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HOME > La Nota della Settimana > N° 31/2011

Tettamanzi: “Mantenete fisso lo sguardo su Gesù
e tenete come bussola il Vangelo»

 

Un triplice sguardo di gratitudine ha accompagnato l’augurio rivolto dal cardinale Dionigi Tettamanzi ai fedeli ambrosiani - fate “l’esperienza della gioia e della pace” - che gremivano il Duomo di Milano, lo scorso 8 settembre, per la solenne celebrazione eucaristica a conclusione del suo ministero episcopale in mezzo a noi. Con il primo sguardo, l’ormai arcivescovo emerito, ha inteso “fare memoria e rendere grazie a Dio della bellezza e della luminosità di questa nostra Chiesa ambrosiana”, il terzo sguardo si è fatto preghiera perché  “possiamo tutti avere veramente nel cuore il desiderio della santità: ciascuno nella sua vocazione, secondo il suo stato di vita.” Con il secondo sguardo, Tettamanzi ha invitato i fedeli ambrosiani a continuare nel «costante anelito verso quello slancio missionario» con cui ha «cercato di contrassegnare la vita della nostra Chiesa e delle nostre comunità.» Il cardinale ha poi così proseguito: «Fin dall'inizio del mio servizio episcopale ho voluto incoraggiare ad assumere con grande serietà la sfida di annunciare ancora e sempre il Vangelo. Sentivo nel cuore l'urgente necessità di un nuovo annuncio, a tutti e a ciascuno, ai vicini e ai lontani; non tanto con le parole, ma innanzitutto con una testimonianza personale della verità di Gesù Cristo e della bellezza della fede in una società che è in cerca di speranza. Auguro davvero che questa bellissima Chiesa di Milano sappia rinunciare a molte cose pur di non perdere ciò che è essenziale. Forse occorrerà ridurre qualcosa dei suoi programmi e delle sue istituzioni, ma semplicemente per renderla ancora più agile e più splendente, positiva, capace di entrare nel cuore delle persone e nei bisogni più veri di questa nostra generazione. Il nostro Paese ha bisogno di una Chiesa trasparente, che sia madre e maestra, comprensiva ed esigente, pronta solo a servire e non a conquistare, unicamente preoccupata di far incontrare Gesù Cristo mediante la fede e la carità, capace per questo di amare ogni uomo perché figlio di Dio. Nel difficile conflitto delle interpretazioni e nell'analisi complessa del tempo presente, al di là di ogni ideologia e oltre ogni opportunismo del momento, ho cercato e ho sempre chiesto a tutti voi di mantenere “fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Ebrei 12,2) e di tenere come bussola il Vangelo, parola, celebrazione e vita. Non finiremo mai di ritornare all'evidenza del Vangelo, alla sua forza irresistibile e alla sua divina capacità di aprire al futuro. Si annuncia il Vangelo con una vita sobria, con una solidarietà sincera, con la giustizia che onora la dignità personale di tutti, con il coraggio di scelte profetiche. Si annuncia il Vangelo con una vita ecclesiale basata sulla comunione che fonda la collaborazione e suscita la corresponsabilità. Si annuncia il Vangelo rendendo ragione della speranza che è in noi e facendolo davanti al mondo “con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza” (cfr. 1 Pietro 3,15s), non cedendo mai a nessun risentimento, ma divenendo seminatori di gioia e di pace.» (testo completo dell’omelia su www.chiesadimilano.it)

 

Il cardinale Tettamanzi, in nove anni di episcopato ambrosiano, è stato in visita ben otto volte alla nostra città. Di ognuna di esse conserviamo un ricordo significativo, ma in particolare sono ancora vive le immagini e le parole di tre celebrazioni, che desideriamo riproporre.    

“Gesù, risposta viva e personale ad ogni domanda”. Oltre tremila persone - venerdì 15 febbraio 2008, in una rigida serata d’inverno, spazzata da un’aria gelida – si sono ritrovate a percorrere la Via della Croce, al quartiere “Tre Torri”, guidati da Tettamanzi. Al termine del cammino, il cardinale ci ha invitato a “non fuggire mai di fronte alle fatiche, alle difficoltà e alle prove della vita. Anche noi portiamo sulle spalle e nel cuore delle croci, piccoli o grandi. Non scordiamoci mai che queste croci, pur pesanti, non sono mai qualcosa di inutile, come non lo è stata la croce di Cristo per la salvezza di ciascuno di noi.” Inoltre, Tettamanzi ci ha sollecitati a  non dimenticare mai che “la risposta viva, personale, alle nostre domande è proprio Gesù, che  ci risponde non tanto con le sue parole, ma con la sua vita” e a chiedere “al Signore che ci doni sempre, ma soprattutto nei momenti della croce, di imitare per davvero Gesù, per dire con tanta umiltà ma con tanto coraggio il nostro sì d’amore a Dio, perché vogliamo compiere sempre la sua volontà, e il nostro sì d’amore per i nostri fratelli.”

“Stringetevi a Cristo”. E’ l’invito forte ed appassionato che Tettamanzi ha ripetuto più volte durante la solenne celebrazione eucaristica – domenica 20 aprile 2008, al Parco dei germani - a conclusione della visita pastorale al decanato. Davanti a migliaia di fedeli, Tettamanzi ha ricordato che «c’è una frase bellissima all’inizio della Prima lettera di San Pietro: “Stringendovi a Cristo, pietra viva … anche voi venite impiegate come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale”. Abbiamo tutti bisogno di un abbraccio forte del Signore Gesù. Lui aspetta questo abbraccio. Ma la cosa ancora più affascinante è che anche se noi siamo distratti, anche se ci dimentichiamo di lui e ci allontaniamo da lui,  è lui che ha dentro il suo cuore il desiderio bellissimo di abbracciarci, di abbracciarci  forte. Allora il segreto della vita cristiana sta in questa comunione profonda, in questa intimità di conoscenza e di amore con il Signore: tutto questo si realizza attraverso la preghiera personale, in famiglia, nella comunità cristiana: in particolare nella celebrazione eucaristica. Siate tutti seminatori di speranza e portatori di gioia. Per noi la speranza è Cristo. Se Cristo è dentro di noi saremo noi nella gioia e riusciremo a seminare speranza e donare gioia a questo nostro mondo.»

“Vivere il comandamento di Cristo, che è il comandamento dell’amore”. Alla consacrazione dell’altare della prepositurale, domenica 13 dicembre 2009, Tettamanzi ha sottolineato che «come Chiesa siamo chiamati ad aprirci agli altri a entrare nel mondo. Per questo mi rivolgo ai genitori, agli educatori, agli insegnanti e chiedo a loro di saper annunciare Cristo e il suo Vangelo, di saper comunicare la fede cristiana ai loro figli, ai ragazzi, agli adolescenti, ai giovani, al futuro della nostra comunità cristiana e della nostra società. Questa missione di incontrarci con gli altri e di testimoniare Cristo e di annunciare il suo Vangelo è una missione che si esprime in una maniera molto semplice, che è possibile a tutti, che è doverosa, perché è straordinaria e importante:  si tratta di vivere nei confronti degli altri il comandamento di Cristo, che è il comandamento dell’amore. Amore che significa aprirsi agli altri, ascoltare gli altri, venire incontro agli altri, alle loro necessità, in modo che la gioia che il Signore ci dà, con i tesori che mette nei nostri cuori, e nella nostra vita, sia una gioia condivisa, anche con i nostri beni.»

 

Grati e riconoscenti. Siamo grati innanzitutto al Signore per aver donato alla nostra Diocesi un autentico “Pastore secondo il suo cuore”, affascinato dalla bellezza di Gesù e spesosi in un servizio d’amore per costruire una Chiesa più santa, e mai preoccupato di chi, di volta in volta, lo accusava o lo incensava.

 Rinnoviamo al cardinale Tettamanzi tutta il nostro sincero affetto e la profonda riconoscenza per il suo ministero in mezzo a noi, per la semplicità e cordialità che ci ha manifestato in tutte le occasioni che abbiamo avuto modo di incontrarlo, per le parole che ci ha rivolto, capaci ogni volta di scaldare i nostri cuori e di riempirli di speranza, per la luminosa e forte testimonianza che ci ha offerto nell’annunciare sempre e solo il Vangelo, ricordandoci cose spesso per noi scomode ma anche cose belle.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 12 settembre 2011

 

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