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HOME > La Nota della Settimana > N° 32/2014

SINODO: “ACCOMPAGNARE CHI È SEGNATO
DALL’AMORE FERITO E SMARRITO”

 

La “Relatio Synodi”, il documento finale della terza Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi sulla famiglia, è stata consegnata direttamente nelle mani del Papa, lo scorso sabato, 19 ottobre, che ne ha poi disposto l’integrale pubblicazione. Il documento è stato votato dai padri “punto per punto” e sono stati resi noti anche i risultati delle singole votazioni. Non hanno superato lo sbarramento della maggioranza qualificata, i punti riguardanti la comunione ai divorziati risposati, il concetto di comunione spirituale e le persone omosessuali. Per questi tre punti, il mancato raggiungimento del quorum non significa bocciatura, ma mancanza della quantità di voti necessaria a renderli espressione della volontà sinodale.

Finisce così la prima tappa del Sinodo sulla famiglia, ed inizia il cammino che condurrà all’Assemblea ordinaria dell’anno prossimo, sempre in ottobre.

 

Animate discussioni – Papa Francesco non si è sorpreso per le vivaci discussioni che hanno caratterizzato i lavori del Sinodo, anzi “mi sarei molto preoccupato e rattristato se non ci fossero state queste animate discussioni”, ha confessato il Papa: “Se tutti fossero stati d’accordo o taciturni in una falsa e quietista pace. Invece ho visto e ho ascoltato - con gioia e riconoscenza - discorsi e interventi pieni di fede, di zelo pastorale e dottrinale, di saggezza, di franchezza, di coraggio e di parresia. E ho sentito che è stato messo davanti ai propri occhi il bene della Chiesa, delle famiglie”. “E questa è la Chiesa, la vigna del Signore, la madre fertile e la Maestra premurosa, che non ha paura di rimboccarsi le maniche per versare l’olio e il vino sulle ferite degli uomini”, che “non guarda l’umanità da un castello di vetro per giudicare o classificare le persone”.

Il documento finale - “Verità e bellezza della famiglia e misericordia verso le famiglie ferite e fragili”. È il paragrafo della “Relatio Synodi”, il documento finale, che fa da cerniera tra la seconda parte - “Lo sguardo su Cristo: il Vangelo della famiglia” - e la terza: “Il confronto: prospettive pastorali”. “La Chiesa guarda alle famiglie che restano fedeli agli insegnamenti del Vangelo, ringraziandole e incoraggiandole per la testimonianza che offrono”, si legge nel testo, in cui si ricorda che la Chiesa, “pur riconoscendo che per i battezzati non vi è altro vincolo nuziale che quello sacramentale, e che ogni rottura di esso è contro la volontà di Dio, è anche consapevole della fragilità di molti suoi figli che faticano nel cammino di fede”. Verso le persone “che hanno contratto matrimonio civile, che sono divorziati e risposati, o che semplicemente convivono”, compete alla Chiesa “rivelare loro la divina pedagogia della grazia nelle loro vite e aiutarle a raggiungere la pienezza nel piano di Dio”. La Chiesa “si rivolge con amore a coloro che partecipano alla sua vita in modo incompiuto, riconoscendo che la grazia di Dio opera anche nelle loro vite dando loro il coraggio per compiere il bene, per prendersi cura con amore l’uno dell’altro ed essere a servizio della comunità nella quale vivono e lavorano”.

“Una dimensione nuova della pastorale familiare odierna - viene ribadito nel testo - consiste nel prestare attenzione alla realtà dei matrimoni civili tra uomo e donna, ai matrimoni tradizionali e, fatte le debite differenze, anche alle convivenze”. “Quando l’unione raggiunge una notevole stabilità attraverso un vincolo pubblico, è connotata da affetto profondo, da responsabilità nei confronti della prole, da capacità di superare le prove, può essere vista come un’occasione da accompagnare nello sviluppo verso il sacramento del matrimonio”. Molto spesso, invece, “la convivenza si stabilisce non in vista di un possibile futuro matrimonio, ma senza alcuna intenzione di stabilire un rapporto istituzionale”. “Accompagnare con attenzione e premura i suoi figli più fragili, segnati dall’amore ferito e smarrito”, la linea della Relatio, “ridonando fiducia e speranza, come la luce del faro di un porto o di una fiaccola portata in mezzo alla gente per illuminare coloro che hanno smarrito la rotta o si trovano in mezzo alla tempesta. Consapevoli che la misericordia più grande è dire la verità con amore, andiamo al di là della compassione”. Quanto alle unioni omosessuali, “ci si è interrogati su quale attenzione pastorale sia opportuna di fronte a questa situazione riferendosi a quanto insegna la Chiesa: Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”.

E adesso? - Come ha detto Papa Francesco ai padri sinodali, “abbiamo un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare soluzioni concrete alle tante difficoltà e innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare; a dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie”. Un anno per lavorare sul documento finale, prenderlo in mano,  leggerlo attentamente e discuterne. Un impegno che attende non solo i padri sinodali ma ogni credente.

Buona settimana!

         Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 20 ottobre 2014  

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