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HOME > La Nota della Settimana > N° 1/2014

“Il volto di una città è come un mosaico”

«Che cosa sta succedendo, e che cosa succederà? Com’è la qualità della vita in questa città? Dipende da tutti noi! Com’è la qualità della nostra “cittadinanza”? (Lo scorso anno) abbiamo contribuito, nel nostro “piccolo”, a renderla vivibile, ordinata, accogliente? In effetti, il volto di una città è come un mosaico le cui tessere sono tutti coloro che vi abitano. Certo, chi è investito di autorità ha maggiore responsabilità, ma ciascuno di noi è corresponsabile, nel bene e nel male»: queste domande se l’è poste Papa Francesco durante l’omelia dei Vespri dello scorso 31 dicembre in San Pietro, prima del solenne canto del Te Deum. Domande rivolte innanzitutto ai romani, ma non solo a loro: ciascuno di noi può porsi le medesime domande per la nostra Cernusco.

 

Contrasti e contrapposizioni - Papa Francesco ha poi colto lo stridente contrasto tra “una città di una bellezza unica”, “il suo patrimonio spirituale e culturale straordinario” e le “tante persone segnate da miserie materiali e morali, persone povere, infelici, sofferenti, che interpellano la coscienza di ogni cittadino.” E ancora, la contrapposizione tra “una città piena di turisti, ma anche piena di rifugiati”, una città “piena di gente che lavora, ma anche di persone che non trovano lavoro o svolgono lavori sottopagati e a volte indegni”. Il Papa ha poi ricordato che “tutti hanno il diritto ad essere trattati con lo stesso atteggiamento di accoglienza e di equità, perché ognuno è portatore di dignità umana.”

Ovviamente Cernusco non vanta le bellezze e il patrimonio della capitale e neppure è invasa da visitatori, ma è una città nella quale i contrasti non mancano. Per esempio, tra chi mantiene un livello di vita che sembra non risentire della crisi e chi, invece, fa fatica ad arrivare a fine mese o non dispone di una alloggio adeguato per la propria famiglia o vive in solitudine morale o materiale.   

Non guardare “dal balcone” - Guardando poi al futuro, Papa Bergoglio si è chiesto: “Che cosa faremo, come agiremo (in questo) anno, per rendere un poco migliore la nostra città? La (città quest’anno) avrà un volto ancora più bello se sarà ancora più ricca di umanità, ospitale, accogliente; se tutti noi saremo attenti e generosi verso chi è in difficoltà; se sapremo collaborare con spirito costruttivo e solidale, per il bene di tutti. La (città) sarà migliore se non ci saranno persone che la guardano “da lontano”, in cartolina, che guardano la sua vita solo “dal balcone”, senza coinvolgersi in tanti problemi umani, problemi di uomini e donne che, alla fine … e dal principio, lo vogliamo o no, sono nostri fratelli.”

Cernusco è una città che, complice anche la crisi economica, che da ormai troppo anni morde il nostro Paese, appare stanca, indifferente, distratta. Una città nella quale anche la politica, salvo rare eccezioni, non sembra più capace di esprimere proposte alte, visioni d’insieme. Ci si perde in discussioni e polemiche di piccolo cabotaggio. Serve un deciso cambio di passo.   

 

Il 2014 chiede a tutti un passo nuovo – Per imprimere un cambiamento di passo alla nostra città, tocca innanzitutto a ciascuno di noi orientare la propria coscienza per metterci sempre di più sulle vie della solidarietà, ponendo in discussione, come più volte abbiamo scritto, anche gli stili di vita personali, familiari, ecclesiali e pubblici. In particolare, la crisi che stiamo vivendo non sarà servita se non ci avrà fatto comprendere la necessità di recuperare uno stile di vita sobrio.

Un passo nuovo va anche fatto, con scelte concrete sul piano politico e sociale, per dare speranza alle famiglie in difficoltà, che anche nella nostra città non mancano, come continuamente ci ricorda la Caritas cittadina. C’è poi l’idea di bene comune da ricuperare, da rielaborare, da condividere, ma soprattutto c’è un’attenzione agli adolescenti e giovani della nostra città da porre al centro dei progetti futuri della comunità civile ed ecclesiale.

Animare la città con il lievito del Vangelo - Il Papa ha infine, nella citata omelia, assicurato che “la Chiesa di Roma si sente impegnata a dare il proprio contributo alla vita e al futuro della città - è il suo dovere! - si sente impegnata ad animarla con il lievito del Vangelo, ad essere segno e strumento della misericordia di Dio.” Analogo impegno è avvertito dalla nostra Comunità pastorale Famiglia di Nazaret.

Buon anno!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 13 gennaio 2014

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