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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 28/2010

ORATORIO FERIALE: ALLEGRIA E SERIETÀ PORTANO A CIFRE DA RECORD

Già la scorsa settimana, in chiusura della nostra Nota, abbiamo accennato al Fenomeno “estate in oratorio”, boom di presenze in diocesi con oltre 400.000 ragazzi coinvolti e 40.000 animatori, per lo più adolescenti, a seguirli nelle numerose attività quotidiane. Abbiamo poi aggiunto che anche per la nostra Comunità pastorale cittadina i dati comunicati da don Andrea sono da record: in Sacer 720 iscritti, all’Oratorio Paolo VI 280 partecipanti e all’Oratorio del Divin Pianto 130, oltre ai 200 animatori e alle tante mamme e nonne che offrono gratuitamente la loro collaborazione (in cucina, per le pulizie, in segretaria e infermeria).

C’è innanzitutto una prima importante riflessione da fare sulla distanza sempre più ampia che si sta creando tra la gente comune e una certa elite intellettuale del nostro Paese, che domina nei mezzi di informazione (in particolare, quotidiani e televisione). «Dopo aver doverosamente parlato a più riprese della tremenda ferita della pedofilia - ha scritto in un suo editoriale l’Agenzia Sir - ci si trova oggi di fronte alle attività estive che in tutta Italia coinvolgono centinaia di migliaia di bambini, giovani e adulti nelle parrocchie, nelle diocesi, nelle associazioni. Si ripete con non meno partecipazione degli anni precedenti un'esperienza popolare fondata sulla fiducia, sul senso di responsabilità, sulla condivisione di una proposta educativa. È anche questa una risposta, tra le più significative, all'annuncio spesso gridato dell'incrinarsi delle relazioni all'interno della Chiesa.
Ciò che sta accadendo negli oratori, nei campi estivi e nelle mille diverse attività estive della realtà ecclesiale e dell'associazionismo cattolico mette in discussione la sicurezza di tante valutazioni e previsioni pessimistiche.
Mettersi in discussione di fronte all'evidenza è scomodo, anche per i media: meglio tacere oppure fingere che quanto sta accadendo di bello e positivo sotto gli occhi di tutti non esista o sia assai poco rilevante.
Quindi nessuna riga, nessuna immagine sull'estate di centinaia di migliaia di ragazzi, giovani e adulti tranne che accada qualche incidente di percorso. È vietato raccontare la vita normale della Chiesa.»
Sia chiaro, la ricerca della verità è irrinunciabile e non deve essere rallentata o condizionata, ma occorre anche saper distinguere tra la volontà di ricerca della verità e la volontà di perseguire altri obiettivi.
 

Una seconda riflessione, che riempie di fiducia e di speranza, riguarda i tanti animatori che si sono lasciati coinvolgere in questa bella esperienza di oratorio feriale.

Quando un giovane impara a lasciarsi importunare dalle esigenze degli altri – ha scritto don Andrea per Voce Amica di luglio 2010 - quando un ragazzo, una ragazza imparano a servire, acquisiscono uno stile di vita che rimane per sempre e che porta frutto abbondante. La generosità viene sempre premiata da Dio.”

A questi animatori, per la gran parte adolescenti, è stata data piena fiducia. “La diamo noi preti e responsabili – ha scritto don Samuele Marelli, direttore della Fondazione oratori milanesi - ma soprattutto la danno i genitori che hanno iscritto i loro figli, non solo perché - come spesso si dice - non sanno dove mandarli, ma anche perché credono che l’oratorio sia un posto sicuro, in cui si cresce con un certo stile evangelico e, soprattutto, vedono i loro figli tornare a casa stanchi, ma contenti, sereni e sorridenti. L’oratorio ha questo segreto, che in estate diventa ancora più evidente: è un luogo dove piccoli e grandi si trovano allegramente bene e dove gli impegni vengono presi sul serio, anche dai più giovani.
Allegria e serietà in oratorio sono le due facce della stessa medaglia. Il senso di responsabilità nasce dalla gratuità con cui in oratorio ci si spende. Tutti quelli che volontariamente vi operano - e sono tantissimi - danno il massimo perché credono nell’efficacia della sua proposta educativa. Ma c’è anche qualcosa in più: chi lavora in oratorio si esercita nell’amore, prova la gioia del dare e gusta sulla sua pelle la pratica del Vangelo. L’oratorio riempie così la vita di chi dona le sue energie e di chi le riceve.»

Quello dell’animatore è un lavoraccio - lo sappiamo bene per averlo sperimentato personalmente e per averlo poi sentito raccontare con gioia dai nostri figli e da quelli dei nostri amici - perché riuscire a mantenere viva l’attenzione e l’interesse dei ragazzi per un’intera giornata è cosa difficile. Ma è anche una di quelle esperienze che lasciano il segno, che non si dimenticano più.

 

C’è una terza riflessione che ci sembra di cogliere nell’esperienza dell’oratorio feriale. «Nei cortili dei nostri oratori - è sempre don Samuele Marelli a sottolinearlo - i ragazzi sentono che dietro alle attività c’è un progetto comune, ma, sopra ogni cosa, godono della forza di un gruppo di persone - dagli adolescenti a qualche giovane coordinatore, ai genitori, insieme con il prete e la suora - che anima e crea comunione.
Fare in modo che le attività siano sempre orientate da un progetto e costruire la vita dell’oratorio intorno a una larga forma di corresponsabilità e comunione sono le fondamenta su cui l’oratorio può considerarsi sempre “nuovo”, capace di stare sulla soglia come “sentinella”, con una bussola chiara che trova nel Vangelo la sua direzione e la sua strada.»

Avere un progetto, costruire corresponsabilità, creare comunione: è una sfida e un impegno che si allarga dall’oratorio a tutta la Comunità pastorale, per guardare all’essenziale. “E l’essenziale è ancora la missione della Chiesa, vale a dire la forza di poter annunciare Gesù Cristo come il senso definitivo alla domanda che ogni persona ha nel più profondo di se stesso.”

 

Nelle nostre precedenti Note, in più di un’occasione, ci è capitato di evidenziare l’importanza del principio della sussidiarietà. Gli oratori feriali cittadini sono proprio un bel esempio di sussidiarietà.

Gli oratori, con le tante iniziative estive, si dimostrano ancora una volta una risorsa del territorio, perché svolgono un importante servizio per le famiglie e per l’educazione delle giovani generazioni, senza nulla chiedere in cambio. È un luogo in cui c’è tanta passione e si lavora parecchio di fantasia, dove – come ha scritto don Andrea – “tutti ci ricordiamo che la nostra vita è donazione autentica e generosa” e nessuno dice che fin qui tocca a me, poi tocca all’altro, perché così sta scritto nel regolamento che disciplina il servizio.
 

Infine, c’è un anniversario significativo che non possiamo dimenticare e che idealmente si pone in continuità con quanto abbiamo scritto sinora. Cinquant’anni fa, il 10 luglio 1960, cessava la sua esistenza terrena Stefano Ghezzi - sindaco della nostra città dal 1920 al 1925 e poi dal 1953 al 1960 - esponente di punta di “una nuova classe politica integralmente cattolica”, formatasi all’Oratorio. Ma di questo Sindaco, stimato e rispettato da tutti, parleremo la prossima settimana.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 12 luglio 2010

 

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