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HOME > La Nota della Settimana > N° 35/2012

RITROVARE LA CAPACITÀ E LA VOLONTÀ
DI INTERESSARSI DEL BENE DI TUTTI

 

Il Senato, nella scorsa settimana, ha approvato il disegno di legge anticorruzione. È un primo segnale che viene dalla classe politica, che prova ad assumere contromisure rispetto al malaffare che ne mina la credibilità e la capacità di agire a favore dei cittadini.

Dati aggiornati ci dicono che ci sono o sono stati indagati, e in alcuni casi condannati, 90 deputati e 35 senatori; mentre nelle Regioni ci sono 46 consiglieri indagati, di cui 11 condannati, e 36 assessori indagati, di cui 2 condannati. 

Ma una legge anticorruzione, anche se ben fatta, da sola non basta. Serve ben altro: vigilanza e capacità di reazione di fronte alla “corruzione dilagante” e “alle infiltrazioni mafiose” nel sistema politico; presa di coscienza del dovere civico di partecipare alla costruzione del bene comune; impegno prioritario dei cristiani sul versante della formazione per un competente servizio alla “polis”. È quanto sostiene monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale della diocesi di Milano, in un articolo pubblicato in prima pagina, domenica 21 ottobre, sull’inserto “Milano 7” di “Avvenire”.
La normativa che ha avuto il via libera a Palazzo Madama va colta, sostiene Bressan, come “un avvenimento che merita di essere evidenziato, inserito come è in un contesto politico che ormai da mesi trasmette segnali di malessere e fatica ad assumere comportamenti adeguati alla crisi”, non soltanto economica “ma espressione di un più ampio travaglio culturale”, con la quale si stanno misurando l’Italia e l’Europa intera. Alla politica si chiede uno scatto di orgoglio e di responsabilità, una reale “volontà di rinnovamento”, ritrovando “la sua vocazione originaria: essere lo strumento che permette, attraverso il buon governo, la custodia e la difesa del bene comune, e soprattutto la tutela dei diritti dei più deboli”.
“Il fenomeno di una corruzione sempre più dilagante come pure le tracce di infiltrazioni di una criminalità organizzata sempre più diffusa in tutta la nazione, vanno letti non soltanto come segni dell’indebolimento del codice di moralità dei singoli attori della politica (segnale di un degrado morale da condannare e combattere), ma più profondamente come il campanello d’allarme che annuncia il grave stato di crisi del sistema politico nel suo insieme (segnale di un degrado ancora più grave e sistemico)”.

Ma non è solo il “palazzo” che deve muoversi e le regole anticorruzione da sé non sono sufficienti per edificare la “città”. È necessario, ricorda il vicario di Scola, ritrovare “la capacità e la volontà da parte di ognuno di interessarsi del bene di tutti, collaborando in modo diffuso e gratuito alla costruzione di un’azione politica” che sia “il frutto della società nel suo insieme”. Su questa strada vanno coltivati e alimentati quei “valori essenziali della persona umana” che costituiscono “il collante del nostro vivere insieme”.
Monsignor Bressan, rifacendosi al magistero ecclesiale, richiama quindi il dovere della Chiesa ambrosiana – ma la riflessione va oltre questi confini - a rinnovare il proprio “sforzo educativo”. “Ogni cristiano, in un momento così delicato - afferma - deve essere educato a sentire in un modo ancora più forte la responsabilità che porta verso tutti gli uomini, suoi fratelli, nella costruzione con loro del tessuto sociale, e nella custodia del bene comune. Ogni cristiano ha il dovere di contribuire con le proprie energie alla costruzione di un’azione politica buona. I cristiani direttamente impegnati in politica, a maggior ragione.”
La nostra indignazione per quanto va emergendo aumenta sempre più. “Che l’immoralità e il malaffare – ha evidenziato il cardinal Bagnasco - siano al centro come in periferia non è una consolazione, ma un motivo di rafforzata indignazione, che la classe politica continua a sottovalutare. Ed è motivo di disagio e di rabbia per gli onesti. Possibile che l’arruolamento nelle file della politica sia ormai così degradato? … Bisogna certo che gli stessi cittadini, che pure sono così scossi, insieme al diritto di scelta dei propri governanti esercitino un più penetrante discernimento, per non cadere in tranelli mortificanti la stessa democrazia”. Teniamolo ben presente.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 22 ottobre 2012

 

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