CernuscoInsieme

Condividi il contenuto di questa pagina con i tuoi amici:

Torna alla pagina precedente

comunità pastorale

voce amica agorà oasi cVillage

piazzetta

dalla città

CernuscoInsieme.it - Il Portale della tua Città

Stai navigando in
HOME > La Nota della Settimana > Settimana 21/2010

“Prendere il largo nel mare digitale”

Nelle scorse settimane, come avevamo avuto già modo di accennarne, si è svolto a Roma (22/24 aprile), il convegno promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana su "Testimoni digitali. Volti e linguaggi nell'era crossmediale”.
Impossibile, ovviamente, riassumere tutto quanto è stato detto al convegno, al quale hanno partecipato circa 1.400 persone in rappresentanza di 177 diocesi su 226. Dal punto di vista qualitativo va sottolineato il valore delle riflessioni dei diversi relatori (www.testimonidigitali.it) e la presenza di giovani, esperti di comunicazione o semplici interessati all’argomento.
Noi ci limiteremo a raccogliere alcuni spunti emersi dal convegno, che possono essere utili per una riflessione, anche per la nostra Comunità pastorale.

«Il punto fondamentale, per i prossimi anni, sta nell’imparare ad abitare con naturalezza il mondo digitale – ha detto il direttore dell’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali della CEI, monsignor Domenico Pompili, commentando i lavori del convegno - e a far sì che da esso si ricavino tutte le potenzialità e si attenuino le possibili ambiguità. Dobbiamo imparare a integrare lo stare in Rete con la presenza, cioè a unire l’on line con l’off line. È questa la vera sfida: riuscire a mettere insieme le due dimensioni, che non vanno contrapposte ma integrate.»
Poi il direttore Pompili ha invitato ad acquisire alcune competenze. «La prima è l’intenzionalità, cioè la consapevolezza di ciò che ci sta a cuore e l’impegno a condividerlo, senza dissimulare la propria identità. Non si può comunicare senza volerlo, lasciando all’eventualità del caso l’emergere delle nostre convinzioni. La seconda competenza è l’interesse, ovvero la capacità di avvicinare il nostro interlocutore. Se manca la disponibilità ad ascoltare chi ci sta di fronte, qualsiasi comunicazione è depotenziata. La terza è l’impegno: occorre imparare i linguaggi e le nuove forme di comunicazione, cioè entrare dentro il mondo per noi cifrato che altri abitano con facilità (pensiamo a ciò che scrivono i giovani su Facebook o su Twitter).
Accanto a queste condizioni di partenza c’è, su tutte, una qualità che occorre saper realizzare, ed è la credibilità, che significa rispondere. È credibile, infatti, chi risponde anzitutto di sé, chi pone in prima istanza l’autenticità e l’affidabilità della propria vita. In secondo luogo, è necessario rispondere del contenuto della comunicazione in ordine alla sua comprensibilità, alla capacità di parlare agli uomini e alle donne di oggi. La sfida è di ampia portata. Essa ci chiama ad un linguaggio meno argomentativo ed astratto, in favore di uno più simbolico e poetico che lasci emergere il legame profondo tra la fede e la vita vissuta. Occorre, poi, rispondere della relazione che la comunicazione instaura. L’ultimo tornante della credibilità è rispondere degli effetti della propria azione comunicativa, che significa imparare a pianificare e, poi, a verificare. Non basta solo mettersi in cammino, bisogna anche darsi i tempi per capire cosa si sta comunicando.»

Il Papa ha ricevuto in udienza i partecipanti al convegno, rivolgendo loro un discorso ricco di considerazioni e sollecitazioni. “L’amore nella verità” - ha affermato, tra l’altro, Benedetto XVI - costituisce “una grande sfida per la Chiesa in un mondo in progressiva e pervasiva globalizzazione” e i media possono diventare “fattori di umanizzazione non solo quando, grazie allo sviluppo tecnologico, offrono maggiori possibilità di comunicazione e di informazione, ma soprattutto quando sono organizzati e orientati alla luce di un’immagine della persona e del bene comune che ne rispetti le valenze universali”. Ciò, ha proseguito Benedetto XVI, richiede che “essi siano centrati sulla promozione della dignità delle persone e dei popoli, siano espressamente animati dalla carità e siano posti al servizio della verità, del bene e della fraternità naturale e soprannaturale”. Solamente a tali condizioni, ha avvertito il Papa, “il passaggio epocale che stiamo attraversando può rivelarsi ricco e fecondo di nuove opportunità. Senza timori vogliamo prendere il largo nel mare digitale, affrontando la navigazione aperta con la stessa passione che da duemila anni governa la barca della Chiesa. Più che per le risorse tecniche, pur necessarie, vogliamo qualificarci abitando anche questo universo con un cuore credente, che contribuisca a dare un’anima all’ininterrotto flusso comunicativo della Rete”.
”Il compito di ogni credente che opera nei media è quello di spianare la strada a nuovi incontri, assicurando sempre la qualità del contatto umano e l’attenzione alle persone e ai loro veri bisogni spirituali; offrendo agli uomini che vivono questo tempo 'digitale' i segni necessari per riconoscere il Signore”: è questa, secondo il Pontefice, “la missione irrinunciabile della Chiesa”. Anche nella Rete i credenti sono chiamati a collocarsi come “animatori di comunità”, attenti a “preparare cammini che conducano alla parola di Dio”, e ad esprimere una particolare sensibilità per quanti “sono sfiduciati ed hanno nel cuore desideri di assoluto e di verità non caduche”. La Rete potrà così diventare una sorta di “portico dei gentili”, dove “fare spazio anche a coloro per i quali Dio è ancora uno sconosciuto”.

Benedetto XVI ha anche invitato a far “entrare a pieno titolo il mondo della comunicazione sociale nella programmazione pastorale”. Questo invito mette in evidenza come la comunicazione non deve essere considerata un aspetto o un settore del programma pastorale, ma è lo sfondo dell’agire pastorale.
Il segretario generale della CEI, monsignor Mariano Crociata, a questo proposito, ha evidenziato che c'è la difficoltà a comprendere che la comunicazione non è "un ulteriore segmento della pastorale o un settore dedicato ai media", ma "lo sfondo per una pastorale interamente e integralmente ripensata a partire da ciò che la cultura mediale è e determina nelle coscienze e nella società". Si tratta, dunque, di "scongelare" la figura dell'animatore della cultura e della comunicazione. "Un linguaggio credente e un progetto organico per le comunicazioni sociali sono le condizioni per elaborare una strategia comunicativa missionaria, che sia capace di coinvolgere tutti gli ambiti pastorali e di incidere sulla cultura della società."
Un compito che attende di essere affrontato anche nella nostra Comunità pastorale. Ricca di mezzi di comunicazione sociale (Voce Amica, Radio Cernusco Stereo, Cernuscoinsieme.it) ma non ancora in grado di esprimere un’unitarietà di impegno e di linguaggio, che vada nella direzione della capacità a esercitare “l’arte del dialogo e della relazione con i soggetti più vari … (andando) controcorrente (per) essere portatori di un’idea diversa, di un punto di vista alternativo. (Non per il gusto di) opporsi a qualcuno, ma per amare tutti e obbedire a Dio.” (cardinale Angelo Bagnasco). Al momento però, ciò che osserviamo attorno, anche nel più vasto campo della promozione e animazione culturale, è tanto torpore e diffusa latitanza.

All’assemblea dei soci della Nuova Cooperativa Agricola Cernuschese, svoltasi lo scorso sabato 22 maggio al Centro cardinal Colombo, gli amministratori hanno presentato il Bilancio dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2009. In un contesto segnato dal perdurare degli effetti della crisi economica e finanziaria che, a partire dal 2009, ha colpito l’economia mondiale, il risultato conseguito dalla cooperativa è senz’altro più che positivo. L’Agricola nel 2009 ha proseguito nel consolidamento dei ricavi delle vendite (+ 4%), che hanno raggiunto quasi i venti milioni di euro, e nell’adeguamento della struttura organizzativa alla sua rete distributiva. Ricordiamo che sono cinque i punti vendita, in proprietà o in affitto, della cooperativa: tre in città - in piazza Matteotti, al Centro Tre Torri e in via Goldoni - uno a Vimodrone e uno a Milano.
Ecco altri due importanti numeri dell’attività svolta dalla cooperativa: i clienti, meglio gli scontrini staccati nel corso del 2009, sono stati oltre 1.300.000; i dipendenti sono 94, di cui 28 a part-time.
Da non dimenticare poi che la cooperativa – che conta 725 soci, presenti all’assemblea in 191, di cui 73 per delega - nel corso del 2009 ha continuato a sostenere alcune iniziative locali: dagli oratori alle associazioni sportive, da manifestazioni comunali al volontariato, oltre al sostegno dato alla raccolta del “Banco alimentare”.
Siamo convinti che questa e le altre cooperative cernuschesi - pur nel mutato contesto economico e sociale in cui si trovano oggi ad operare, rispetto a quello che ne determinò la loro costituzione - continuano a mantenere la propria funzione. C’è però necessità, a nostro parere, di una robusta iniezione di nuova “cultura cooperativa”, che per svilupparsi necessita del concorso di una pluralità di soggetti capaci di riconoscere nei principi della mutualità e della solidarietà un motore importante per la crescita economica e sociale del territorio in cui si vive. Stare insieme per fare la gita, per godere di qualche omaggio, per partecipare a iniziative ricreative, può essere ancora utile a livello personale, ma insufficiente a dare largo respiro alle diverse attività che le singole cooperative locali svolgono: nel consumo, nel credito, nell’edilizia, nel sociale e nell’educazione. Quella di una nuova “cultura cooperativa” è una delle sfide più significative sulla quale tutta la cooperazione cernuschese dovrebbe cominciare seriamente a riflettere.

Lo scorso fine settimana in città è stato caratterizzato dallo sport: tante le iniziative promosse dalle associazioni locali nelle piazze cittadine, con il gran finale della Maratona del Naviglio. Con lo sport si impara a stare insieme, ci si muove alla ricerca di ciò che unisce piuttosto che di ciò che divide. Questo è già più che sufficiente per guardare allo sport, a livello dilettantistico, con tutto l’interesse e la simpatia possibile.
Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 24 maggio 2010
 

Sito continuativamente attivo dal 1 gennaio '01  -  Best View:  800x600 - IE 6