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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 20/2010

“Un’agenda di speranza per il futuro del Paese”

 

Il Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane Sociali dei cattolici italiani ha presentato - lo scorso 10 maggio, a Roma - il “documento preparatorio” (testo integrale su: www.settimanesociali.it), in vista della 46ª Settimana Sociale (Reggio Calabria, 14-17 ottobre 2010), che ha per tema “Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese”.
 

La scelta dei temi dell’agenda “non è casuale o legata a fatti contingenti”, ma frutto di un cammino “cominciato due anni fa”, ha detto mons. Arrigo Miglio, presidente del Comitato. Abbiamo scelto di “declinare il bene comune in alcuni temi concreti e proposte specifiche” maturate nel corso di “incontri con diocesi, aggregazioni ecclesiali, realtà del mondo sociale ed economico”. Tra i punti messi in evidenza, il federalismo, accompagnato dalla raccomandazione che “il Paese continui ad essere solidale”. E, a proposito dell’Unità d’Italia, “guardiamo ai 150 anni dello Stato unitario”, ha sottolineato il vescovo, avendo presenti “le forze su cui il Paese può contare” in una “prospettiva di crescita”.

“Abbiamo scoperto che c’è un Paese che sta in piedi – ha aggiunto il segretario del Comitato, Edoardo Patriarca - fatto di bravissimi imprenditori, un mondo della solidarietà attivissimo, famiglie che stanno costruendo nuovi percorsi di welfare”. Patriarca ha raccontato come, “nella scelta di costruire un percorso il più possibile partecipato”, il Comitato si sia messo in ascolto “dei territori: nelle numerose iniziative sono stati coinvolti imprenditori, amministratori locali, rappresentanti del terzo settore …”. E la sorpresa è stata proprio l’emergere di un “tessuto vivo”, dato ad esempio da “imprenditori che investono i propri patrimoni in nuove imprese, nonostante la crisi”, “famiglie che gestiscono scuole o asili, oppure fanno cooperative d’acquisto”, un volontariato che “sta agendo come grande ammortizzatore sociale”. Da qui l’invito a “sostenere queste risorse del Paese”, spesso sconosciute ma che “andrebbero messe in vetrina”.

 

Il documento preparatorio, in sintesi, può essere riassunto in cinque aree tematiche.  
Italia unita di fronte alla globalizzazione - Partendo da un accenno alla crisi socio-economica, per uscire dalla quale è necessario “un uso coraggioso e innovatore dei nuovi assetti e delle opportunità che la globalizzazione ha prodotto”, il Comitato definisce l’Italia “media potenza declinante” di fronte a un processo di globalizzazione che “procederà (o invertirà il suo cammino) anche senza attendere il contributo del nostro Paese, e magari anche grazie a contributi di sue singole espressioni locali o d’interesse. Tuttavia, ciò non esclude che l’Italia unita in questo passaggio critico potrebbe giocare un ruolo che nessuna sua singola componente potrebbe svolgere da sola”.
Flessibilità e sicurezza nel lavoro – Riconoscendo che “nel nostro Paese c’è ancora una riserva di capacità di lavoro e d’impresa”, si esorta a spingere il mercato del lavoro verso “una combinazione di flessibilità e sicurezza (flexicurity), necessariamente declinata in funzione delle caratteristiche e dei vincoli specifici del contesto italiano”. Il testo denuncia “ritardi e limiti strutturali” nel sistema produttivo e “criticità relative al funzionamento del mercato del lavoro”, nonché un “dualismo” tra “un’area di occupazione protetta” e “un’altra priva di tutele o con tutele diseguali”. Combinare flessibilità e sicurezza, sottolinea il “documento preparatorio”, richiede “strumenti di sostegno al reddito e di supporto della ricerca del lavoro da parte di chi ne è privo, così come il superamento di ogni tipo di ‘rendita di posizione’ e d’irresponsabilità”, “politiche attive a favore dei soggetti in difficoltà” e “un equo, trasparente e sostenibile sistema di sussidi di disoccupazione”. Il documento, inoltre, denuncia “l’iniquità” delle politiche fiscali e sociali verso la famiglia, “abbandonata a se stessa proprio nei momenti in cui avrebbe più bisogno di aiuto”.
Scuola, famiglia e associazionismo per educare - Tra le priorità, il documento indica la questione educativa, poiché “l’emergenza educativa si manifesta come grave crisi di bene comune”. Il Comitato fa presente la “sfida educativa” a cui sono sottoposti oggi gli insegnanti, “assai più impegnativa di quella affrontata dai loro colleghi di qualche decennio fa”, e più in generale riconosce che “la crisi della famiglia e della scuola accompagna quella dell’autorità e ne è a un tempo causa ed effetto”. Riguardo al “corpo docente”, il documento invita a far leva su “formazione” e “motivazione”. Nell’azione educativa, inoltre, si sottolinea la necessità del “riconoscimento pubblico” dell’associazionismo, “realtà esposta più di altre alla crisi e al ripiegamento egoistico”, che “non può essere difesa professionalizzandola, mitizzandola né semplicemente conservandola”, ma “va aiutata a produrre innovazione anche nei processi educativi”.
Cittadinanza alle seconde generazioni - “L’Italia è tornata ad essere un Paese d’immigrazione” e “vivissima è la coscienza diffusa dei rischi e delle opportunità che comporta l’intensificarsi dei flussi migratori”. Di fronte a quest’affermazione, il “documento preparatorio” riconosce che “nella società di domani i figli degli immigrati giocheranno un ruolo importante”, e “li attendono numerose difficoltà comuni a tutti i giovani in Italia, più una: quella di riuscire a riconciliare la loro quotidianità italiana con un’identità costruita nel dubbio di non vedersi riconosciuta la cittadinanza”. Pertanto “il riconoscimento della cittadinanza da parte dello Stato italiano è solo una condizione, certo necessaria ma non sufficiente, per una piena interazione/integrazione delle seconde generazioni nella società italiana”.
Occupazione e transizione politica - Sul fronte dell’occupazione, invece, il documento invita ad “abbattere le barriere” che impediscono “la crescita piena” dei giovani, “la mobilità sociale” e “il traffico dei talenti”. Attenzione viene rivolta pure allo stato dell’università in Italia, la cui “insufficiente autonomia” e l’“insufficiente contributo alla ricerca” rappresentano “un’emergenza tanto grave quanto disattesa”. Infine, la spinta alla partecipazione e all’innovazione politica: il testo sottolinea che “le istituzioni politiche devono completare il passaggio a un modello più competitivo” e richiama come “l’adesione alla prospettiva del bene comune” porti “a riconoscere come prioritario il problema di una concezione e di una prassi coerentemente sussidiaria del federalismo”.

 

Accenniamo ad alcuni commenti dei mezzi di informazione sul testo presentato. “E’ un documento di 30 pagine denso di contenuti programmatrici” (Il Sole 24 Ore). “Il documento preparatorio ha avuto gli onori della cronaca per le parole sul federalismo fiscale … E’ sfuggita la principale novità di metodo, l’ampio e diffuso coinvolgimento di gruppi e associazioni nonché di parlamentari.” (Europa). “Addita i problemi sui quali non sono ancora arrivate risposte soddisfacenti ed invita a non trascurare le possibili conseguenze sulla tenuta del Paese. Si coglie un’eco dell’assillo con al quale in più di un’occasione ha dato voce il capo dello Stato: parole dette nella speranza di unire, e non per dividere ulteriormente.” (Corriere della sera). “Ecco il punto, oggi per i cattolici nel sociale: disegnare sempre adeguate proiezioni di servizio e di testimonianza, con realismo, con serenità, dentro la modernità, in piena sintonia con quell’idea di laicità positiva che oggi può rappresentare veramente una risorsa per tutto l’Occidente, chiamato a sfide mai viste.” (Agenzia SIR).

 

Eravamo anche noi, domenica 16 maggio, idealmente e spiritualmente presenti in piazza San Pietro per esprimere visibilmente, con le decine di migliaia di persone presenti, affetto e gratitudine e per pregare per il Santo Padre. L’incontro, promosso dalla Consulta nazionale delle aggregazioni laicali, è stato espressione di “uno spontaneo movimento del mondo laicale” che ha inteso manifestare “quel genuino sensus fidei del popolo cristiano che sa bene dove stare e chi seguire.”

 

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 17 maggio 2010

 

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