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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 21°/2008

Nostalgia ed ammirazione per le nostre suore

«Confesso di provare nostalgia e ammirazione per suor Elisa. Lei è una piccola suora, gli occhi vivaci e penetranti, il volto luminoso, arguto, una vita passata nelle scuole d'infanzia. Con i suoi ottantacinque anni sprizza energia, serenità e una tale gioia di vivere da fare invidia a qualche fiacca giovincella. È chiamata ancora, alla sua veneranda età, a piccole supplenze occasionali nella scuola materna parrocchiale del minuscolo paese dove trascorre serena la sua vecchiaia.

La mia ammirazione per lei è legata alla sua capacità di farsi rispettare, ascoltare, obbedire, da frotte di piccoli scatenati. Quando lei entra in classe, basta che batta le mani e si fa subito silenzio: una magia che si ripete ogni volta da lustri, come per incanto.

Suor Elisa, dimmi, qual è il segreto di questo tuo meraviglioso “bene di vivere"? Quando glielo chiedo sorride, fa spallucce, pare quasi divenire più piccola per la vergogna o il pudore. Poi, finalmente, il volto si allarga in uno stupendo sorriso, meravigliata che io non capisca cose così semplici. E mi risponde: “Ai bambini occorre volere bene, perché loro lo sentono se gli vuoi bene sul serio. Bisogna capirli e insieme farsi rispettare. Poi, loro ti seguono, e se gli chiedi qualcosa la fanno”.

Suor Elisa ora tace, ma i suoi occhi brillanti come un cielo stellato, nei quali quasi “indovini” le folle di bambini che ha cresciuto in tanti anni, la dicono lunga. Cara suor Elisa ... ma agli altri queste cose non riescono così facili come a te!

Se andiamo a vedere che cosa succede oggi nelle famiglie o nelle scuole, assistiamo a qualcosa di assai diverso. Vediamo mamme piegarsi di fronte al capriccio di un “angio¬letto” di due anni, papà irretiti di fronte alla crisi oppositiva di un figlio di tre, maestre battere in ritirata di fronte alla svogliatezza di scolari di sei-sette anni.

Chi ha il coraggio, oggi, di opporsi ai capricciosi voleri dei bambini? I capricci sono divenuti quasi dei diritti; l'incostanza, giusta libertà; gli atteggiamenti violenti, esuberanza.

Chi osa, oggi, correggere ancora i ragazzini, porre loro qualche limite, dire dei “no”, vietare, esigere il rispetto delle regole, rimproverare? Una sorta di male interpretato “rispetto dei diritti” dei bambini e la paura di essere autoritari spesso bloccano genitori ed educatori.

Purtroppo vige un contesto educativo confuso. È per questo che mi piglia la nostalgia di suor Elisa, della sua autorevolezza e del suo secco batter di mani. Il fatto è che la sua è un'autorità rassicurante, contenitiva, che non lascia i bambini soli con le loro emozioni e pulsioni e in preda all'ansia che ne deriva. Perché l'ansia dei piccoli si placa come per incanto, quando essi si sentono in qualche modo “contenuti”.

Tanto più i genitori pretendono di trattare come adulti i loro figli in tenera età, tanto più questi ultimi diventano ansiosi, e la vita familiare si trasforma in una sorta di tiro alla fune.
Cara suor Elisa, aiutaci a recuperare con i bambini quel senso d'autorità in virtù del quale è chiaro chi comanda e chi obbedisce. Questo sarà più facile se entrambi, anche noi adulti quindi, obbediremo a un ideale di bene. Aiutaci, allora, cara suor Elisa, a insegnare loro a obbedirci in nome di un bene più grande, come quello che brilla, così evidente, nei tuoi occhi.»

Non è importante chi ha scritto questa testimonianza, perché potrebbe averlo fatto ciascuno di noi. È, infatti, esperienza comune l’incontro con una o più suore che hanno profondamente segnato il cammino educativo di chi le ha conosciute, a partire dai banchi della scuola materna.
Abbiamo avuto l’occasione di trascorrere questo fine settimana con una comunità di suore, che hanno dedicato tutta la loro vita all’educazione dei giovani, in diverse parti del mondo. L’incontro è stato di quelli che rigenerano. Per questo ve l’abbiamo voluto raccontare, con una semplice testimonianza, perché siamo convinti che il Vangelo, per essere annunciato, avrà sempre bisogno di uomini e di donne che si collocano nella Chiesa e di fronte al mondo come “annuncio esistenziale”, per dire con la vita che Dio riempie il cuore, che lo Spirito sa creare tra persone diverse legami di autentica comunione, che Gesù Cristo offre, a chi lo accoglie e lo sceglie con totalità di dedizione, ragioni per vivere e per appassionarsi alla vita di ogni uomo.



Nel corso della seduta del consiglio dello scorso 20 maggio è stata approvata la mozione, firmata dai capigruppo della maggioranza, sul “Sostegno al riconoscimento di diritti alle persone che vivono in convivenze non matrimoniali”.

Di famiglia e convivenze si era già parlato nella seduta del 23 gennaio 2008. Ci basti, per ora, osservare: se la pubblica attestazione di famiglia anagrafica, che i nostri uffici comunali dovrebbero rilasciare, dopo l’approvazione di questa mozione, ha lo stesso valore di un’autocertificazione, che si poteva fare anche prima, non siamo allora di fronte ad una forte scelta ideologica e apripista di ben altre iniziative che si vorrebbero presto adottare?

Le altre considerazioni le rinviamo alla prossima nota. Ecco il testo della mozione.

Il consiglio comunale di Cernusco sul Naviglio
- premesso:
che compito di questa amministrazione comunale e del governo è quello di attuare una politica coerente e organica per la famiglia così come definita dall’articolo 29 della Costituzione: la Repubblica riconosce i diritti della famiglia, come società naturale fondata sul matrimonio;
che compito di questa amministrazione comunale e del governo è quello di garantire alle persone i diritti civili e sociali come sanciti agli articoli 2 e 3 della Costituzione, senza discriminare coloro che affidano i propri progetti di vita a forme diverse di convivenza, siano esse tra persone di sesso diverso o dello stesso sesso;
che il riconoscimento di tali diritti non intende modificare o alterare il riconoscimento e l’importanza della famiglia fondata sul matrimonio;

- tenuto conto:
che la legge 24/12/1954 n° 1228 all’articolo 1 prevede che l’anagrafe della popolazione residente deve essere tenuta registrando le posizioni relative alle singole persone, alla famiglie o alle convivenze;
che il DPR del 30/5/1989 n° 223, regolamento di esecuzione della presente legge, all’articolo 1, specifica che l’anagrafe è costituta da schede individuali di famiglie di convivenza;

- evidenziato che l’articolo 4 dello stesso regolamento di attuazione … riconosce che agli effetti anagrafici per famiglie si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti o aventi dimora abituale nello stesso Comune;

- visto che l’articolo 33 del regolamento d’esecuzione stabilisce che l’ufficiale di anagrafe deve rilasciare certificati anagrafici relativi allo stato di famiglia e che ogni altra posizione desumibile dagli atti anagrafici può essere attestata o certificata qualora non vi ostino gravi o particolari esigenze di pubblico interesse dell’ufficiale di anagrafe d’ordine del Sindaco;

- impegna il Sindaco e la Giunta comunale:
a istruire l’ufficio anagrafe affinché rilasci ai componenti delle famiglie anagrafiche che ne facciano richiesta, ai sensi dell’articolo 33 del DPR 30/5/1989 l’attestazione di famiglia anagrafica basata su vincoli di matrimonio o parentela o affinità o adozione o tutela o da vincoli affettivi; come riconosce l’articolo 4 dello stesso regolamento d’esecuzione, quale pubblica attestazione delle risultanze delle schede di famiglia tenute ai sensi dell’articolo 21 del DPR 30/5/1989;
a predisporre la relativa modulistica, previa l’acquisizione dei pareri dei competenti organi dello Stato;
a sollecitare il Parlamento, attraverso i Presidenti di Camera e Senato, affinché affronti nella presente legislatura il tema del riconoscimento giuridico dei diritti, doveri e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto;
a divulgare nella maniera più ampia alla cittadinanza il contenuto e le ragioni della presente delibera.

 

La processione cittadina del Corpus Domini, svoltasi nella serata di domenica 25 con partenza dalla chiesa di San Giuseppe Lavoratore e arrivo al quartiere Molinetto, è stata molto partecipata e una concreta testimonianza che anche alla comunità cristiana sta a cuore il problema della sicurezza, da garantire senza però dimenticare la solidarietà verso chi è in situazioni di disagio o di bisogno e sempre nel pieno rispetto dei diritti umani di ciascuno.

 

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 24 / 25 maggio 2008
 

 

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