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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 1/2008

2008: anno della cooperazione cernuschese?

 

Da pochi giorni è iniziato un nuovo anno e, guardando agli avvenimenti locali che lo dovrebbero caratterizzare, siamo indotti a pensare che potrebbe essere l’anno della cooperazione cernuschese.

Infatti, il 2 agosto ricorrono il 100° di costituzione della Cooperativa Edificatrice Cernuschese; il 30 dicembre il 90° della Nuova Cooperativa Agricola Cernuschese, che all’origine era denominata Unione Agricola Cernuschese; il 21 giugno il 60° della Cooperativa Edificatrice Constantes; infine, vent’anni fa’, all’approssimarsi della fine del 1988, giunse la tanto attesa autorizzazione della Banca d’Italia, dopo quasi quarant’anni di tentativi, all’apertura di un cassa rurale ed artigiana, ora banca di credito cooperativo, nella nostra città.

Tanti anniversari, quindi, legati da un unico filo conduttore: la scelta della cooperativa come tipo di società commerciale idonea a dare risposta ai bisogni dei Cernuschesi, che per questo si mobilitarono: è proprio il caso di dirlo!

La cooperazione è stata e in parte lo è ancora, anche se in modo ridimensionato rispetto al passato, un pilastro della vita economica e sociale cittadina. Basti pensare al suo ruolo nei settori del credito, del consumo e dell'edilizia. È venuta meno, purtroppo, la sua rilevanza nel settore dei servizi sociali; mentre in altri si è affermata: Cooperativa Aurora-Bachelet, scuola paritaria; Radio Cernusco Stereo, informazione radiofonica; Consorzio cooperativo Nibai, nel settore agricolo e produzione lavoro.

 

Qual è lo stato di salute attuale della cooperazione cernuschese? Innanzitutto ci sembra di cogliere un generale disinteresse dei Cernuschesi, che la recente campagna elettorale è riuscita a scalfire solo in parte, nell’avviare e tessere un confronto serio ed articolato su questioni di forte impatto sociale. In questo contesto, non meraviglia affatto anche la mancanza di una forte prospettiva culturale e imprenditoriale nella cooperazione locale, che la renda capace di cogliere le evoluzioni e le opportunità del momento.

Giova forse ricordare che la cooperativa è un'impresa con tre caratteristiche fondamentali, che la contraddistinguono dalle altre società di capitali: la mutualità (condizioni economiche ed extraeconomiche più favorevoli per i soci, rispetto a quelle del mercato); la gestione democratica (la partecipazione economica e decisionale dei soci è espressione della prevalenza del fattore umano sul capitale; ad ogni socio, indipendentemente dall’entità del capitale conferito, è attribuito, in generale, un voto); la solidarietà (interventi ed iniziative rivolte alla collettività ed al territorio di riferimento).

Nella società odierna, così legata al successo ed al benessere, è importante un'esperienza come quella cooperativa che si propone scopi non di lucro nel promuovere forme di partecipazione diretta alla costruzione del bene comune da parte di tutti, anche dei più svantaggiati. Ma se non valorizza la partecipazione dei soci la cooperazione perde, inevitabilmente, una delle sue fondamentali peculiarità.

Oggi poi, in un contesto di crisi dei servizi sociali, a causa delle ridotte disponibilità finanziarie dello Stato e dei Comuni, la possibilità di soddisfare i bisogni delle persone passa anche attraverso una collaborazione tra il privato sociale, di cui indubbiamente le cooperative sono un'importante realtà, e il pubblico.

Su questi argomenti, anche alla luce di significative esperienze avviate in altri Comuni, sarà mai possibile discutere utilmente anche nella nostra comunità?

In tema di nuove abitazioni, quando a proporne la costruzione sono delle cooperative edilizie, non è forse doveroso attendersi che il progetto sia espressione di una bella qualità del vivere e dell’abitare: tipiche finalità di chi ha e intende assolvere a un’importante funzione sociale? Una cooperativa edilizia, seriamente orientata a soddisfare le richieste dei soci, non dovrebbe domandarsi, per esempio: al bisogno di una casa quali altri se ne accompagnano, in termini di esigenze di servizi, di rapporti sociali e di infrastrutture?

 

Il profondo radicamento dell’esperienza cooperativa nella nostra città è dipeso dalla capacità dei fondatori di incoraggiare e sostenere il desiderio dei Cernuschesi di mettersi insieme, cioè cooperare, per soddisfare i loro bisogni, in una visione dell’uomo e della società ispirata a valori alti. Che, invece, oggi appaiono fortemente appannati.

Il riconoscimento della funzione sociale di una cooperativa è strettamente collegato alla sua autorevolezza, che non scaturisce certo dall’accondiscendenza con l’amministrazione comunale di turno, ma dalla sua capacità di cogliere e soddisfare i bisogni dei soci e dei Cernuschesi, innovando là dove necessario anche nei modi di operare. Dalla capacità di rinnovare la loro funzione sociale, dipenderà in gran parte il ruolo futuro delle cooperative cernuschesi.

 

Tra i protagonisti della cooperazione cernuschese, senza ombra di dubbio, c’è Agostino Pirola (1921 - 1999). C’è una sua citazione che ci piace richiamare, seppur riferita ad una cooperativa riteniamo valga anche per tutte le altre: «Constantes è una termine latino che significa “costanti”, costanti nell’impegno sociale, nella solidarietà, nella fedeltà agli ideali cattolici. … La cooperazione è nel cuore!» Si può essere più o meno d’accordo con quanto ha fatto e ha detto Pirola, ma una cosa è certa: la cooperazione ce l’aveva nel cuore!

A noi sembra che oggi è soprattutto questa visione che è venuta meno nella cooperazione cernuschese. Ma di questo argomento avremo modo certamente di ritornare a parlarne nel corso dell’anno.        

 

Carlo & Ambrogio

 

Cernusco sul Naviglio, 5 gennaio 2008

 

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