CernuscoInsieme

Condividi il contenuto di questa pagina con i tuoi amici:

Torna alla pagina precedente

comunità pastorale

voce amica agorà oasi cVillage

piazzetta

dalla città

CernuscoInsieme.it - Il Portale della tua Città

Stai navigando in
HOME > La Nota della Settimana > N° 33/2012

 “DOVE ABITA DIO, SIAMO TUTTI A CASA”

 

“Con Dio, anche nei momenti difficili, di crisi, non viene meno l’orizzonte della speranza”. Lo ha assicurato Benedetto XVI, in visita pastorale, lo scorso 4 ottobre, a Loreto per commemorare il pellegrinaggio di Giovanni XXIII (4 ottobre 1962) una settimana prima di aprire il Concilio, ma anche “per affidare alla Madre di Dio” l’Anno della fede  (dall’11 ottobre 2012 al 24 novembre 2013) e il prossimo Sinodo dei vescovi (dal 7 al 28 ottobre).

Non siamo mai soli. Dopo avere ricordato che il Santuario di Loreto custodisce la memoria dell’annuncio dell’angelo a Maria - “testimonianza concreta e tangibile dell’avvenimento più grande della nostra storia: l’Incarnazione” - il Papa ha invitato a riflettere su quel “congiungimento del cielo con la terra, che è lo scopo dell’Incarnazione e della Redenzione”. Un invito, ha precisato, “che risuona oggi con particolare forza. Nella crisi attuale che interessa non solo l’economia, ma vari settori della società, l’Incarnazione del Figlio di Dio ci dice quanto l’uomo sia importante per Dio e Dio per l’uomo. Senza Dio l’uomo finisce per far prevalere il proprio egoismo sulla solidarietà e sull’amore, le cose materiali sui valori, l’avere sull’essere”. “Bisogna ritornare a Dio - il monito del Pontefice - perché l’uomo ritorni ad essere uomo”. “L’Incarnazione - ha aggiunto - ci dice che non siamo mai soli, Dio è entrato nella nostra umanità e ci accompagna”.

Dio libera la nostra libertà. “Dove abita Dio, dobbiamo riconoscere che siamo tutti a casa”, ha proseguito Benedetto XVI, per poi aggiungere che «dove abita Cristo, i suoi fratelli e le sue sorelle non sono più stranieri. Maria, che è madre di Cristo è anche nostra madre, ci apre la porta della sua Casa, ci guida ad entrare nella volontà del suo Figlio. È la fede, allora, che ci dà una casa in questo mondo, che ci riunisce in un’unica famiglia e che ci rende tutti fratelli e sorelle. Contemplando Maria, dobbiamo domandarci se anche noi vogliamo essere aperti al Signore, se vogliamo offrire la nostra vita perché sia una dimora per Lui; oppure se abbiamo paura che la presenza del Signore possa essere un limite alla nostra libertà, e se vogliamo riservarci una parte della nostra vita, in modo che possa appartenere solo a noi. Ma è proprio Dio che libera la nostra libertà, la libera dalla chiusura in se stessa, dalla sete di potere, di possesso, di dominio, e la rende capace di aprirsi alla dimensione che la realizza in senso pieno: quella del dono di sé, dell’amore, che si fa servizio e condivisione.»

Siamo tutti pellegrini - “La fede ci fa abitare, dimorare, ma ci fa anche camminare nella via della vita”, ha osservato ancora il Papa nella sua riflessione, ricordando che “siamo tutti pellegrini, che dobbiamo essere sempre in cammino verso un’altra abitazione, verso la casa definitiva, verso la Città eterna, la dimora di Dio con l’umanità redenta”.

La grazia crea e sostiene la libertà. Benedetto XVI si è quindi soffermato su un ulteriore “punto importante” del racconto evangelico dell’Annunciazione; “un aspetto che non finisce mai di stupirci: Dio domanda il 'sì' dell’uomo, ha creato un interlocutore libero, chiede che la sua creatura Gli risponda con piena libertà”. Dio “chiede la libera adesione di Maria per diventare uomo. Certo, il 'sì' della Vergine è frutto della Grazia divina. Ma la grazia non elimina la libertà, al contrario, la crea e la sostiene. La fede non toglie nulla alla creatura umana, ma ne permette la piena e definitiva realizzazione”.

L’Anno della fede che stiamo per iniziare sia occasione propizia per riflettere su tutto questo – evitando che sia un “anno celebrativo”, come se ne proclamano tanti – sia capace di smuovere davvero la nostra vita di credenti e delle nostre comunità. In realtà, sappiamo bene che non un anno, ma ogni anno, ogni giorno, ogni istante è “della fede”, poiché essa innerva tutta la nostra vita di credenti. L’Anno della fede sia quindi "un'occasione per ricominciare": la sfida da vivere è quella di ricominciare ogni mattina il cammino di fede, prima di pensare a cosa dobbiamo fare nella giornata.

Buona settimana.      

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 8 ottobre 2012

 

Sito continuativamente attivo dal 1 gennaio '01    Best View:  800x600  IE 6