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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 1/2010

Per Cernusco: “Avere uno sguardo capace di spingersi lontano”

All'inizio del nuovo anno civile ci sembra significativo soffermare, ancora una volta, la nostra attenzione su «quali caratteristiche dovrà sforzarsi di avere il cristiano per portare un contributo efficace alla costruzione del bene comune?»
Ci possono essere di aiuto, in questa riflessione, alcune considerazioni svolte da un noto teologo. «Vorrei richiamare tre urgenze - ha scritto monsignor Bruno Forte, vescovo di Chieti-Vasto, su Avvenire del 5 dicembre 2009 - che si traducono in altrettante, necessarie qualità umane e spirituali.
La prima è di avere uno sguardo capace di spingersi lontano: la paura e l'abdicazione - da cui si è sempre tentati quando si vive nella mischia dell'agone sociale e politico - si vincono solo guardando a mete grandi, ardue ma possibili. Occorrono testimoni di speranza, che diano soffio e slancio all'azione sociale e politica, sapendo guardare all'orizzonte ultimo: donne e uomini che sappiano pensare in grande, osare per una meta bella ed alta, pagare il prezzo anche a livello personale per il conseguimento di un fine che valga la pena. Per il cristiano questo vuol dire tenere desta nella mente e nel cuore la sua "riserva escatologica", quel potenziale di carica profetica, di speranza della fede, che impedisce di arrendersi di fronte alle esigenze spesso brutali della "Realpolitik" o degli interessi di corto raggio, degli egoismi personali o collettivi: "Beati coloro che sognano: porteranno speranza a molti cuori e correranno il dolce rischio di vedere il loro sogno realizzato" (dom Helder Camara). Come afferma Benedetto XVI nell'enciclica Spe salvi: "Il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino."
In secondo luogo, chi guarda alla prassi nell'orizzonte della speranza più grande, non si limiterà a giudizi meramente pragmatici nelle scelte da fare, ma si sforzerà di confrontarsi costantemente con l'assolutezza dei giudizi etici. C'è bisogno di protagonisti capaci di misurarsi sempre con le esigenze dell'amore di Dio e dell'obbedienza alla Sua volontà. Non si vive di solo pane: occorre promuovere con tutto l'impegno la dignità della vita, con il soddisfacimento dei bisogni materiali, la cura delle esigenze spirituali … Abbiamo bisogno di uomini e donne disposti a soffrire per la verità, pronti a non cedere al compromesso morale, decisi nel rifiutare la menzogna e il vantaggio egoistico, testimoni di valori vissuti in prima persona, almeno sul piano della tensione e dello sforzo onesto. C'è necessità di chi parli di custodia della vita impegnandosi a difendere ogni vita, in ogni fase, contro la violenza dell'aborto e la disumanità dell'eutanasia, come contro la barbarie del terrorismo e della guerra e la violenza subdola e quotidiana dell'ingiustizia e della cecità di fronte alla fame e alle sofferenze del mondo.
Infine, chi si impegna nell’orizzonte della speranza più grande e nella tensione di un giudizio etico costantemente sottoposto al vaglio del disegno di Dio, non potrà non proporsi come scopo prioritario del suo agire il servizio del bene comune ... Giustizia per tutti, pace come frutto di dialogo, perdono ricevuto e donato, promozione e rispetto della dignità di ciascuno, sono i volti concreti del bene comune, cui tendere con il proprio impegno: proviamo a misurarci su questi orizzonti e osiamo verificare su di essi la credibilità di chi abbiamo scelto a rappresentarci nella gestione della cosa pubblica.» Sia a livello nazionale che locale.

Il 2010 è un anno importante per la nostra città perché dovrebbe essere finalmente presentato e approvato il nuovo Piano di Governo del Territorio (PGT), che sostituirà il vigente Piano Regolatore Generale (PRG). Si tratta di uno strumento urbanistico che delineerà il volto futuro di Cernusco.
Nelle scorse settimane, il Sindaco, Eugenio Comincini, ha presentato, con una certa soddisfazione, il “Bilancio di metà mandato” della sua amministrazione. Di motivi per essere contento ne ha certamente più di uno: l'attuale giunta ha ben agito, a nostro parere, in tema di servizi alla persona, interventi a sostegno del diritto allo studio, avvio delle forme di partecipazione e consultazione con le diverse realtà associative del territorio. Intendiamoci, si potrebbe anche sostenere che l’attuale amministrazione comunale avrebbe dovuto fare molto di più, ma tenuto conto dei vincoli posti ai bilanci degli enti locali, ci sembra che le scelte fatte rappresentino già un deciso passo in avanti rispetto al passato.
Ma al Primo cittadino certamente non sfugge che sul giudizio complessivo dei Cernuschesi sul suo operato incideranno molto i contenuti del tanto atteso PGT.
Nel frattempo, non si possono nascondere, i significativi dissensi sorti, in questi mesi, intorno agli interventi sulla viabilità e in materia urbanistica attuati dalla giunta. Si è trattato in alcuni casi (per esempio, rifacimento di via Monza) delle conseguenze derivanti dalla realizzazione di progetti ereditati dalla precedente amministrazione che l’attuale non ha voluto modificare. In altra circostanza è stata l’incertezza che ha accompagnato la localizzazione di un nuovo plesso scolastico. Non è certamente segno di debolezza aprirsi preliminarmente al confronto con tutte le forze politiche cittadine su un tema così importante per la vita dei Cernuschesi, per condividere insieme una scelta. Ma se si annuncia prima una decisione, poi la si accantona, per far infine trapelare un diverso orientamento, si finisce per dar ragione a chi sostiene che nell’attuale giunta manca un disegno complessivo sulla città. Così la pensa Daniele Cassamagnaghi che - per il prossimo numero di Voce Amica, in distribuzione da sabato 9 gennaio 2010 - ha scritto: "questa amministrazione è abbastanza povera di idee, nel senso che al di là dei progetti che dovevano essere portati avanti, non vedo nulla di originale e innovativo nel suo lavoro. Giudico insufficiente l'operato dell'attuale giunta, e vorrei capire meglio quale sarà, secondo gli attuali amministratori, l'assetto futuro della città."
E ancora, la delibera di indirizzo sulla costruzione di un pensionato per studenti sull’area di via Masaccio (prima interessata da un PII bocciato dall’attuale maggioranza), approvata nelle scorse settimane, ha raccolto tanti pareri contrari, anche perché non è stata accompagnata dal trasferimento, in quella zona, dell’IPSIA di via Volta.
Nello scorso dicembre è stata poi avviata la procedura per la presentazione, in un prossimo consiglio comunale, di una variante al vigente PRG, che andrebbe a modificare il Piano di lottizzazione 64 (in frazione Ronco), a confine con Bussero. La proposta in discussione prevede uno scambio di aree tra un operatore privato e il Comune: il primo rinuncerebbe a costruire, sull’area di sua proprietà, insediamenti industriali e commerciali, in cambio della possibilità di realizzare, su aree a standard che saranno cedute dal Comune, appartamenti m edilizia libera. Una variante che suscita più di una sorpresa, se non altro perché è proposta nell’imminenza della presentazione del PGT e perché prevede un ulteriore insediamento abitativo in Ronco.
Dall’amministrazione comunale si aspettano anche indicazioni sull’utilizzo di Villa Alari, sul completamento della Vecchia Filanda e sulla riqualificazione di due importanti aree: albergo Melghera e Garzanti di via Mazzini.

Ci auguriamo che del prossimo PGT si possa dire che ha l’ambizione di progettare la città futura, non per soddisfare le esigenze dell'oggi, ma per lasciare qualcosa che duri nel tempo. Manifesti, insomma, “uno sguardo capace di spingersi lontano”.
Le periferie sorte negli ultimi cinquant’anni nelle piccole e grandi città italiane, come è stato osservato da noti architetti e urbanisti, sono state concepite, nella maggioranza dei casi – e qualcosa di simile è accaduto nell’ultimo decennio anche nella nostra città - per dare risposte immediate ai bisogni abitativi, senza pensare al futuro: di qui la loro caducità, il fatto che a distanza di qualche decennio siano universalmente riconosciute come brutte se non addirittura ostili. Non sono sorte sulla base di un ragionamento maturo sui temi collettivi che innervano la città. Ove questo è stato fatto, troviamo realizzazioni che risultano valide pur nel passare delle epoche.
Il prossimo PGT dovrebbe rispondere poi a una diffusa richiesta di qualità urbana. Su questo tema ci piace ricordare quanto ha affermato, in un recente convegno cittadino, il sociologo cernuschese Francesco Marcaletti: “la qualità urbana va intesa come criterio che ha ispirato chi ha costruito Cernusco, preservando¬ne il pregio e costituendone un caso unico nell'hinterland milanese; come sfida per il presente sul fronte della coesione urbana e sociale (minacciata dal recente e rapido incremento del¬la popolazione: più 10% dal 2002 al 2008), oltre che dal punto di vista del pregio abitativo e dalla possibilità di accedervi; come responsabilità per il futuro, nella pianificazione e governo del territorio, che sia al servizio del bene comune e quindi delle persone.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 4 gennaio 2010

 

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