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HOME > La Nota della Settimana > N° 37/2012

IN ATTESA DI INCONTRARE MONSIGNOR MERISI  

Monsignor Giuseppe Merisi - dal 2005 vescovo di Lodi e dal 2008 Presidente della Commissione Episcopale della C.E.I. per il servizio della Carità e la Salute e Presidente della Caritas Italiana, inoltre Presidente della Consulta Ecclesiale Lombarda degli organismi socio-assistenziali – il prossimo dieci novembre sarà ospite della nostra Comunità pastorale per ricordare monsignor Arcangelo Rossignoli nel 50° dell’ingresso come prevosto di Cernusco (1962/1989). Prima però di benedire il monumento dedicato a don Arcangelo e di celebrare la Messa in prepositurale, monsignor Merisi, al Centro cardinal Colombo, interverrà sul tema “La comunità cristiana, presenza in dialogo nella città dell’uomo”. La presenza di monsignor Merisi – considerato anche che domenica prossima celebreremo la giornata della Caritas Ambrosiana - è particolarmente significativa, per le responsabilità che lui ha nell’ambito della Conferenza Episcopale Italiana, in modo speciale come Presidente della Caritas Italiana. Sappiamo bene, infatti, la rilevanza dell’impegno dell’associazionismo cattolico, in questi tempi, nel far fronte alle situazioni di difficoltà e di emergenza dovute alla crisi economica in atto. Presenza autorevole quindi, ma anche  intervento atteso per l’attenzione e la sensibilità che l’attuale vescovo di Lodi ha sempre riservato ai temi di carattere sociale: importanti, al riguardo, i suoi incontri annuali con gli amministratori locali.

In uno di questi incontri, in un «contesto democratico, pluralistico, segnato dalla presenza di una grande tradizione cristiana e però anche da sensibilità e propensioni che a partire dalla secolarizzazione in atto portano almeno alla tentazione dell’individualismo e dell’edonismo», monsignor Merisi ha invitato a riflettere, in particolare, sulla speranza e sulla testimonianza.

«La speranza – ha detto monsignor Merisi - sta alla base dell’esperienza cristiana, è caratteristica della fede vissuta, è parte viva della tradizione … Non si tratta di facile ottimismo, o di semplice fiducia in se stessi, pur necessaria. È l’atteggiamento di chi trova nella fede il fondamento di una vita che diventa piena di senso, nonostante i drammi dell’esistenza umana, perché collocata nel contesto della Pasqua che genera salvezza. La domanda è quindi: come può una persona credente impegnata nell’amministrazione della cosa pubblica, giustamente attenta al pluralismo e al rispetto di ogni convinzione, trasmettere questa consapevolezza che dice apertura alla speranza pur di fronte al mondo di oggi, difficile e problematico come forse quello di tutti i tempi? Le risposte possono essere tante, legate anche all’esperienza e alla coscienza personale. Credo che una risposta possa valere per tutti, credenti e non credenti, ed è quella che riguarda l’apertura del nostro impegno ai grandi valori che per noi credenti vengono dal Vangelo e che però possono essere proposti a tutte le persone di buona volontà nel rispetto di ogni coscienza e di ogni convinzione. Guardando e orientando verso la speranza credo che un pubblico amministratore non debba sostituirsi mai allo svolgersi dei cammini culturali e spirituali dei cittadini, ma possa favorire riflessione, dialogo, tensione verso i valori alti, di solidarietà, di pace, di difesa della vita e dei diritti umani, di gioia, che si possono trovare nella tradizione cristiana e anche in altre tradizioni culturali e umanistiche.»

Monsignor Merisi ha poi indicato un secondo tema «che sta ovviamente in rapporto con quello della speranza, il tema della testimonianza. È il tema dell’esempio della vita credente, che sia onesta, giusta, evangelica, solidale. E che attraverso l’esempio favorisca negli altri la riflessione, il dialogo con la fede nel rispetto di ogni coscienza e di ogni convinzione. La testimonianza cristiana ha innanzitutto e sempre un ambito personale di espressione, che si allarga alla dimensione familiare e professionale. Ed è fatta, la testimonianza, di esempio e di dialogo, che sappia proporre argomenti fondati e plausibili, che necessitano proprio per essere plausibili, di preparazione, di formazione. Vivere la testimonianza cristiana, dunque, per i credenti. E rispettare la testimonianza di chiunque nell’apertura al dialogo. Non dimenticando mai che la testimonianza cristiana nella vita sociale, oltre che nell’esempio personale nella vita quotidiana  deve riguardare i grandi principi della Dottrina Sociale della Chiesa, per la promozione del bene comune, nella difesa della vita e della dignità di ogni persona, con la solidarietà e la sussidiarietà.»

Attendiamo l’incontro con monsignor Merisi di sabato prossimo, certi che saprà offrirci più di un motivo di riflessione sulla realtà sociale odierna.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 5 novembre 2012  

 

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