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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 2/2008

Migranti: la sfida dell’integrazione

 

Dalla solennità dell’Epifania, Festa delle genti, alla domenica successiva, l’attenzione della Chiesa è rivolta, in particolare, ai migranti. Infatti, da alcuni anni, alla seconda domenica di gennaio si celebra la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che è giunta quest’anno alla sua 94^ edizione. Il  tema scelto dal Santo Padre per il 2008 - “I giovani migranti” - è quanto mai attuale e pone in evidenza tre aspetti: la duplice appartenenza dei migranti, tra cultura d’origine e quella d’arrivo; la situazione, in condizioni disumane, di adolescenti e giovani nei campi profughi; l’esperienza di molti studenti universitari, che si trasferiscono all’estero per completare i loro studi.

Del messaggio del Papa ci sembrano particolarmente importanti, anche per le iniziative in atto nella nostra città, le riflessioni sul ruolo della famiglia e della scuola. «Per i giovani migranti – ha scritto Benedetto XVI - risulta particolarmente sentita la problematica costituita dalla cosiddetta “difficoltà della duplice appartenenza”: da un lato, essi sentono vivamente il bisogno di non perdere la cultura d'origine, mentre, dall'altro, emerge in loro il comprensibile desiderio di inserirsi organicamente nella società che li accoglie, senza che tuttavia questo comporti una completa assimilazione e la conseguente perdita delle tradizioni avite. Tra i giovani ci sono poi le ragazze, più facilmente vittime di sfruttamento, di ricatti morali e persino di abusi di ogni genere. Che dire poi degli adolescenti, dei minori non accompagnati, che costituiscono una categoria a rischio tra coloro che chiedono asilo? Questi ragazzi e ragazze finiscono spesso in strada abbandonati a se stessi e preda di sfruttatori senza scrupoli che, più di qualche volta, li trasformano in oggetto di violenza fisica, morale e sessuale. … Come rispondere alle attese dei giovani migranti? Che fare per venire loro incontro? Occorre certo puntare in primo luogo sul supporto della famiglia e della scuola ... All'interno delle famiglie sono venuti meno i tradizionali ruoli che esistevano nei Paesi di origine e si assiste spesso ad uno scontro tra genitori rimasti ancorati alla loro cultura e figli velocemente acculturati nei nuovi contesti sociali. Né va sottovalutata la fatica che i giovani incontrano per inserirsi nei percorsi educativi vigenti nei Paesi in cui vengono accolti. Lo stesso sistema scolastico pertanto dovrebbe tener conto di queste loro condizioni e prevedere per i ragazzi immigrati specifici itinerari formativi d'integrazione adatti alle loro esigenze. Importante sarà anche l'impegno di creare nelle aule un clima di reciproco rispetto e dialogo tra tutti gli allievi, sulla base di quei principi e valori universali che sono comuni a tutte le culture. L'impegno di tutti docenti, famiglie e studenti - contribuirà certamente ad aiutare i giovani migranti ad affrontare nel modo migliore la sfida dell'integrazione ed offrirà loro la possibilità di acquisire quanto può giovare alla loro formazione umana, culturale e professionale.»

 

In campo educativo, nella nostra città, nell’ambito della collaborazione tra parrocchie e Comune, sono operanti due Centri di aggregazione giovanile “Friends” (uno nella Parrocchia San Giuseppe Lavoratore e l’altro nella Parrocchia Madonna del Divin Pianto) per i ragazzi delle medie e un laboratorio “Variopinto”, in Oratorio Sacer, per i  bambini delle elementari. Queste tre iniziative, aperte a italiani e stranieri, sono gestite dalla Cooperativa “Farsi prossimo” della Caritas Ambrosiana, che si avvale di educatori professionisti e di volontari. In oltre dieci anni di attività dei Centri sono passati circa 300 ragazzi; mentre 200 bambini hanno frequentato, in nove anni, il laboratorio. Risultanti significativi sono stati conseguiti, per i bambini e ragazzi stranieri che li hanno frequentati, in ambito scolastico e d’integrazione.

 

Quest’anno c’è poi un anniversario, sempre a livello locale, che imprime un significato particolare alla Giornata mondiale del migrante: il decimo anno di attività della Scuola di italiano per stranieri.

Un’iniziativa lungimirante che, dopo i primi timidi passi, è riuscita a proseguire con continuità.

Del suo primo anno di attività, ecco due testimonianze. La prima: «È decollata da alcuni mesi la scuola di italiano per stranieri, su iniziativa delle Acli locali e di alcuni volontari cernuschesi. La scuola conta circa una ventina di iscritti (anche se la presenza è in molti casi saltuaria) seguiti da un ristretto numero di docenti volontari; la nuova struttura sta evidentemente crescendo pur fra molti problemi organizzativi che però non sminuiscono il ruolo di primo e unico, sul territorio cittadino, momento di relazione con la nuova cultura per lo straniero neo-immigrato.» (Stefano Andreoni, Voce Amica, aprile 1998).

La seconda: «Da gennaio a maggio si è organizzata la scuola di italiano per stranieri, ospitata dall’Oratorio Sacer, alla quale hanno preso parte una trentina di alunni provenienti da Cuba, Spagna, Germania, Marocco, Egitto, Albania, Bosnia e Pakistan. Per questa impresa hanno dato la loro adesione ben nove insegnanti locali. Con il prossimo ottobre si riprenderà l’iniziativa che vedrà interventi articolati in lezioni vere e proprie, momenti d’insieme e incontri con realtà locali. Tutto ciò nella prospettiva di creare un Centro interculturale che avrà come scopo quello di fare incontrare gli stranieri presenti da noi.» (Angelo Levati, Voce Amica, settembre 1998)

 

Come oggi può essere letto l’atteggiamento dei Cernuschesi nei confronti dei migranti? Accanto ad un impegno serio e qualificato volto a favorire la piena integrazione degli immigrati – come indicano le iniziative a cui abbiamo accennato, ad opera soprattutto delle Parrocchie cittadine e delle associazioni di volontariato di ispirazione cristiana – c’è però una larga fascia di concittadini che è facile preda dell’emotività. Come non ricordare, a questo riguardo, la raccolta di firme di un anno fa contro la costruzione del Villaggio solidale?

Se un fenomeno complesso come l’immigrazione non viene ben governato dalle pubbliche istituzioni, il risultato è la paura dei cittadini e l’angoscia degli stessi immigrati. Le strumentalizzazioni politiche devono essere lasciate da parte, perchè altrimenti non se ne verrà mai fuori.

Ci sono alcune cose che anche noi semplici cittadini possiamo fare ogni giorno per favorire il pieno inserimento degli immigrati nella nostra comunità. Innanzitutto, mettendo in atto quella che è stata definita “l’integrazione da pianerottolo, da scuola, perfino da mercato.” Ci vuole poco: una cortesia, un aiuto, una disponibilità, un saluto.

Poi favorire i ricongiungimenti famigliari perché la famiglia immigrata può rappresentare un guadagno demografico per una società vecchia e sterile come la nostra; un guadagno economico, per la disponibilità di manodopera per i lavori che non ci interessano più; un guadagno culturale perché educa a pensare in maniera mondiale; un guadagno sociale perché migliora la coesione sociale.

 

Ma, ancora prima di tutto questo, accogliere il fratello migrante significa mostrare che “il Vangelo è vivo”.

 

Carlo & Ambrogio

 

P.S. - Fa piacere leggere che non siamo stati i soli (“note” del 15 e 29 dicembre 2007) a notare l’incuria in cui è lasciata, da parecchie settimane, la città. “Vivere Cernusco” - lista civica che sostiene l’attuale amministrazione comunale - ha, infatti, chiesto le dimissioni del consiglio d’amministrazione della “Cernusco Verde”, società incaricata dal nostro Comune per la pulizia delle strade e dei parchi e la raccolta dei rifiuti, “per incapacità gestionale”.

 

Cernusco sul Naviglio, 12 gennaio 2008

 

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