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HOME > La Nota della Settimana > N° 29/2014

“EDUCARE ALLA CUSTODIA DEL CREATO”

Le vacanze possono essere un tempo di stacco nel quale trovare un ritmo e un contesto «altro», spazio nel quale pren­dere le distanze da quanto ci accade ogni giorno per guardare a noi stessi, agli altri e al mondo con un occhio diverso, meno miope, meno appannato dall’abitudine. L’estate, stagione in cui riusciamo nono­stante tutto a collocare qualche settimana, o almeno qualche giorno, di vacanza può essere tempo propizio per «torna­re al nostro cuore». Certo, per approfittare di questo tempo bisogna che ci accostia­mo ad esso in modo diverso da quello con cui siamo soliti affrontare gli impegni e gli incontri di ogni giorno: senza fretta, senza stress di dover ottenere qualcosa, senza smania di misurare a ogni istante il risultato ottenuto, il «guadagno» che un determinato comportamento produce. Non si tratta necessariamente di isolarsi dagli altri, di fuggire ambienti e persone familiari, né di sognare luoghi mitici che facciano scomparire come d’incanto le ne­gatività che ci portiamo dentro e che ci attorniano. Si tratta piuttosto di guarda­re ogni cosa con uno sguardo rinnovato. In fondo basterebbe dare alla nostra giornata un ritmo e un clima più natura­li, più umani, liberi dai condizionamenti che subiamo dall’esterno. Basterebbero pochi gesti e qualche scelta controcorrente: per esempio, provare a contemplare il creato in mo­menti d’oro come l’aurora o il crepuscolo, attimi che la nostra vita frenetica ci fa sempre attraversare nel sonno, nella stan­chezza, nella fretta.

Il creato non è una proprietà. Il creato è un dono -  “Quando i nostri occhi sono illuminati dallo Spirito – ha detto Papa Francesco, nell’udienza generale del 21/05/2014 - si aprono alla contemplazione di Dio, nella bellezza della natura e nella grandiosità del cosmo, e ci portano a scoprire come ogni cosa ci parla di Lui e del suo amore. Tutto questo suscita in noi grande stupore e un profondo senso di gratitudine!” Allo stesso tempo il Papa ha però messo in guardia “dal rischio di considerarci padroni del creato. Il creato non è una proprietà, di cui possiamo spadroneggiare a nostro piacimento; né, tanto meno, è una proprietà solo di alcuni, di pochi: il creato è un dono, è un dono meraviglioso che Dio ci ha dato, perché ne abbiamo cura e lo utilizziamo a beneficio di tutti, sempre con grande rispetto e gratitudine.” Francesco ha quindi invitato a “custodire il creato poiché è un dono che il Signore ci ha dato, è il regalo di Dio a noi; noi siamo custodi del creato. Quando noi sfruttiamo il creato, distruggiamo il segno dell’amore di Dio.” “Se noi distruggiamo il creato .- è stato il monito del Papa - il creato ci distruggerà! Non dimenticate questo.”

9ª Giornata per la custodia del creato - Il prossimo 1° settembre si celebrerà la 9ª Giornata per la custodia del creato sul tema “Educare alla custodia del creato, per la salute dei nostri paesi e delle nostre città”. Nel messaggio che la Commissione episcopale per l´ecumenismo e il dialogo interreligioso e la Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Conferenza episcopale Italiana hanno diffuso per l’occasione si sottolinea che “se viene spezzata l’armonia creata dall’alleanza con Dio, si spezza anche l’armonia con la terra che langue, si diventa nemici versando sangue su sangue e il nostro cuore si chiude in paura reciproca, con falsità e violenza” e si ricordano “lo smarrimento che vivono molti territori inquinati in Italia e nel mondo”.

Tre fattori di gravità - Le Commissioni citate individuano, nel contesto attuale, tre “gravità” che minacciano l’ambiente e la natura. Innanzitutto, ricordano che “viviamo con terrore l’inquinamento, che in vaste aree del pianeta si fa sempre più pervasivo” questo accade perché “non sempre le attività produttive sono condotte con il dovuto rispetto del territorio circostante. La sete del profitto, infatti, spinge a violare tale armonia, fino alla diffusione nell’ambiente di veri e propri veleni.”  Altra criticità è rappresentata dalle “conseguenze disastrose determinate da eventi meteorologici estremi” che evidenziano la carente consapevolezza da parte della comunità civile nazionale circa le vere cause che a monte determinano questi tristi eventi! Restiamo sì addolorati, ma poco riflettiamo ed ancor meno siamo disposti a cambiare, per mettere in discussione il nostro stile di vita!”. Infine, “un terzo fattore di gravità è rappresentato dalla mancanza di una vera cultura preventiva davanti ai tanti disastri sociali e meteorologici. È l’aspetto culturale del problema, di certo l’aspetto più preoccupante.”

La coscienza di un impegno culturale – A fronte delle tre inside indicate, i nostri vescovi suggeriscono alcuni impegni conseguenti: la coscienza di un impegno culturale; la denuncia davanti ai disastri; la rete di speranza nel futuro.

La custodia della terra ci chiede di amarla, vigilando con matura consapevolezza. La terra ci appartiene. Tutti siamo chiamati a questo compito che si fa premura già nelle scuole accrescendo la coscienza ecologica viva tra i giovani. Si tratta di concretizzare quella ‘conversione ecologica’ che ci porta a ritrovare il gusto per la bellezza della terra e lo stupore davanti alle sue meraviglie. Ma da qui, anche la capacità critica per cogliere le ingiustizie presenti in un modello di sviluppo che non rispetta l’ambiente. Abbiamo cioè bisogno di un’economia capace di generare lavoro senza violare la terra, valorizzandola piuttosto come ricchezza produttiva e come crescita sociale.”

La denuncia davanti ai disastri - “La custodia del creato è fatta anche di una chiara denuncia nei confronti di chi viola quest’armonia del creato. È una denuncia che spesso parte da persone che si fanno sentinelle dell’intero territorio, talvolta pagando di persona”. “In particolare va bloccata la criminalità che ha speculato sui rifiuti, seppellendoli e creando occasione di morte, distruggendo la salubrità dell’ambiente. Ma anche le nostre piccole violazioni quotidiane vanno segnalate, quando siamo poco rispettosi delle regole ecologiche.”.

Una rete di speranza per il futuro – Il terzo impegno è un invito “a fare rete” con la società civile e le istituzioni” per “maturare insieme una rinnovata etica civile. Per questo è preziosa la dimensione ecumenica con cui è vissuta la giornata della custodia del creato. È importante che nessuno resti spettatore, ma tutti attori, vigilando con amore, pregando intensamente lo Spirito di Dio, che rinnova la faccia della terra, e accrescendo la cultura ecologica. Matureremo così una vera cultura preventiva, trovando la forza per riparare le ferite in modo fecondo. Solo così, tramite questa rete, potremo andare alle radici profonde dei disastri sociali ed ecologici, superando la superficiale emozione del momento. Tanti nostri stili di vita vanno cambiati, per assumere la sobrietà come risposta autentica all’inquinamento e alla distruzione del creato.”

Rispettare l’ambiente e la natura - Papa Francesco durante la sua breve visita a Caserta, lo scorso 26 luglio, ha nuovamente posto l’accento sulla salvaguardia del creato, in un territorio tristemente noto come “terra dei fuochi”: «Dare il primato a Dio significa avere il coraggio di dire no al male, no alla violenza, no alle sopraffazioni, per vivere una vita di servizio agli altri e in favore della legalità e del bene comune. Quando una persona scopre Dio, il vero tesoro, abbandona uno stile di vita egoistico e cerca di condividere con gli altri la carità che viene da Dio. Chi diventa amico di Dio, ama i fratelli, si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l’ambiente e la natura.»

Il tempo delle vacanze che stiamo per iniziare ci aiuti – come ci ha esortato Papa Francesco – a prendere il “serio impegno di rispettare e custodire il creato, di essere attenti ad ogni persona, di contrastare la cultura dello spreco e dello scarto, per promuovere una cultura della solidarietà e dell’incontro”.

Buona settimana e buone vacanze!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 28 luglio 2014

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