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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 27°/2008

Immigrazione, importanti la riflessione e il confronto

 

Nell’ambito della “Festa delle culture”, promossa dall’amministrazione comunale in collaborazione con diverse associazioni cittadine, è stato organizzato un incontro sul tema “Un ponte tra le culture”.

Il giorno e l’orario scelto - sabato 5 luglio, ore 18.00, sala consiliare - non potevano certo far sperare in una larga partecipazione, comunque erano presenti una trentina di persone, ma soprattutto sono state interessanti le relazioni e le testimonianze offerte.

È  toccato a don Alessandro Vavassori della Pastorale dei Migranti di Milano, che è stato per alcuni anni anche vicario parrocchiale nella nostra città, proporre la prima relazione.

Dopo aver richiamato due testi da lui ritenuti fondamentali per inquadrare correttamente il problema dell’immigrazione - la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro Famiglie (Onu, 18 dicembre 1990) e la nostra costituzione (articoli 2,3, e 4) - ha invitato a considerare “la migrazione un dato di fatto, che si suppone essere un destino futuro per l’Italia. E allora le leggi la dovrebbero amministrare, dovrebbero farla entrare nei circuiti della legalità e dell’integrazione”

Don Alessandro ha, quindi, ampiamente trattato il tema della cittadinanza, nel senso dell’appartenenza allo Stato in cui si vive, indipendentemente dal luogo di nascita. Il concetto di cittadinanza è strettamente legato a quello della dignità di ogni persona umana. Promuovere una cittadina attiva, anche per l’immigrato, non può che produrre risultati positivi, perché quando una persona si sente accolta e come se fosse a casa sua.

Nella sua lunga esperienza con gli immigrati, don Alessandro ha riscontrato due problemi che ostacolano il conseguimento della cittadinanza: la difficoltà per loro di trovare un lavoro che corrisponda agli studi fatti ed alle esperienze professionali maturate, con conseguente scontentezza e disorientamento; i salari bassi che non garantiscono livelli di vita dignitosi. A quest’ultimo proposito, il sacerdote ha accennato ad un interessante accordo - che è stato recentemente formalizzato tra il Comune di Sesto San Giovanni, la locale BCC e un’associazione cittadina - per agevolare l’offerta di case in affitto agli immigrati. Che si possa fare anche a Cernusco? Perché non provare?

Don Alessandro, a conclusione del suo interevento, ha ricordato che la solidarietà è un principio fondamentale da promuovere e vivere, per aiutare anche a superare tante paure che si hanno in tema di immigrazione.

Un operatore della Caritas Ambrosiana ha poi raccontato la sua esperienza nei campi rom di Milano e provincia. Partendo da una breve analisi storica, ha invitato a superare molti pregiudizi verso queste popolazioni, sottolineando che “fare ponte” con altre culture vuol dire innanzitutto conoscere chi abbiamo di fronte, informarsi e instaurare relazioni personali. Incominciando con le piccole occasioni, per cercare l’incontro con gli immigrati, per fare piccole cose “con” loro e non “per” loro.

Sulla base della sua esperienza personale, i campi rom, “una scelta tutta italiana”, sono espressione di “una politica fallimentare verso l’immigrazione”. A tal proposito ha aggiunto: “Che cosa ci si può aspettare da un campo rom collocato in una zona isolata, ai margini della città, vicino alle grandi arterie stradali, magari anche ad una discarica, in luoghi dediti allo spaccio e alla prostituzione?”

 

Come noto, al centro del dibattito, nell’opinione pubblica nazionale, in questi giorni, vi è la questione delle impronte digitali ai minori rom. Al riguardo, condividiamo quanto scritto da Carlo Cardia su Avvenire di sabato 5 luglio. Dopo aver rilevato, che la Carta dei valori della cittadinanza e dell’integrazione, elaborata nel 2007,  indica “nel matrimonio forzato dei minori e nell’evasione dell’obbligo scolastico due mali endemici da combattere per offrire agli stranieri una prospettiva di vita libera e consapevole”, osserva che “è necessario un confronto e un incontro tra tutti gli interessati, per valutare quando il provvedimento è proporzionato al raggiungimento di uno scopo (identificare il minore, favorire la frequenza scolastica, liberare i bambini da più gravi rischi di sfruttamento) e quando invece assume carattere discriminatorio, se esso riguarda soltanto chi non ha alcuna documentazione, e se può essere sostituito da altra misura. Approfondendo la riflessione e il confronto si potrà fare chiarezza su un punto che colpisce la coscienza e la sensibilità di tutti.”

 

In settimana c’è stata la riunione del consiglio comunale, giovedì 3 luglio, che ha approvato alcuni importanti punti: il trasferimento in uso gratuito alla Provincia dell’edificio scolastico di via Volta (sede dell’Ipsia), che così potrà essere riqualificato; la concessione in comodato d’uso al Comune di Milano di un’area in prossimità del Parco Comi, per consentire finalmente l’installazione di due ascensori alla stazione della metropolitana; l’adozione di nuove norme tecniche attuative del Piano regolatore vigente, di modifiche al Regolamento edilizio e al Piano di zonizzazione acustica. Inoltre, è stata approvata all’unanimità una mozione per l’eliminazione del casello sulla tangenziale est, tra Carugate e Agrate. È stata, invece, ritirata quella che chiedeva di intitolare una nuova via o piazza o luogo pubblico a Giovanni Paolo II. Ricordiamo che al Papa polacco, anche se in pochi forse lo ricordano, è già intitolato il sagrato della prepositurale. Il Sindaco, a questa riguardo, si è impegnato a collocare presto un cartello.

 

Carlo & Ambrogio 

 

Cernusco sul Naviglio, 5 luglio 2008

 

 

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