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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 29°/2008

“Giovani, siate profeti di una nuova era”

 

Impossibile questa settimana non parlare dei giovani. Infatti, si è appena conclusa, a Sydney, la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), che ha visto la partecipazione di oltre cinquecentomila giovani provenienti da ogni parte del mondo. Questo evento ha trovato ampio spazio sui media cattolici italiani, a differenza di altre testate nazionali che si sono soffermate unicamente su alcuni aspetti di maggior richiamo per il grande pubblico (il rispetto per l’ambiente e la condanna dei preti pedofili …). Anche i media australiani all’inizio hanno presentato la GMG in maniera negativa, evidenziando solo i problemi legati alla confusione e all’ordine pubblico, ma con il passare dei giorni, quando con sorpresa hanno visto che i ragazzi erano pacifici e non creavano difficoltà, hanno cambiato tono e hanno scritto che è stato bello per l’Australia accogliere tutti quei giovani.

 

Sono stati tantissimi i messaggi importanti lanciati durante questa GMG, convocata a riflettere sul tema “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni”.

Raccogliamo qui solo quelli proposti durante la Messa conclusiva, in cui il Papa è andato dritto all’essenziale, con la preoccupazione e la fiducia di un padre che ai figli sta consegnando il futuro. L’anziano Pontefice ha chiesto alle nuove generazioni di pensare e costruire una nuova era.

 

“L’amore di Dio - ha detto Benedetto XVI ai giovani - può effondere la sua forza solo quando gli permettiamo di cambiarci dal di dentro. Noi dobbiamo permettergli di penetrare nella dura crosta della nostra indifferenza, della nostra stanchezza spirituale, del nostro cieco conformismo allo spirito di questo nostro tempo. Solo allora possiamo permettergli di accendere la nostra immaginazione e plasmare i nostri desideri più profondi”. Di qui l’invito alla “preghiera”, personale e liturgica, per disporci a “ricevere la ‘forza che proviene dall’alto’, una forza che ci rende idonei ad essere sale e luce per il nostro mondo”.

 

“Che cosa lascerete voi alla prossima generazione? State voi costruendo le vostre esistenze su fondamenta solide, state costruendo qualcosa che durerà? State vivendo le vostre vite in modo da fare spazio allo Spirito in mezzo ad un mondo che vuole dimenticare Dio, o addirittura rigettarlo in nome di un falso concetto di libertà? Come state usando i doni che vi sono stati dati? Che eredità lascerete ai giovani che verranno? Quale differenza voi farete?”: ha domandato il Pontefice.

 

“La forza dello Spirito Santo non ci illumina soltanto né solo ci consola. Ci indirizza anche verso il futuro”, ha proseguito. “Rafforzata dallo Spirito e attingendo ad una ricca visione di fede – ha detto il Papa - una nuova generazione di cristiani è chiamata a contribuire all’edificazione di un mondo in cui la vita sia accolta, rispettata e curata amorevolmente, non respinta o temuta come una minaccia e perciò distrutta”. È necessaria “una nuova era in cui l’amore non sia avido ed egoista, ma puro, fedele e sinceramente libero, aperto agli altri, rispettoso della loro dignità, un amore che promuova il loro bene e irradi gioia e bellezza. Una nuova era nella quale la speranza ci liberi dalla superficialità, dall’apatia e dalla chiusura che mortificano le nostre anime e avvelenano i rapporti umani”. 

 

“Cari giovani amici – ha continuato Benedetto XVI - il Signore vi sta chiedendo di essere profeti di questa nuova era, messaggeri del suo amore, capaci di attrarre la gente verso il Padre e di costruire un futuro di speranza per tutta l’umanità”. Il mondo, infatti, “ha bisogno di questo rinnovamento! In molte nostre società, accanto alla prosperità materiale, si sta allargando il deserto spirituale: un vuoto interiore, una paura indefinibile, un nascosto senso di disperazione”.

“Quanti dei nostri contemporanei sono come cisterne screpolate e vuote – ha riflettuto il Pontefice - in una disperata ricerca di significato, di quell’ultimo significato che solo l’amore può dare?”. Questo, ha chiarito, “è il grande e liberante dono che il Vangelo porta con sé: esso rivela la nostra dignità di uomini e donne creati ad immagine e somiglianza di Dio. Rivela la sublime chiamata dell’umanità, che è quella di trovare la propria pienezza nell’amore. Esso dischiude la verità sull’uomo, la verità sulla vita”.

 

“Aprite il vostro cuore alla  forza dello Spirito Santo” e, ha concluso il Santo Padre, non abbiate “paura di difendere Cristo, lasciando che la verità del Vangelo permei il nostro modo di vedere, pensare ed agire, mentre lavoriamo per il trionfo della civiltà dell’amore”.

 

Per chi lo desidera ulteriori approfondimenti sulla GMG si possono trovare sul sito web:  www.gmg2008.it  

 

Volgendo l’attenzione alla nostra realtà giovanile locale ci sono due annotazioni che desideriamo fare. La prima ci è stata offerta dall’ascolto su RCS, dalla viva voce dei protagonisti, dell’attività svolta in questi anni dal Centro di Aggregazione Giovanile diretto da Nico Acampora.

Una delle ultime iniziative organizzate dal centro è stato “Sconcerto”, un evento musicale che ha visto la partecipazione di circa 7000 giovani e oltre una cinquantina di volontari impegnati nella sua preparazione e gestione. “Ragazzi volonterosi - ha detto Acampora - che avevano voglia di lavorare, contrariamente a quanto si dice di solito di loro, di fare fatica e di fare qualcosa di utile per gli altri.”

Il CAG - la cui nuova sede, più grande ed accogliente, è in costruzione in via Don Sturzo (quartiere Aler) - è attivo da quindici anni ed “è cresciuto con i ragazzi che l’hanno frequentato.” C’è chi dopo aver partecipato alle sue attività ha deciso di diventare a sua volta educatore e si è iscritto al corso di laurea in scienza dell’educazione. Dopo il CAG, è nato Omnibus, educativa di strada, è lo Spazio giovani Martesana (pure sito web) che è il progetto che raggruppa tutte le educative di strade e i CAG del nostro territorio.

Tra le iniziative del centro anche una visita al campo di concentramento di Mathausen e una gita in Valsesia per fare rafting.  

Quanti giovani sono passati dal CAG? “Credo alcune migliaia - ha detto Acampora - anche se è difficile dirlo. Il CAG è aperto ai giovani dai 14 e 21 anni. È un servizio educativo e le sue attività sono finalizzate ad un unico scopo: far crescere e far sperimentare ai ragazzi momenti di crescita, di fatica, di sostegno, che li faccia diventare adulti il più possibile felici, una parola oggi fuori moda.”

Invitiamo ad andare a leggere la testimonianza di una madre - “Grazie C.A.G.” -  pubblicata sulla piazzetta di questo sito: «Mio figlio frequenta il CAG con gioia e passione … con il tempo l’ho visto più sereno e tranquillo con noi e soprattutto l’ho visto crescere nelle esperienze che gli educatori gli proponevano.» 

Non c’è che da essere soddisfatti quando una iniziativa funziona e funziona bene!

 

La seconda annotazione riguarda un incontro di alcuni giorni fa con un signore ormai sull’ottantina - ben celati dalla sua buona forma fisica, attento a ciò che lo circonda e a volte anche tranciante nei suoi giudizi. L’energico ottantenne ci ha detto che un importante luogo di aggregazione giovanile cittadino non sarebbe estraneo allo spaccio di droghe e ad atti di bullismo. Ci raccontava, infatti, che domenica scorsa ha richiamato dei ragazzotti che stavano importunando una signora: non lo avesse mai fatto! È stato subito circondato e minacciato dal “branco”.

Non si deve avere timore a rendere noti questi episodi, quando accadono. Non dobbiamo essere preoccupati unicamente di conservare il buon nome dei nostri luoghi di aggregazione.

Non possiamo sempre pensare che Cernusco sia un’isola felice e che certi fenomeni interessano solo altre località. Oggi, ci piaccia o meno, dobbiamo confrontarci con questa difficile realtà.

La risposta di fronte a queste difficoltà non può essere certo quella di rinchiuderci ancora di più nei nostri ambienti e di erigere steccati, ma – come richiamava anche don Luigi nel suo editoriale su Voce Amica di luglio – di darsi da fare per costruire “una vera alleanza tra tutti coloro che hanno a cuore l’educazione integrale delle nuove generazioni” e, aggiungeva il Prevosto, di “provare a parlarne e a fare qualcosa?”                  

 

Per il filosofo Giovanni Reale (Avvenire, 31 maggio 2008) “Il problema dell’educazione dei giovani è in realtà il problema dell’essere uomo nella società d’oggi. Perché la questione, a mio modo di vedere, è questa: è crisi tra i giovani perché è crisi tra i padri e le madri. … Per i Greci, nostri maestri, la verità di una filosofia si misurava non nella coerenza delle idee e delle dimostrazioni che il filosofo presentava, ma nella coerenza con la sua vita, se è vero quello che dici io lo verifico nella vita che conduci. A maggior ragione, questo vale oggi per i padri, le madri, gli educatori. Le chiacchere non servono a nulla: del padre e della madre i figli colgono ciò che fanno prima di ciò che dicono, che è, se non secondario, perlomeno conseguente.”  

Allora, “vogliamo provare a parlarne e a fare qualcosa?”

 

Ci stiamo avvicinando al mese di agosto e tradizionalmente le notizie importanti cedono il passo alla cronaca spicciola. Staremo a vedere se sarà così anche quest’anno!

Carlo & Ambrogio

 

Cernusco sul Naviglio, 19 luglio 2008

 

 

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