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HOME > La Nota della Settimana > N° 23/2013

“ECOLOGIA UMANA
ED ECOLOGIA AMBIENTALE CAMMINANO INSIEME”

La questione ambientale, in coincidenza con la Giornata Mondiale dell’Ambiente, promossa dalle Nazioni Unite, è il tema affrontato da Papa Francesco nell’udienza generale dello scorso mercoledì.

«Quando parliamo di ambiente, del creato – ha esordito Papa Bergoglio - il mio pensiero va alle prime pagine della Bibbia, al Libro della Genesi, dove si afferma che Dio pose l’uomo e la donna sulla terra perché la coltivassero e la custodissero (cfr 2,15)». Quindi, ha spiegato che «il verbo “coltivare” mi richiama alla mente la cura che l’agricoltore ha per la sua terra perché dia frutto ed esso sia condiviso: quanta attenzione, passione e dedizione! Coltivare e custodire il creato è un’indicazione di Dio data non solo all’inizio della storia, ma a ciascuno di noi; è parte del suo progetto; vuol dire far crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile per tutti.»

 

Saper cogliere il ritmo e la logica della creazione – Il compito di coltivare e custodire la terra – ha proseguito Papa Francesco – «affidatoci da Dio Creatore richiede di cogliere il ritmo e la logica della creazione. Noi invece siamo spesso guidati dalla superbia del dominare, del possedere, del manipolare, dello sfruttare; non la “custodiamo”, non la rispettiamo, non la consideriamo come un dono gratuito di cui avere cura. Stiamo perdendo l’atteggiamento dello stupore, della contemplazione, dell’ascolto della creazione; e così non riusciamo più a leggervi “il ritmo della storia di amore di Dio con l’uomo”. Perché avviene questo? Perché pensiamo e viviamo in modo orizzontale, ci siamo allontanati da Dio, non leggiamo i suoi segni.»

 

Ecologia umana, strettamente legata all’ecologia ambientale – Nel passaggio successivo del suo discorso, Papa Francesco ha posto l’attenzione sui rapporti umani. «Il “coltivare e custodire” non comprende solo il rapporto tra noi e l’ambiente, tra l’uomo e il creato, riguarda anche i rapporti umani. I Papi hanno parlato di ecologia umana, strettamente legata all’ecologia ambientale. Noi stiamo vivendo un momento di crisi; lo vediamo nell’ambiente, ma soprattutto lo vediamo nell’uomo. La persona umana è in pericolo: questo è certo, la persona umana oggi è in pericolo, ecco l’urgenza dell’ecologia umana! E il pericolo è grave perché la causa del problema non è superficiale, ma profonda: non è solo una questione di economia, ma di etica e di antropologia. La Chiesa lo ha sottolineato più volte … ma il sistema continua come prima, perché ciò che domina sono le dinamiche di un’economia e di una finanza carenti di etica. Quello che comanda oggi non è l'uomo, è il denaro. E Dio nostro Padre ha dato il compito di custodire la terra non ai soldi, ma a noi: agli uomini e alle donne. Noi abbiamo questo compito!»

 

La “cultura dello scarto” – Da Papa Francesco è quindi arrivata la denuncia delle conseguenze negative che possono derivare da una nuova cultura, che va sempre più diffondendosi: «uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo: è la “cultura dello scarto”. Se si rompe un computer è una tragedia, ma la povertà, i bisogni, i drammi di tante persone finiscono per entrare nella normalità … Non può essere così! Eppure queste cose entrano nella normalità: che alcune persone senza tetto muoiano di freddo per la strada non fa notizia. Al contrario, un abbassamento di dieci punti nelle borse di alcune città, costituisce una tragedia ... Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti.

Questa “cultura dello scarto” tende a diventare mentalità comune, che contagia tutti. La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se non serve ancora – come il nascituro –, o non serve più – come l’anziano.»

 

Lo spreco alimentare -  Papa Bergoglio ha poi parlato dell’insopportabile scandalo del cibo che finisce nella spazzatura. La «cultura dello scarto ci ha resi insensibili anche agli sprechi e agli scarti alimentari, che sono ancora più deprecabili quando in ogni parte del mondo, purtroppo, molte persone e famiglie soffrono fame e malnutrizione. Una volta i nostri nonni erano molto attenti a non gettare nulla del cibo avanzato. Il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo, al quale talvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici. Ricordiamo bene, però, che il cibo che si butta via è come se venisse rubato dalla mensa di chi è povero, di chi ha fame! Invito tutti a riflettere sul problema della perdita e dello spreco del cibo per individuare vie e modi che, affrontando seriamente tale problematica, siano veicolo di solidarietà e di condivisione con i più bisognosi.»

Ricordando, infine, il miracolo dei pani e dei pesci (Luca 9,17), Papa Francesco ha affermato che «quando il cibo viene condiviso in modo equo, con solidarietà, nessuno è privo del necessario, ogni comunità può andare incontro ai bisogni dei più poveri. Ecologia umana ed ecologia ambientale camminano insieme.»

 

Dati impressionanti - Da un’indagine realizzata lo scorso anno dalla Fondazione per la Sussidiarietà e dal Politecnico di Milano è emerso che, ogni anno, in Italia vengono buttati via 12,3 miliardi di euro di cibo, di cui la metà direttamente dai consumatori (6,9 miliardi). Si tratta di 42 kg a persona di avanzi non riutilizzati e alimenti scaduti o andati male, per uno spreco procapite di 117 euro l'anno. Di questi, già oggi quasi 1 miliardo di euro di cibo viene recuperato. Inoltre, gran parte dell'eccedenza alimentare non viene recuperata per il consumo umano. Solo una piccola parte, poco più del 6%, è donata a enti no profit. Lo spreco di cibo in Italia è pari a 5,5 milioni di tonnellate/anno, ossia il 92,5% dell'eccedenza e il 16% dei consumi.

 

Tocca a ciascuno fare la propria parte - Le parole di Papa Francesco contro lo spreco alimentare sono state severe. Prima di puntare il dito contro gli altri, ciascuno di noi deve analizzare e valutare seriamente il proprio stile di vita e cominciare a fare, per primo, quello che gli compete, poco o tanto che sia. Da ogni prospettiva e con ogni attenuante, i nostri sacchetti della spazzatura ci dovrebbero pesare un po’ sulla coscienza.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 10 giugno 2013

 

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