto giuridico e riscoprire la sua intrinseca natura: quella di essere un progetto generativo con una connaturata valenza sociale … Il sociale (enti autorizzati, associazioni familiari, scuola, servizi del pubblico e del privato sociale) chiede alla famiglia di accoglie quei minori che ne sono privi, nella consapevolezza che solo la famiglia in quanto tale possa svolgere il compito di far crescere le future generazioni, perché è l’unico soggetto capace di rispondere al bisogno fondamentale di ogni essere umano di avere una relazione stabile e personalizzata con un padre e una madre.” Con un’ulteriore sottolineatura: “l’adozione è una sfida cui si può far fronte nella misura in cui la famiglia è capace di aprirsi all’esterno, di costruire legami e tessere una rete che possa sostenerla negli inevitabili momenti di difficoltà e il sociale è in grado di offrire quegli interventi che consentono di attingere pienamente  tutte le numerose e preziose risorse (individuali, relazionali e sociali) di cui le famiglie dispongono.”

Rimane da capire perché lo Stato, così sollecito nell’abbattere gli ostacoli alla fecondazione eterologa, non mostri altrettanta solerzia per migliorare pratiche e costi dell’adozione.

L’invito - Per approfondire il significato dell’adozione, ci è offerta un’occasione il prossimo venerdì, 28 novembre, all’Agorà, in occasione della presentazione del libro “Generato non procreato, curato da una nostra concittadina, ma di questo parliamo in un altro articolo su questo stesso sito.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 24 novembre 2014

 

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