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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 25/2010

In vacanza, pensando con preoccupazione alla scuola

Si è appena concluso un anno scolastico, tranne per chi è ancora impegnato con gli esami, è già si guarda con una certa preoccupazione all’inizio del prossimo. Dell’incertezza che sta accompagnando molte famiglie cernuschesi, i cui figli frequenteranno il prossimo anno la scuola primaria, se n’è discusso ampiamente nella seduta del consiglio comunale della nostra città dello scorso 15 giugno e se ne sono fatti portavoce i capogruppi della maggioranza con la presentazione di una mozione, letta in aula da Fabio Colombo (Vivere Cernusco).

Nel documento si premette, innanzitutto, «che nell’anno scolastico 2010/11 per poter attuare il piano di offerta formativa delle nostre due scuole primarie sono indispensabili per il 1° Circolo (quello di via Manzoni) 57 docenti + 27 ore per 26 classi a tempo pieno e 4 a modulo. Nell’organico di diritto dell’anno scolastico 2010/11 invece sono stati assegnati solo 55 insegnanti.

Per il 2° Circolo (quello di via Mosè Bianchi) sono indispensabili 56 docenti per 26 classi a tempo pieno. Nell’anno scolastico 2010/2011 sono stati invece assegnati solo 53 insegnanti più 10 ore, mancano quindi 3 insegnanti.»

La mancata assegnazione di questi docenti, si legge nella mozione, «comporterà la riduzione complessiva dell’orario delle classi prime e disagi delle classi già in corso e imporrà a molte famiglie una scelta didattica e organizzativa diversa da quella sottoscritta al momento dell’iscrizione.» Inoltre «anche nelle classi che sulla carta avrebbero le 40 ore, l’utilizzo di tutti gli insegnanti del plesso, per permettere di completare l’organico e di sostituire i colleghi assenti, provocherà la rotazione di molti insegnanti sulla stessa classe, sino a sette … l’abbandono di attività di piccoli gruppi e di laboratorio oltre che delle uscite didattiche.» Dopo aver evidenziato che i tagli che colpiscono le nostre scuole interessano anche il 92% delle scuole di Milano e provincia, perché la Direzione Scolastica Regionale «ha voluto concentrare gran parte dei tagli previsti per la Lombardia nella realtà del tempo pieno di Milano e provincia», ricordato che «il decreto ministeriale sull’assegnazione degli organici di diritto prevedeva due insegnati fissi per classi», sottolineato che «la continua sottrazione di risorse al sistema scolastico comporta per le famiglie un ingente danno economico e un inaccettabile abbassamento del livello di qualità del sistema scolastico», la mozione precisa l’impegno che il consiglio comunale intende assumersi.

«Il consiglio comunale esprime il proprio netto dissenso per la riduzione del numero dei docenti previsto per le scuole primarie del territorio e profonda preoccupazione per le ricadute che essa avrà sull’organizzazione della didattica.

Il consiglio comunale chiede al signor Sindaco di attivarsi, anche coinvolgendo tutte le forze politiche, affinché vengano restituiti i docenti necessari a soddisfare le richieste delle famiglie, si garantisca il funzionamento di tutte le classi, si blocchino tagli indiscriminati all’istruzione, alla formazione e alla cultura, si investa sulla formazione come risorsa prioritaria per uscire dalla crisi economica e dalla perdita di competitività del nostro Paese, si investa sulle nuove generazioni e sul futuro dell’Italia.»


 

Inizialmente era stato presentato un testo che conteneva un esplicito riferimento a quanto “il ministro Gelmini e il governatore Formigoni in più occasioni avevano assicurato” e cioè che “i tagli non avrebbero riguardato il tempo pieno … con l’intenzione anzi di potenziarlo con i risparmi ottenuti sin qui istituendo il modello del modulo con il maestro unico”. Questo passaggio però non era gradito dall’opposizione. Fabio Colombo è poi riuscito a trovare il consenso di tutti i consiglieri sul testo che abbiamo riportato. Va dato atto dell’ottimo lavoro svolto dal capogruppo di Vivere Cernusco che - a differenza di altri esponenti della sua stessa maggioranza, più intenti ad accentuare gli aspetti politici della vicenda, puntando sulla sterile contrapposizione di schieramento - si è adoperato per giungere ad un testo unanimemente condiviso, perché, ha saggiamente osservato, «a noi deve premere la soluzione del problema. Schermaglie, discorsi di parte sono sgradevoli e francamente inutili in questa fase.»

A dar man forte all’esponente della lista civica di maggioranza ci ha pensato anche Daniele Cassamagnaghi (Il Naviglio) che ha rivolto un forte e convincente invito alla minoranza a «metter da parte le ideologie e a confrontarsi su un tema che riguarda la città e puntare diritto all’obiettivo. Anche a me qualche intervento fatto dai consiglieri di maggioranza non è piaciuto, ma dobbiamo unire gli sforzi» affinché «ogni forza politica si faccia interprete di far rispettare quanto le famiglie hanno scelto al momento dell’iscrizione dei loro figli a scuola.»


 

Dai banchi della maggioranza, ancora una volta, non sono mancate critiche alla politica della Regione Lombardia per il sostegno che fornisce alla famiglie con figli che frequentano le scuole paritarie. Permane, evidentemente, radicata in molti la convinzione che la libertà di scelta educativa non sia un diritto della persona che lo Stato deve garantire ma un lusso.

Di rilievo, invece, l’intervento della consigliera Adriana Guzzi (PD) che, a proposito dei tagli che colpiscono anche la formazione delle classi con alunni disabili, ha parlato di «una scuola dei diritti negati, soprattutto ai più deboli, mentre per il ministro Gelmini si tratta di un’operazione funzionale a ridurre gli sprechi e a migliorare la spesa. Credo che speculare sulla risorsa più importante per uno Stato, cioè il capitale umano, sia la scelta più miope e infelice che si possa fare.»

Il capogruppo del Popolo della libertà, Giorgio Monti, ha sostenuto che «una cosa è la disponibilità degli insegnanti e un’altra l’assegnazione, che avverrà tra qualche mese. Io sono fiducioso che alla fine, proteste o non proteste, gli insegnanti necessari a Cernusco arriveranno.» Ha anche aggiunto che gli insegnanti avrebbero una certa difficoltà a promuovere il tempo a modulo, mentre le famiglie lo sceglierebbero se fosse proposto.


 

A fronte di una ritrovata compattezza sul testo della mozione modificato, a conclusione del dibattito, ci ha sorprendentemente pensato il Sindaco, Eugenio Comincini, ad agitare nuovamente le acque, con le sue considerazioni finali.

«Prendo atto - ha detto il Primo cittadino - di quello che i consiglieri vogliono fare (il riferimento è alla modifica apportata al testo della mozione), ma per il sottoscritto il paragrafo cancellato può dar fastidio a qualcuno ma non è un’invenzione o un sotterfugio, perché tutti quelli che hanno le orecchie hanno sentito la Gelmini dire che sul tempo pieno non ci sarebbero stati tagli.»

Il Sindaco, evidentemente preoccupato per i tagli che si stanno prospettando per i Comuni e per evitare fraintendimenti o illusioni, ha subito aggiunto che «non è possibile per il Comune intervenire a coprire i tagli dello Stato, perché se venissero confermati quelli annunciati saremo già costretti a eliminare altri servizi. Non è più possibile per il Comune fare il tappabuchi per lo Stato.»

È seguito poi un vivace scontro dialettico tra Comincini e Monti. L’esponente del PdL ha invitato il Sindaco a tagliare le spese comunali, a suo parere, non necessarie: dalla spese per la stampa a quelle per la festa delle culture, all’estate cernuschese.


 

Da segnalare che lo scorso 7 giugno genitori e insegnanti hanno manifestato in piazza Unità d’Italia, davanti al municipio, contro i tagli alla scuola e poi sono stati ricevuti dal Sindaco.


 

Ci sembra che due semplici considerazioni possano essere fatte a commento di questa mozione, che condividiamo, sulla scuola.

La prima riguarda il futuro del nostro Paese, ricordando che comincia proprio dai figli e dalla scuola. «I figli sono la molla potente che spinge a guardare al futuro lontano - ha scritto l’economista Luigi Campiglio - a lavorare e a impegnarsi per cercare di offrire loro un futuro migliore, così com’è avvenuto negli anni del miracolo economico. Così come avviene oggi nei Paesi che stanno uscendo più rapidamente e con maggior vitalità dalla crisi e che, non casualmente, sono nazioni giovani come gli Stati Uniti, la Cina, l’India o il Brasile, mentre Francia e Germania si preoccupano non solo del debito pubblico ma anche della ripresa. Se vogliamo davvero guardare al futuro è sufficiente preoccuparsi delle enorme difficoltà economiche dell’aver figli in Italia: è solo per loro che si possono chiedere sacrifici al Paese.”

La seconda considerazione muove dalla stretta finanziaria in atto. Fuori dai tagli sacrosanti che riguardano gli sprechi, deve poi esistere uno stanziamento reale e proporzionato per garantire il corretto e pieno funzionamento della scuola. Solo una politica miope può vedere nella scuola uno dei tanti rami da potare indiscriminatamente in ogni finanziaria, uno dei tanti settori del bilancio da trattare semplicemente con la partita del dare e dell’avere. La scuola è, invece, un grande scenario sociale sul quale si deve investire.

«Chi taglia sulla formazione – ha scritto Famiglia cristiana – taglia il ramo su cui siamo seduti. Taglia la speranza. Più autolesionisti di così!». Sottoscriviamo.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 21 giugno 2010.

 

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