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HOME > La Nota della Settimana > N° 32/2013

CHI HA IL POTERE LO ESERCITI
CON DISINTERESSE PERSONALE E RESPONSABILITÀ

 

“Di che cosa ha bisogno oggi il Paese?”  Una domanda che spesso ci facciamo di questi tempi e che  ricorre frequente nelle conversazioni, negli editoriali dei quotidiani, nelle interviste e nei dibattiti televisivi. Una domanda diventata ancor più di attualità dopo le ultime vicende politiche, che hanno visto fallire il tentativo di togliere la fiducia all’attuale governo nazionale. 

“La necessità che la nostra gente avverte – ha scritto monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti – Vasto, lo scorso 8 settembre su Il Sole 24 Ore - è che siano garantite alle famiglie serenità, possibilità di crescita per i figli e condizioni di vita dignitose per tutti, in particolare per le fasce più deboli: casa, lavoro, scuola, buona qualità della vita, percorsi di sviluppo umano integrale, fisico, psicologico e spirituale, sono attese diffuse, fondate nel rispetto dovuto a ogni persona. Proprio per questo il nostro popolo si aspetta dai politici che servano il bene comune con un impegno onesto, serio e perseverante, finalizzato a realizzare gli obiettivi legati a queste aspirazioni. L’impressione è che non sempre è così. Sembra anzi che gli interessi legati a gruppi di potere e l'avidità di singoli abbiano non di rado il sopravvento sul servizio al bene di tutti.”

Rapporto col territorio – Proseguendo nella sua analisi, monsignor Forte punta il dito contro le distorsioni dell’attuale legge elettorale, colpevole di allontanare sempre più gli eletti dagli elettori: “In particolare, il distacco fra i rappresentanti del popolo e il Paese reale si è accresciuto a causa dell' attuale legge elettorale, che consente ai poteri forti dei gruppi politici di nominare gli eletti e deresponsabilizza questi ultimi dal dovere di un rapporto attento, costante ed esigente col territorio che avreb­be dovuto esprimerli. Mi sembra, allora, che ci sia nel cuore della gente una chiara esigenza: chi ha il potere lo eserciti con disinteresse personale e senso di responsabilità, nel più rigoroso rispetto della legalità.”

Disinteresse personale – Monsignor Forte indica quindi nel disinteresse personale di chi sceglie di impegnarsi in politica la “condizione fondamentale del servizio da rendere al bene comune”; condizione che non possiede “chi è troppo attaccato al denaro” e “chi è ammalato di smodata ambizione e di sete di potere”. Per il cristiano poi «“la politica è una maniera esigente - anche se non la sola - di vivere l'impegno cristiano al servizio degli altri …” (Octogesima adveniens, 1971,46). Per chi si professa cristiano, il modello ineccepibile non può che essere Colui che “non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Marco 10,45). Risulta giusto, allora, aspettarsi dai politici un forte senso di responsabilità verso il compito cui sono chiamati. Que­sto esige che rispondano in pri­ma persona al dovere di promuovere e servire il bene di tutti, anche a prezzo del proprio, e comporta una continua attenzione ai bisogni reali della gente e al modo di soddisfarli nella maniera più equa per tutti.»

Senso di responsabilità - Per monsignor Forte “essere responsabili significa avvertire con profonda serietà il debito che ognuno di noi ha verso il bene di tutti. È riconoscibile questa serietà nei protagonisti della nostra scena politica? Guardando ad alcuni (valga il Capo dello Stato come esempio) viene da rispondere positivamente. Non pare, però, che sia così per tutti ...”

Rispetto della legalità – “Il rispetto della legalità – osserva monsignor Forte a conclusione della sua riflessione - non può non esigersi da chi ha responsabilità politiche. Rispettare la legge, anche se costa, è giusto e fecondo per tutti. I veri leader devono dare l’esempio di questo rispetto della legalità,  anche a prezzo personale, e proprio così potranno guadagnare in credibilità e autorevolezza per quanti si riferiscono ad essi.”

E noi? – Siamo convinti che non sarà lo scatenarsi di una volontà distruttiva, che vuol far piazza pulita di tutto, accompagnata dalla volgarità e dalla violenza verbale, che può generare una nuova qualità della nostra classe politica. Perché la classe politica nasce dal popolo. È inutile che ci arrabbiamo tanto, c'è sempre omogeneità tra gli eletti e gli elettori. Ci fa difetto il senso del vivere insieme, che comporta osservanza delle leggi, capacità di guardare oltre gli interessi individuali, partecipazione e collaborazione al bene di tutti. Ci sono tanti fatti che manifestano questa poca propensione a costruire insieme la vita comune, basta scorrere i titoli della cronaca di un giorno qualsiasi. Non c'è nessuna alba all'orizzonte finché non reagiamo a questi mali cronici. Una reazione che dipende da ciascuno di noi.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 14 ottobre 2013

 

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