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HOME > La Nota della Settimana > N° 33/2013

"SULLE STRADE DEL MONDO"
PER PORTARE SPERANZA E AMORE

"Sulle strade del mondo" è il tema scelto per l’87^ Giornata missionaria mondiale che nella nostra diocesi sarà celebrata domenica 27 ottobre. Ma qual è oggi la terra di missione? La “fine del mondo” o le nostre comunità locali? Forse entrambe. Perché la missionarietà, che la Chiesa celebra con questa Giornata, non è solo quella del sacerdote che va in terra straniera a portare la Parola. È quella che si vive a partire dalla propria comunità, dal pianerottolo di casa, dal luogo di lavoro, dai luoghi in cui si gioca la nostra vita. È la testimonianza di chi avendo in cuore una buona notizia la vuole condividere con tutti gli altri.

Ogni credente deve avvertire la necessità di annunciare Cristo e la bellezza del Vangelo a persone e popoli, camminando su tutte le strade – anche quelle virtuali - e attraversando tutte le culture, convinti che il Vangelo può diventare dono per tutti. Questo resta sempre un compito necessario per ogni discepolo di Gesù e per ogni comunità cristiana. La Giornata rappresenta anche un momento fondamentale per poter capire e vivere in pienezza la dimensione missionaria della fede, cioè la volontà e la necessità di condividere la gioia di una scoperta, quella di un Amore infinito che ci ha raggiunto e ha cambiato la nostra vita.

Certo i tempi sono cambiati. Nelle nostre parrocchie gli anni in cui le religiose e i religiosi sceglievano di partire per l’altra parte del mondo, sembrano lontanissimi. Il vecchio continente ha ora bisogno di un’ondata di freschezza, di una sferzata di energia ed entusiasmo, di una rinascita dello spirito missionario, da spendere anche da noi, nelle nostre comunità locali.
Papa Francesco arriva da quelle terre Oltreoceano “quasi dalla fine del mondo” come ha sottolineato la sera della nomina al soglio pontificio. E da quella terra di missione ci restituisce la voglia di camminare, di andare avanti, mettersi in gioco e andare al cuore della vita e della fede. Senza sconti.

"Dobbiamo avere sempre il coraggio di proporre, con rispetto, l’incontro con Cristo". E’ di Papa Francesco questo invito alla missionarietà nella Giornata mondiale per le missioni. Ma potremmo obiettare: non è vero che ciascuno ha la propria coscienza, ha già fatto le proprie scelte, perché dovrei impegnarmi affinché le cambi, muti magari la propria religione e si converta a Cristo? Predicare e testimoniare la propria fede in Cristo perché interi popoli abbraccino il Vangelo non è contrario al pluralismo delle idee e delle religioni? Ognuno ha la propria religione, una propria credenza magari soltanto umana, perché dovrei annunciargli il Vangelo?

Sono domande che rappresentano un ostacolo "all’interno della stessa comunità ecclesiale" per dirla con Papa Francesco. Sono forse il motivo per cui molti credenti, anche profondamente convinti e impegnati, non si sentono missionari della propria fede. Missionari verso gli stessi connazionali ma anche verso gli immigrati che sono tra noi. Si finisce per coinvolgersi, ed è una prima forma di evangelizzazione, nella solidarietà ma si rinuncia ad un annuncio esplicito del Vangelo.

Talvolta lo stesso spirito mina anche l’impegno per le missioni nel mondo. Il Papa nel suo messaggio per la Giornata missionaria mondiale ci dice che "la missionarietà della Chiesa non è proselitismo, bensì testimonianza di vita che illumina il cammino, che porta speranza e amore". Poi aggiunge - per evitare di fraintendere le missioni in chiave sociale, di sola promozione umana, di aiuti materiali - che "la Chiesa - lo ripeto ancora una volta - non è un’organizzazione assistenziale, un’impresa, una ONG". Che cosa è allora? "E’ una comunità di persone, animate dall’azione dello Spirito Santo, che hanno vissuto e vivono lo stupore dell’incontro con Gesù Cristo e desiderano condividere questa esperienza di profonda gioia, condividere il messaggio di salvezza". Un compito che è affidato a ciascuno di noi!

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 21 ottobre 2013

 

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