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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 19°/2008

 BCC, la fatica di voltar pagina

 

La Banca di Credito Cooperativo della nostra città, come ormai noto, ha dalla scorsa domenica un nuovo Presidente, Giuseppe Milan. Ad eleggerlo sono stati i soci nel corso dell’assemblea ordinaria, convocata al Centro congressi di Milanofiori del Jolly Hotel di Assago, per esaminare il bilancio e per il rinnovo delle cariche sociali.

Alcuni soci, intervenuti nel corso del dibattito, hanno chiaramente manifestato apprezzamento per l’attività svolta dal Presidente uscente, Roberto Protto, mentre nessuno è apertamente intervenuto a sostenere la necessità di un cambio. Sono stati, quindi, i due candidati al vertice della banca locale ad illustrare i loro programmi.

Da una parte Giuseppe Milan, consigliere uscente, ha detto che la sua candidatura è nata come risposta alla sollecitazione ricevuta da 5 su 7 membri del consiglio in scadenza. Si è dichiarato disponibile a lavorare per elaborare un progetto industriale orientato a favorire lo sviluppo della banca, per darle un’anima e a assicurare un’efficace informazione ai soci, per “pacificare” e per “riconsegnare la guida della BCC ad un cernuschese.”

Protto – dopo aver rivendicato la bontà del lavoro svolto, che ha consentito di “riavere una BCC trasformata e rinnovata” - si è detto pronto a proseguire nel suo incarico per “chiudere le crepe del passato”, per mettere a punto la struttura organizzativa e per sviluppare iniziative importanti a favore dei soci. Prima di concludere il suo intervento, ha voluto quasi puntigliosamente ricostruire i passaggi e ricordare i motivi che hanno portato, nel 2004, al commissariamento della BCC. Ha, quindi, terminato ribadendo l’impegno a “continuare con una sana e prudente amministrazione e non con le connivenze.”

I soci si sono, quindi, trovati a decidere su chi affidare la futura guida della loro banca in un contesto non certo chiaro. Perché da una parte non si sono capite le ragioni per le quali si sarebbe dovuto cambiare. Infatti, i modesti risultati di bilancio non ci sembrano possano essere invocati al riguardo, apparendoci piuttosto la conseguenza di una condivisibile e iniziale scelta prudenziale di gestione dopo la bufera degli anni recenti; neppure potrebbe essere stata determinante la questione della donazione della risonanza magnetica, promessa o meno, al nostro ospedale.  

Dall’altra parte, i soci, ma non solo, dovrebbero essere preoccupati per l’esplicita affermazione del presidente Protto riguardo a connivenze a cui non si sarebbe piegato nel corso del suo mandato. Un comportamento che gli sarebbe stato fatto pagare con la mancata rielezione?

In questo contesto, spiace constatare che, indipendentemente dalla volontà dei candidati presidenti e consiglieri, hanno prevalso color che hanno saputo meglio destreggiarsi con le deleghe. 

 

Noi siamo fermamente convinti - come ha detto il nostro Prevosto nel suo indirizzo di saluto, letto all’inizio dell’assemblea - che per rafforzare la BCC locale e per non piegarla a interessi di parte è “indispensabile che tutti abbiano ad operare affinché si consolidi un clima di serenità, di fiducia e di collaborazione tra le diverse componenti: soci, clienti, dipendenti, amministratori, rappresentanti delle pubbliche istituzioni e delle diverse realtà locali. Senza dimenticare la necessità di lavorare in piena sintonia, ai diversi livelli, anche con gli organismi di rappresentanza, assistenza e tutela del credito cooperativo.” E che “la cooperazione - ricordava ancora don Luigi, citando una frase del nostro Arcivescovo - ha bisogno soprattutto di persone capaci di lavorare anche nel nascondimento, libere dal bisogno di cercare se stessi, ma contente di servire, con competenza, insieme ad altri e con gioia, le finalità comuni.”

È questo l’augurio sincero che anche noi facciamo ai nuovi amministratori. L’eredità che hanno raccolto non è certamente facile, perché, purtroppo, ancora una volta, si sono prodotte divisioni e dure contrapposizioni.

 

Il tema della sicurezza è stato al centro della seduta del consiglio comunale di martedì 6 maggio. All’inizio della seduta il Sindaco, Eugenio Comincini,  ha sostenuto che la sua amministrazione “sta operando con serietà e sollecitudine sul tema della sicurezza”. Ha, quindi aggiunto che quasi ogni settimana incontra il comandante della locale stazione di carabinieri e quello della polizia locale. E che, dalle informazioni in suo possesso, in attesa di avere i dati ufficiali dalla Prefettura, “non ci sono riscontri che dicano che la sicurezza sia diventata un problema per Cernusco. Il dato generale sulla sicurezza della nostra città è decisamente tranquillizzante rispetto ad altre cittadine vicine.”

In particolare, per quanto riguarda il quartiere Molinetto, da dove sono giunte nelle scorse settimane le maggiori segnalazioni, i furti denunciati nei primi quattro mesi di quest’anno sono in diminuzione rispetto al medesimo periodo dello scorso anno. Lo stesso discorso vale per tutta la città.

“Mi sento - ha detto il Sindaco - di tranquillizzare la città” e ha ricordato che sono in corso le pratiche per assumere 4 nuovi agenti di polizia locale, che i carabinieri potranno contare su due nuove unità e su un'auto, data in comodato dal Comune; che sta proseguendo il completando per l’installazione delle telecamere, per videosorvegliare le zone più critiche della città; che sta lavorando per attivare, in collaborazione con i comandi di polizia locale di Pioltello, Segrate e Vimodrone, un quarto turno della polizia municipale.

Si parlato poi anche della costruzione o meno Caserma della Guardia di Finanza nella nostra città. Prevista nella convenzione del P.I.I. Lanar  in via Torino, su area di proprietà comunale. Il consiglio comunale, approvando con i voti della maggioranza e dei consiglieri della Lega nord un atto di indirizzo, si è detto disponibile a dare seguito al progetto, anche se ormai i termini potrebbero essere considerati scaduti (sono passati già oltre dodici mesi dalla firma di quella convenzione), a condizione che il costo previsto per la sua costruzione rimanga di euro 1,4 milioni e che quindi i maggiori costi (stimati in circa trecentomila euro) per opere specialistiche e arredi siano a carico delle Fiamme Gialle; che per l’suo della caserma e dei tre alloggi a disposizione dei finanzieri, la Guardia di Finanza sia disponibile a pagare un canone di locazione (come fanno già carabinieri per la loro caserma).

Nel caso in cui la Guardia di Finanza non dovesse accogliere queste condizioni, la maggioranza del consiglio comunale ha chiesto di destinare l’80% dell’importo destinato alla realizzazione della caserma ad altre opere pubbliche di interesse sociale e per il 20% a interventi sulla sicurezza.

 

Lo abbiamo scritto la scorsa settimana e lo ribadiamo anche in questa: per noi sicurezza e solidarietà sono un binomio inscindibile. Teniamo ben presente che i comportamenti delle persone non derivano esclusivamente dalla legge o dal grado di repressione, che sono fondamentali ma non bastano e non sono mai bastati in qualsiasi epoca. I buoni risultati si raggiungono prima di tutto lavorando sulla condivisione di modi di essere e di fare, sulla risoluzione dei conflitti, sull’educazione, sul tessuto culturale.

“Oggi in Italia - come affermato da un autorevole sociologo - vige una situazione di nervosismo sociale. L’angoscia riguarda tutto ciò che non si conosce. Ma più che a persone o situazioni specifiche si fa riferimento a una situazione complessiva di insicurezza: il mondo circostante crea sempre nuovi problemi, anziché risolverli.”

Il Sindaco ci ha rassicurato, anche con il conforto dei dati e con l’illustrazione delle iniziative in corso, sul tema della sicurezza e di questo prendiamo atto.     

 

L’inizio del mese di maggio, per la Comunità pastorale Famiglia di Nazaret e per tutto il nostro decanato, doveva essere segnato, venerdì 9 maggio, dal tradizionale pellegrinaggio al Santuario di Caravaggio. Per un disguido organizzativo, all’ultimo momento, è stata cambiata la meta. Ci si è ritrovati, quindi, al Santuario della Madonna del Bosco di Imbersago. Stipati sino all’impossibile nella piccola chiesa e con molta gente rimasta all’esterno. Il Vicario episcopale, monsignor Carlo Faccendini, ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica e nel corso dell’omelia ci ha invitato, sull’esempio di Maria, a non meravigliarci della nostra fatica nel fare la volontà del Signore e a saperci fidare di Lui: “Più ci si fida del Signore, più ci si affida a lui e lo si capisce.”

Alla comunità parrocchiali, monsignor Faccendini ha ricordato di fare periodicamente una verifica sulla capacità di “generare cammini di fede vera. Un segno sicuro indica che si sta camminando in questa direzione: la comunione, cioè uno stile di vita che invita a volersi bene, accogliersi, rispettarsi, farsi spazio, ascoltarsi, sopportarsi, perdonarsi, pazientare.”

 

Carlo & Ambrogio    

 

Cernusco sul Naviglio, 10 maggio 2008

 

 

 

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