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HOME > La Nota della Settimana > N° 18/2014

Una grande festa,
per rimettere al centro la scuola

Tutti insieme a festeggiare - studenti, insegnanti, genitori – in una piazza San Pietro che non è riuscita a contenerli. Senza etichette o distinzioni, perché la scuola pubblica è sia statale che paritaria. Una festa per la scuola - quella di sabato 10 maggio in piazza  San Pietro a Roma -  promossa dalla Chiesa Italiana. Un evento – sia per chi vi ha partecipato direttamente sia per chi lo ha seguito in diretta televisiva – caratterizzato da gioia ed emozione: a partire dallo spettacolo offerto da una delle più belle piazze del mondo stracolma di persone per poi passare alle testimonianze di studenti, docenti, presidi e genitori; per i momenti di spettacolo, per le esibizioni di alcuni famosi cantanti; per le rievocazioni di due grandi educatori, don Lorenzo Milani e monsignor Tonibo Bello, ma soprattutto per le parole di “amore per la scuola” di Papa Francesco (di cui riferiamo in un altro articolo).

 

Le testimonianze – Tante le testimonianze che studenti, genitori docenti e presidi hanno portato in piazza per presentare il loro rapporto positivo e costruttivo con la scuola. Ne riproponiamo solo alcune, quelle che ci hanno più colpito. “La strada che ho fatto – ha detto uno studente - mi ha insegnato a stare nel mondo, a giudicare e avere un criterio con cui affrontare il lavoro e la vita. La mia scuola non addestra, ma aiuta ciascuno a diventare se stesso. Prendendo sul serio il lavoro di falegname ho visto la bellezza dell’esser educato.” “Quando penso agli studenti – ha affermato uno scienziato – mi domando: troveranno qualcuno, fra noi adulti, in grado di prendere sul serio quella gemma preziosa che è la loro libertà?”
“Da vent’anni il nostro istituto – è la testimonianza di una preside - ha scelto l’integrazione e l’inclusione, seguendo principi fondamentali tra cui l’uguaglianza e l’equità.” Mentre per un genitore “è stato bello sentirci tutti parte della scuola! È stato bello riscoprire un sostegno reciproco e tanta solidarietà tra noi genitori e i docenti, riscoprire che la scuola è un bene di tutti e in quanto tale va difeso e protetto!”
L’attrice Irene Pivetti ha invitato gli studenti a “ragionare con la propria testa, anche se il resto del mondo tende ad inserirti in un clichè. È ovvio che questa operazione richiede fatica e ti fa sentire un po’ solo”, “ma alle volte ci è richiesto di andare contro concorrente per non soccombere al pensiero di massa”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’attore Giulio Scarpati: “la conoscenza è fatica ma ti rende libero, puoi pensare con la tua testa, allargare i tuoi orizzonti verso l’infinito, l’uomo che sarai domani parte da qui.”

“Ogni scuola è un atto di speranza” – Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, nell’indirizzo di saluto rivolto a Papa Francesco e a tutti i presenti, ha detto che “ogni scuola è un atto di speranza che si rinnova ogni mattina grazie ai suoi protagonisti, nonostante i problemi e le inadeguatezze che tutti conosciamo”. Quindi ha aggiunto: “I problemi della scuola sono grandi e strutturali. Talvolta si fatica a riaccendere la speranza di poter educare! Non vogliamo negare le difficoltà”. Ciò nonostante, “siamo qui in tanti e da ogni città del nostro splendido e amato Paese, perché sentiamo che della scuola non può fare a meno una società che abbia voglia di riprendere in mano la direzione di marcia, il suo futuro. Confidiamo anzitutto in un fatto: la prima risorsa sono le persone, la loro qualità critica, la loro statura morale, la loro apertura ideale”.
Bagnasco ha poi sottolineato che “avvertiamo come pastori l’esigenza di coltivare il cuore delle generazioni attraverso una paziente opera educativa, che rimetta al centro quella cultura dell’incontro che, a differenza di quella dello scarto, tende a valorizzare quanto c’è in ogni persona di vero, di bello e di buono”. “Il nostro impegno - ha aggiunto il presidente della Cei - è a considerare la scuola come un tassello decisivo nella costruzione della città dell’uomo, e come una condizione necessaria per aprirsi alla realtà tutta intera.”

“La scuola è un bene comune” - Ogni mattina, in tutta Italia, le scuole – ha affermato, a sua volta, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini - “aprono le loro porte agli 8 milioni di bambini e di studenti e ai loro insegnanti. “In questo modo - ha evidenziato Giannini - l’Italia cresce, ogni giorno, si confronta con la propria storia e determina il proprio futuro”. Si tratta “di un esercizio quotidiano che non fa rumore. Ma che richiede attenzione”. Ad esso “dobbiamo l‘assunzione esplicita di una responsabilità politica: restituirgli dignità e funzione, perché insegnare è e deve tornare ad essere un lavoro bello, attrattivo e appassionante; perché studiare è la più efficace forma di allenamento alla vita adulta; e perché la scuola è un bene comune: un diritto di ciascuno e un dovere per lo Stato”. Per il ministro, “garantirlo a tutti, alle medesime condizioni e senza distinzioni, è il segno più convincente della libertà di educazione”. “Alla vostra scuola - ha aggiunto rivolgendosi ai ragazzi - non dovete chiedere solo qualche nozione o qualche competenza in più. Arricchiranno il vostro curriculum, ma non necessariamente le vostre coscienze. Siate esigenti e intransigenti. La vostra scuola deve aiutarvi a scoprire chi siete, a coltivare e promuovere le vostre passioni, a sviluppare il vostro desiderio di conoscenza e di affermazione della vostra personalità.”

Certo, i problemi nelle scuole del nostro Paese non mancano, ma la scuola si conferma, assieme alla famiglia una via privilegiata per aiutare a crescere, per educare alle grandi scelte della vita, per aprirsi agli altri e al domani. È questo un impegno che deve coinvolgere tutte le componenti del mondo della scuola, vincendo difficoltà, diffidenze, incomprensioni e indifferenze. A partire da quelle dei grandi mezzi di comunicazione che sembrano non si siano accorti della manifestazione del 10 maggio, tanto da relegarla tra le notizie di secondo ordine. Trecentomila persone in piazza per festeggiare e non per protestare evidentemente, per loro, non fanno notizia. Pazienza!

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 12 maggio 2014

 

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