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HOME > La Nota della Settimana > N° 19/2014

INSIEME IN EUROPA

 

In vista del voto per il rinnovo del Parlamento europeo, l’Azione Cattolica Italiana ha diffuso una nota - «Insieme in Europa. Rilanciare il “sogno” europeo per ridare speranza e futuro agli europei» - in cui invita tutti - aderenti e cittadini - a partecipare in modo consapevole, informato e motivato, alle elezioni del prossimo 25 maggio, perché “la posta in gioco è troppo importante per lasciare che i venti populisti e antieuropei abbiano la meglio.” Dal documento della più importante associazione del laicato cattolico italiano riprendiamo alcuni punti.

 

Insieme in Europa, ogni giorno - L’Europa è parte della nostra vita quotidiana. Anche quando non ce ne accorgiamo, siamo proiettati in una dimensione politica, legislativa, economica, culturale che va ben oltre i confini della realtà nazionale. In Europa siamo titolari di un’ampia sfera di diritti, nuovi ed ulteriori rispetto a quelli nazionali, in quanto lavoratori, imprenditori, consumatori, viaggiatori, cittadini. In questo senso l’Unione Europea rappresenta, nonostante le tante difficoltà che sono sotto i nostri occhi, una forma moderna, complessa, tuttora credibile, di democrazia capace di garantire un futuro migliore per gli stessi europei.

 

Insieme in Europa, più forti contro la crisi - La pesantissima recessione economica che negli ultimi anni ha investito le economie e i sistemi sociali del Vecchio continente ha colto l’Europa impreparata. Gli interventi messi in campo dall’Unione Europea si sono concentrati principalmente sulla stabilizzazione dei conti pubblici nazionali, innescando un rigoroso processo di “austerità” che ha a sua volta rallentato la crescita e la lotta alla disoccupazione. La crisi è diventata, così, anche crisi di fiducia nelle istituzioni dell’Ue, rischiando di compromettere il processo di integrazione europea e favorendo il diffondersi di posizioni antieuropee o euroscettiche, frequenti anche nell’opinione pubblica italiana, prive tuttavia di lungimiranza o di una qualche credibile risposta politica. Ma dalla crisi si può uscire solo restando insieme. In Europa vi sono le risorse e gli strumenti per fornire una risposta efficace alla crisi, capace di salvaguardare il sistema della moneta unica e, al contempo, di stimolare la crescita e l’occupazione, di produrre redditi per le imprese e per le famiglie, di garantire maggiore sicurezza sociale.

 

Insieme in Europa, con un progetto unico al mondo - Pace, solidarietà, promozione dei diritti fondamentali, creazione di un benessere diffuso, valorizzazione delle specificità nazionali in un quadro continentale, aperture al mondo: sulla base di tali valori, riscontrabili anche nella Dottrina sociale della Chiesa, si è realizzata dal secondo dopoguerra la “comunità europea”. Un progetto unico al mondo che fa dell’Europa un sogno per il quale continuare a impegnarsi. Proprio a partire da questi punti fermi diventa urgente rinnovare il “progetto” europeo … per costruire un’Europa più coesa, più forte, più unita per affrontare quei problemi dinanzi ai quali la politica nazionale non ha né mezzi né risposte all’altezza.

 

Insieme in Europa, per fare meglio - È necessario che i popoli e gli Stati membri dell’Unione Europea ritrovino uno slancio comune per affrontare e risolvere i “punti deboli” che traspaiono dalla costruzione comunitaria. È ormai sufficientemente condivisa l’esigenza che l’Ue intervenga anche in materia di politica fiscale ed economica, rafforzando parimenti il proprio bilancio e le possibilità d’intervento a fini redistributivi e di riequilibrio tra aree che presentano un diverso grado di sviluppo; che sia necessario il consolidamento di un modello sociale comune, oltre uno sforzo congiunto sul piano della diplomazia e della difesa.

 

Insieme in Europa, per generare speranza - «Il messaggio cristiano è un messaggio di speranza. È nostra convinzione – ha scritto la Commissione degli episcopati della Comunità europea - che il progetto europeo sia ispirato da una visione nobile del genere umano. Singoli cittadini, comunità e anche Stati-nazione devono essere capaci di mettere da parte l’interesse particolare alla ricerca del bene comune». I vescovi, dopo aver richiamato tra i “pilastri” dell’edificio europeo i principi di sussidiarietà e di solidarietà, sottolineano con forza, anche in ragione di talune derive sociali, etiche e morali che si riscontrano a livello continentale che «è essenziale ricordare che tutte le aree delle politiche socio-economiche sono sorrette da una visione dell’uomo radicata in un profondo rispetto della dignità umana. La vita umana deve essere protetta dal momento del concepimento fino a quello della morte naturale. La famiglia, quale elemento costruttivo fondamentale della società, deve anch’essa godere della protezione di cui necessita».

 

Insieme in Europa, per osare il futuro - L’occupazione, la promozione di un modello socio-economico sostenibile, la tutela della salute umana e dell’ambiente, una gestione equilibrata delle migrazioni, il nodo della sicurezza strettamente connesso con i diritti dei popoli, la cooperazione con i Paesi poveri nei diversi continenti: sono alcune delle nuove frontiere che attendono un’Europa rinnovata nelle sue istituzioni, solidale, lungimirante perché orientata verso il futuro.

 

Verso il voto – Agli obiettivi indicati nel documento dell’Azione Cattolica Italiana, aggiungiamo che è tempo di fare chiarezza. I giorni che ci separano dalle urne si contano ormai sulle dita delle mani. È tempo di scegliere da che parte si sta. In queste settimane abbiamo visto e letto poche idee e tanta propaganda, soprattutto a livello nazionale, dove si vorrebbe dare a questa consultazione un valore, esageratamente, politico a fini interni. C’è sfiducia e malcontento e gli euroscettici ne approfittano. Come credenti non possiamo chiamarci fuori dall’idea di Europa come futuro imprescindibile: se ci siamo battuti per ricordare che essa ha radici cristiane, quanto più è necessario impegnarsi oggi perché quelle radici siano riconosciute dai frutti. Se è vero che un’Europa così non va, è ancor più vero che uno sfaldamento dell’Unione Europea avrebbe conseguenze nefaste per tutti i 28 membri, che resterebbero isolati proprio nell’epoca della globalizzazione. Dunque l’alternativa dovrà essere un’Europa politicamente più integrata, economicamente meno rigida e più incentivante, socialmente più solidale. Bando perciò all’euroscetticismo come pure all’astensionismo!

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 19 maggio 2014

 

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