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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 35°/2009

“L’oratorio educa a fare della propria vita un dono per gli altri”

 

La “Festa degli oratori” cittadini ha caratterizzato queste ultime due domeniche. Nella nostra diocesi gli oratori sono circa 1200 e coinvolgono quasi 500.000 persone. Per l’inizio del nuovo anno oratoriano, il nostro Arcivescovo, cardinale Dionigi Tettamanzi, ha indirizzato ai ragazzi, adolescenti, giovani e alle loro

famiglie  un messaggio, dal quale ci piace riprendere alcuni passaggi.

Innanzitutto, ricordando che stiamo vivendo “l’Anno Sacerdotale indetto dal Papa Benedetto XVI”, l’Arcivescovo ha invitato gli oratori ad “aiutare ciascuno a cercare con coraggio e a vivere con entusiasmo la propria vocazione. L’oratorio, attraverso l’insieme delle sue proposte e attività, è davvero una casa delle vocazioni, perché è il luogo nel quale ciascuno viene educato a fare della sua vita un dono per gli altri, secondo il progetto d’amore di Dio. Tutto questo avviene anzitutto con lo stile semplice e concreto della testimonianza di quanti – genitori, educatori, catechisti, animatori, allenatori – mettono a disposizione con intelligenza e generosità il loro tempo e i loro carismi per aiutare i ragazzi, gli adolescenti e i giovani a riconoscere la presenza dell’amore di Dio nella loro vita e insieme per accompagnarli nella scoperta dei doni – sempre numerosi e grandi – che il Signore fa a ciascuno di noi per il bene di tutti.”
Il Cardinale ha quindi invitato i nostri oratori, “
oggi più che mai, a indicare un cammino di fede radicale con proposte semplici ed esigenti, capaci di dire tutta la verità, la forza, la bellezza e il fascino del Vangelo.”
Con lo sguardo rivolto all’attuale contesto sociale, carico di preoccupazioni e difficoltà per la crisi economica in atto, l’Arcivescovo ha poi sollecitato tutti a “un nuovo stile di vita, secondo la logica del Vangelo. I nostri oratori, per la loro storia passata e presente, possono essere i luoghi più adatti dove sperimentare insieme la bellezza di vivere ogni giorno secondo uno stile di sobrietà, che nulla toglie alla nostra gioia, ma la moltiplica e la rende più genuina e profonda. La sobrietà non è rinuncia alla gioia delle cose. È un modo diverso di guardarle, godendo della loro bontà. La sobrietà, in oratorio come dappertutto, può diventare un segno e un’energia concreti per una maggiore apertura agli altri, generando così solidarietà e condivisione con chi è nel bisogno.”
Per  Tettamanzi “la sobrietà e la solidarietà sono davvero le strade congiunte che portano alla felicità, a quella pienezza di vita che il Vangelo non si stanca di prometterci.”
Ci auguriamo vivamente che anche negli oratori della nostra Comunità pastorale ci sia un rinnovato impegno a “
trasmettere il gusto della vita e la gioia della fede, in un rapporto personale con Gesù. Trasmettere la vita è trasmettere la fede. Sono i cristiani che fanno i cristiani. Nessuna programmazione, nessuna struttura, nessuna istituzione può fare a meno di questa vita necessaria nel cuore dei cristiani. Viene chiesto a tutti di ritornare al Vangelo, alla sua forza e alla sua freschezza. È un’impresa bellissima, molto faticosa, possibile solo invocando la grazia e fortificando la nostra libertà. “ (monsignor Severino Pagani, vicario episcopale per la Pastorale giovanile e universitaria.)

 

Alla fine della scorsa settimana, ai lavoratori della Rapisarda industries srl, una storica fabbrica del nostro territorio, è stata comunicata la messa in cassa integrazione a zero ore, con la previsione della successiva cessazione dell’attività entro fine anno. Al centinaio di lavoratori coinvolti in questa crisi aziendale e alle loro famiglie va tutta la nostra solidarietà.

Alle situazioni di difficoltà già presenti, che segnalavamo la scorsa settimana (nel 2009, aumento del 30% delle richieste di aiuto ai Servizi sociali del Comune), si aggiunge ora anche questa. Attendiamo con interesse di conoscere i risultati dell’indagine che il Comune ha affidato all’Università della Bicocca sui servizi e bisogni dei Cernuschesi per comprendere meglio il quadro economico e sociale complessivo della nostra cittadina.

Intanto ci sembra significativo segnalare quanto emerso durante un convegno tenutosi alcuni giorni fa a Viareggio, nel corso del quale Legautonomie ha presentato un dossier sui primi interventi anticrisi dei Comuni

Si va dal “fondo per la concessione di contributi in forma di garanzia per le piccole e medie imprese” alle risorse “allocate per il contributo affitto”, dal “sostegno per l’accesso ai servizi” alle “agevolazioni per servizi a domanda individuale”, dal “prestito per spese mediche, nuovi affitti e ristrutturazioni” a “microcrediti e contributi una tantum per i servizi scolastici”, dalla “esenzione dall’aliquota comunale sull’Irpef” ai “tirocini formativi”.

«Chi i soldi non ce li ha, taglia le spese voluttuarie. “Tra crisi e cultura indovinate chi ha la meglio …” Esplorano una per una le pieghe del bilancio, vanno a caccia di avanzi d’amministrazione, cancellano mostre e concerti; insomma raschiano il fondo del barile i sindaci italiani che cercano di fronteggiare la crisi.»

Il Fondo di solidarietà varato nelle scorse settimane dal nostro Comune è stato un importante primo passo per cercare di arginare gli effetti della crisi in atto. Se la situazione nei prossimi mesi non dovesse migliorare, quel provvedimento dovrà essere ulteriormente potenziato. Come hanno già fatto o si apprestano a fare altre amministrazioni. I buoni esempi da seguire, insomma, non mancano!

 

La scorsa settimana, in modo sommesso, sono state celebrate nella nostra chiesa prepositurale le esequie di  suor Aurea Guzzi. Un nome che a molti probabilmente dice ben poco, eppure questa nostra concittadina - nata nel 1924 nella corte della Sanavra, in via Balconi - ha lasciato in tutti coloro che l’hanno conosciuta una grande testimonianza di fede e di amore. Ha educato oltre 6.000 bambini! E più delle parole, al suo funerale, ha profondamente commosso, lo slancio con cui un “suo” ragazzo disabile, appena giunto da San Bartolomeo a Mare (Imperia), ha voluto deporre sulla bara un mazzo di fiori.

Per l’ultimo saluto è, infatti, arrivato, con il loro parroco, anche un folto gruppo dal paese ligure, dove suor Aurea è rimasta per 23 anni, mentre i precedenti 32 li aveva trascorsi alla Guadagna di Palermo.

A sorpresa, a concelebrare il rito funebre - presieduto da don Luigi Caldera - è intervenuto anche l’arcivescovo di N'Djamena (capitale del Ciad), in Italia per il Sinodo dell’Africa, che si tiene in questi giorni in Vaticano, grande amico delle suore missionarie di Nostra Signora degli Apostoli, la congregazione religiosa a cui apparteneva la nostra concittadina. A lei, che lo scorso anno ha festeggiato il 60° di professione religiosa, avevamo già dedicato la nota del 25 maggio 2008.

Il capitale sociale della nostra città si accresce soprattutto grazie al contributo di molti concittadini che, in silenzio e con passione, sanno trasmettere alle nuove generazioni  i valori autentici della vita, come, per esempio, ha fatto questa suora. “La vita nei cortili della mia infanzia, qui a Cernusco, ci invitava a stare insieme - ha scritto alcuni anni fa suor Aurea  - nel giocare, nell’andare a scuola, nel radunarci per partecipare alle iniziative in parrocchia, a gustare la semplicità delle cose e ad aprirsi agli altri. È partendo da questo piccolo mondo famigliare che ho scoperto la mia vocazione e che è bello abbandonarsi alla volontà del Signore, che si serve di tutto  e di tutti.”

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 5 ottobre 2009

 

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