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HOME > La Nota della Settimana > N° 24/2012

DICIASSETTEMILA BIMBI NATI NEL 2011 GRAZIE AI CENTRI DI AIUTO ALLA VITA

 

Diciassettemila bambini nati grazie all’azione dei Centri di aiuto alla vita (Cav). È quanto  riportato in un comunicato del Movimento per la vita (Mpv) italiano, diffuso lo scorso 14 giugno, che ha fatto il punto dell’attività dei 329 Centri di aiuto alla vita sparsi in tutta Italia.

 

«Il 2011 è stato un anno record – si legge nel citato comunicato - per l’attività dei 329 Centri di aiuto alla vita sparsi in tutta Italia. Mai era stato raggiunto un numero così alto di donne assistite e di bambini nati grazie all’azione dei Centri. Il dato più significativo è costituito dai 17.000 bambini nati grazie all’azione dei Cav. Una media di 52 bambini per Centro. Una media che in vent’anni si è quasi quintuplicata. Sommando i valori annuali si conclude che, a partire dal 1975 (anno di fondazione a Firenze del primo Centro di aiuto alla vita) ad oggi, i bambini nati grazie all’aiuto dei Cav sono complessivamente oltre 140.000.
Nel 2011 le donne assistite sono state oltre 60.000 (183 in media per ogni Centro, un valore medio che dal 1990 ad oggi si è più che quadruplicato).
Proiettando questa media sull’intero sistema dei Cav è ragionevole stimare che sono oltre 60.000 le donne assistite dai Centri nel 2011. Un numero che, sommato a quello degli anni precedenti e all’attività assistenziale svolta anche da molti movimenti per la vita locali, da enti ed associazioni collegate ai Cav porta a calcolare che in oltre trent’anni di attività siano state assistite dai Cav oltre 450.000 donne. Ma non stupirebbe nessuno se il numero reale (nel quale confluiscono donne che vengono accolte ed aiutate, ma non censite o alle quali, magari è stato sufficiente un semplice colloquio con gli operatori o ancora le donne incontrate non di persona, ma telefonicamente o on line) fosse almeno doppio. Le prestazioni assistenziali fornite sono state decine di migliaia. Si tratta soprattutto di aiuti in natura, assistenza sociale, psicologica e morale, aiuti in denaro, assistenza medica.»

 

Chi sono le gestanti che si rivolgono ai CAV? - Il Movimento per la vita italiano ha anche diffuso un dossier sull’attività di 195 (su un totale di 329) Centri di aiuto alla vita operanti nel 2011 sul territorio nazionale. A proposito delle gestanti e delle altre donne che si sono rivolte ai Cav, il dossier mette in evidenza che « anche nel 2011 si è mantenuta bassa (38%), la percentuale delle gestanti presentatesi ad un Cav entro i primi 90 giorni di gravidanza. Bassa permane anche la percentuale di gestanti inviate ad un Cav da un consultorio pubblico (solo il 7% nel 2011) anche se prevalgono complessivamente, tra queste, le gestanti nel 1° trimestre di gravidanza. Le gestanti inviate da persone amiche sono state il 28%, quelle inviate da parrocchie ed associazioni il 9% e quelle inviate da un’altra utente del Cav il 7%.

Sono per lo più coniugate le gestanti che si presentano al Cav (60 %); hanno per lo più un'età variabile dai 25 ai 34 anni (53%), sono prevalentemente casalinghe (37%) o senza

lavoro (33%). Le maggiori difficoltà denunciate permangono quelle economiche (46%) che salgono al 72% sommando le difficoltà per mancanza di lavoro o di alloggio. Le difficoltà alla gravidanza dovute a salute del feto, salute fisica o psichica della madre, età della madre, salute del padre o dei familiari, studio o lavoro, numero dei figli, difficoltà economiche, disoccupazione, alloggio insufficiente o mancante, sono dichiarate prevalentemente da donne coniugate. Le difficoltà alla gravidanza dovute a difficoltà nel rapporto di coppia, pregiudizi sociali, rifiuto del partner e della famiglia, sono dichiarate prevalentemente da donne nubili. Le gestanti che si sono presentate ad un Cav con il certificato per abortire sono state nel 2011 il 7%. Di queste, l’85% ha poi proseguito la gravidanza. A conferma dell’“effetto preventivo”, rispetto all’aborto, dell’azione dei Cav, si deve evidenziare che nel 2011 l’81% delle donne incerte o intenzionate ad abortire hanno poi dato alla luce il loro bambino.

L’atteggiamento del marito o del partner della donna si mantiene prevalentemente contrario all’aborto (36%).

Circa l’esito delle gravidanze in relazione allo stato civile della madre, parto e aborto spontaneo interessano prevalentemente le donne coniugate, l’aborto interessa maggiormente le donne nubili. Per le gravidanze conclusesi con il parto il bambino è rimasto nel 99% dei casi con la madre. Con riferimento ai dati raccolti dal 1990 al 2011 risulta che la percentuale di bambini dati in affido o in adozione o ad un istituto è pari allo 0,2% nel caso di donne coniugate, all’1% nel caso di donne conviventi, al 3% nel caso di donne nubili e nel caso di donne divorziate. Anche se per il terzo anno consecutivo non è aumentata la percentuale di gestanti straniere, il dato relativo alla cittadinanza mette in evidenza la sempre elevatissima percentuale di gestanti provenienti da altri Paesi. Si è passati infatti dal 16% del 1990 al 49% del 1996 all’82% dello scorso anno.

Le gestanti straniere per le quali l’assistenza è iniziata nel corso del 2011 sono state complessivamente 9.289, con una media di 48 per ogni Cav, mentre i Paesi di provenienza sono stati 102. Le più numerose continuano ad essere le donne africane (50%) seguite dalle donne europee (17%), dell’America Centrale e Latina (16%), e dell’Asia (10%).» (il testo completo del dossier è disponibile sul sito del Movimento per la vita italiano: www.mpv.org).

 

Progetto Gemma – Ricordiamo che il Movimento per la vita italiano promuove anche il Progetto Gemma, adozione temporanea di gestanti in difficoltà tentate di rifiutare il proprio bambino per motivi economici o di disagio sociale e familiare. Attraverso un contributo minimo mensile di 160 euro è possibile adottare per 18 mesi una mamma e il suo bambino. In questo modo, dal 1994 sono state aiutate più di 20mila mamme e, di conseguenza, sono stati evitati altrettanti aborti.

 

Le mamme hanno chiesto aiuto e lo hanno ricevuto – Commentando i dati diffusi dal Movimento per la vita italiano, la giornalista Lucia Bellaspiga ha scritto che «hanno un nome e un cognome (i bambini nati grazie ai Cav). Hanno un viso, un carattere, una personalità. Hanno gli occhi neri o azzurri, assomigliano alla mamma, hanno preso dal padre, fanno i capricci, piangono la notte, giocano, balbettano le prime parole. Sono diciassettemila e sono persone, bambini in carne e ossa, tutti nati nel 2011. Dovevano essere morti, invece sono vivi. Questa è la concreta realtà. La notizia, una volta tanto, è buona e viene dal bilancio dei 329 Centri di aiuto alla vita sparsi in tutta Italia. Le loro madri dovevano abortire, ma qualcosa o qualcuno ha cambiato il corso della loro vicenda, una piccola variante, un bivio, una svolta ha fatto sì che, ognuna in un modo diverso, siano tutte e diciassettemila approdate a un Cav. Donne in difficoltà, oppure soltanto confuse, senza certezze, in cerca di consiglio. Proprio quel consiglio che dovrebbero ricevere – secondo la legge 194 – molto prima di accedere alla sala operatoria per interrompere sul nascere la vita di quel figlio. “Lo Stato, le Regioni e gli enti locali promuovono tutte le iniziative necessarie” per evitare l’aborto, è scritto, ma questo non avviene. Eppure la legge che chiamiamo "sull’aborto" in realtà è finalizzata prima di tutto (già nel titolo) alla “tutela sociale della maternità” … Le mamme hanno chiesto aiuto e lo hanno ricevuto, riuscendo così a trovare la forza e la determinazione per mettere al mondo il proprio figlio. Si chiama prevenzione, e i numeri dati dal Movimento per la vita dicono che funziona.» (Avvenire, venerdì 15 giugno 2012).

 

Il Centro di aiuto alla vita attivo nella nostra città - Il resoconto sull’attività del Cav cittadino lo ha tracciato la presidente, Isolina Cavenago, nello scorso mese di maggio sulle pagine di Voce Amica, mensile della comunità pastorale cittadina. «Il Centro aiuto alla vita nasce nel 1989 come forma di volontariato a servizio delle donne e delle coppie che sono in dif­ficoltà a motivo di un figlio che deve nasce­re. L’Associazione opera nel decanato e nei paesi limitrofi, offre collaborazione, aiuti e solidarietà per evitare il ricorso all’aborto.

Durante questi anni di lavoro sono felicemente nati 942 bambini la cui nascita era in "forse" e sono 1479 i bambini che abbiamo aiutato a crescere sostenendo, con aiuti materiali, i genitori in difficoltà. Nella "Casa di accoglienza", che è un piccolo appartamento, dal 2000 ad oggi abbiamo ospitato 16 bambini con le loro mamme e/o famiglie senza abitazione.

La fiducia nella Provvidenza e l'amore per il prossimo ci spingono ad intraprendere iniziative che l'esiguità numerica delle no­stre volontarie e il bilancio eco­nomico dovrebbero scoraggiare: per esempio assistere ogni  mese circa l30 bambini acquistando, latte, pannolini, materiale per lo svezzamento e distribuendo vestitini, scarpine, carrozzi­ne, passeggini, lettini, seggioloni, e altro che ci viene regalato. Per dare un ordine di grandezza lo scorso anno abbiamo distribuito ben 156.440 pannolini, una mon­tagna! Abbiamo incontrato tante donne sole, tante coppie con storie tristi, disperate, difficili, abbiamo ascoltato, imparato, lavorato, sperato, abbiamo avuto grandi gioie, ma anche delusioni. Abbiamo pro­vato la rabbia dell'impotenza, ma abbiamo visto nascere tanti bambini che forse senza l'aiuto del Cav non sarebbero nati, ab­biamo pregato e pianto per quelli che non siamo riuscite a salvare. Le volontarie del Cav non si stancheranno mai di proclamare con fermezza il loro "Si alla vita" consapevoli delle grandissime difficoltà di ogni madre. Tutto quanto riusciamo a fare per aiutare le numerose mamme che si rivolgono a noi lo dobbiamo soprattutto alle tante persone generose della Comunità Famiglia di Nazaret e alle istituzioni che ci aiutano e sostengono.»

 

Come aiutare il CAV? - Al Cav di Cernusco può essere destinato, con la presentazione annuale della dichiarazione dei redditi, il 5 x 1000 (codice fiscale da indicare nell’apposito spazio per la scelta: 97090260155), oppure si può sostenere la sua attività acquistando le primule, alle apposite bancarelle presenti sui piazzali delle chiese parrocchiali cittadine, in occasione della “Giornata per la vita” alla prima domenica di febbraio; “Con una rosa fai felice la tua mamma e aiuti un’altra mamma” è un’altra iniziativa del Cav, nel mese di maggio, in coincidenza con la festa della mamma, per raccogliere fondi a sostegno delle attività dell’anno a favore delle mamme in difficoltà per una maternità inattesa o indesiderata.

 

“Mi hai fatto come un prodigio” - Sarà una coincidenza o forse no? Sta di fatto che lo scorso sabato abbiamo finito prima del solito di scrivere questa nota sui bimbi aiutati a nascere e non pensavamo certo che tra qualche ora avremmo ascoltato una bella testimonianza di due genitori sulla scelta di far nascere comunque una loro figlia.

Avevamo anticipato i tempi perché eravamo stati invitati ad un matrimonio. Parenti e amici ci aspettavano al nostro bel Santuario di Santa Maria. Una celebrazione molto gioiosa, partecipata e ricca di gesti e messaggi, come sempre accade quando a presiederla è don Sandro Spinelli. In questo contesto di forte coinvolgimento dei presenti, in una chiesa gremita, la mamma della sposa, accompagnata dal marito, prima che terminasse la celebrazione, si è avvicinata al microfono e ha fatto a tutti una confidenza: «Questa mia figlia che oggi si sposa, a parere dei medici, non doveva neppure nascere. Mi avevano suggerito di abortire. Io e mio marito, invece, leggendo e meditando il salmo 139 - “Sei tu (Signore) che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci sino in fondo” - abbiamo deciso che doveva nascere, perché anche lei era un “prodigio” di Dio.»

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 18 giugno 2012     

 

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