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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 18°/2008

 Media, tra protagonismo e servizio

 

 

Affidando queste nostre annotazioni settimanali ad un sito internet non possiamo lasciare passare inosservato l’appuntamento con la 42^ Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si celebra domenica 4 maggio 2008 e che ha per tema “I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio. Cercare la verità per condividerla"

Benedetto XVI, nel messaggio che ha preparato per questa Giornata, dapprima si sofferma sulla “vorticosa evoluzione tecnologica” dei media e poi mette in guardia sui conseguenti “nuovi ed inediti interrogativi e problemi” che possono causare.

Se da una parte è innegabile l’apporto che i nuovi mezzi di comunicazione sociale, in particolare telefonia e internet, hanno dato “alla circolazione delle notizie, alla conoscenza dei fatti e alla diffusione del sapere”, dall’altra “non manca, purtroppo, il rischio che essi si trasformino invece in sistemi volti a sottomettere l’uomo a logiche dettate dagli interessi dominanti del momento.”

Questa sottomissione può verificarsi quando la “comunicazione (è) usata per fini ideologici o per la collocazione di prodotti di consumo mediante una pubblicità ossessiva. Con il pretesto di rappresentare la realtà, di fatto si tende a legittimare e ad imporre modelli distorti di vita personale, familiare o sociale. Inoltre, per favorire gli ascolti, la cosiddetta audience, a volte non si esita a ricorrere alla trasgressione, alla volgarità e alla violenza. Vi è infine la possibilità che, attraverso i media, vengano proposti e sostenuti modelli di sviluppo che aumentano anziché ridurre il divario tecnologico tra i paesi ricchi e quelli poveri.”

Ma c’è un pericolo, ancora maggiore, che si può verificare: «oggi, in modo sempre più marcato, la comunicazione sembra avere talora la pretesa non solo di rappresentare la realtà, ma di determinarla grazie al potere e alla forza di suggestione che possiede. Si costata, ad esempio, che su talune vicende i media non sono utilizzati per un corretto ruolo di informazione, ma per "creare" gli eventi stessi.»

Questo pericolo si verifica «quando la comunicazione perde gli ancoraggi etici e sfugge al controllo sociale» e, quindi, «finisce per non tenere più in conto la centralità e la dignità inviolabile dell’uomo, rischiando di incidere negativamente sulla sua coscienza, sulle sue scelte, e di condizionare in definitiva la libertà e la vita stessa delle persone. Ecco perché è indispensabile che le comunicazioni sociali difendano gelosamente la persona e ne rispettino appieno la dignità. Più di qualcuno pensa che sia oggi necessaria, in questo ambito, una "info-etica" così come esiste la bio-etica nel campo della medicina e della ricerca scientifica legata alla vita.»

L’invito del Papa è ad “evitare che i media diventino il megafono del materialismo economico e del relativismo etico, vere piaghe del nostro tempo. Essi possono e devono invece contribuire a far conoscere la verità sull’uomo, difendendola davanti a coloro che tendono a negarla o a distruggerla. Si può anzi dire che la ricerca e la presentazione della verità sull’uomo costituiscono la vocazione più alta della comunicazione sociale. Utilizzare a questo fine tutti i linguaggi, sempre più belli e raffinati di cui i media dispongono, è un compito esaltante affidato in primo luogo ai responsabili ed agli operatori del settore. E’ un compito che tuttavia, in qualche modo, ci riguarda tutti, perché tutti, nell’epoca della globalizzazione, siamo fruitori e operatori di comunicazioni sociali.”

A fronte della crescente importanza ed invadenza che i mezzi di comunicazione sociale vanno assumendo diventa, quindi, fondamentale una sempre maggiore capacità di giudizio critico, frutto di una libertà interiore.

 

Guardando al nostro ambito locale ed in particolare alla Comunità pastorale “Famiglia di Nazaret”, che di mezzi di comunicazione sociale ne ha tanti, non possiamo non osservare che occorre forse decidersi non a fare ancora qualcosa di più ma a dare migliore qualità a tutto ciò che già viene fatto, che non è poco.

Tra i primi ambiti che i tre consigli pastorali parrocchiali cittadini hanno deciso di affrontare nello scorso settembre c’era proprio quello della comunicazione. Merita riprendere quel lavoro fatto, aggiornarlo, e con molta serenità (cosa che per la verità non sempre riesce facile nelle nostre comunità, chissà perché poi?) volgere lo sguardo a ciò che si sta facendo in questo campo, per capire se tutto è mosso dal “desiderio incontenibile di condividere e comunicare la verità. La verità che rende liberi è Cristo, perché solo Lui può rispondere pienamente alla sete di vita e di amore che è nel cuore dell’uomo.”

 

Una risposta la dobbiamo alla signora rumena che vive a Cernusco e che ha scritto sulla “piazzetta”, sul tema della sicurezza e sugli attacchi ai suoi connazionali, da parte di singoli cittadini e di alcune forze politiche. Si chiede la signora: “perché su questo sito delle parrocchie (i cristiani) non scrivono e lasciano che un gruppo che dice di essere cristiano ci possa insultare e colpire? Dove sono i cristiani che ho conosciuto io? Hanno paura di dire che loro non sono razzisti? Hanno paura di dire che loro non ci vogliono cacciare?”

Noi, ovviamente non possiamo rispondere per gli altri, ma solo per noi stessi. Per quel che può valere la nostra parola e il nostro impegno, l’assicuriamo che non la lasceremo sola.

Lo abbiamo già scritto, ma vale forse la pena ripetersi. “Senza la sicurezza la nostra società regredisce, si riempie di istinti negativi, al limite del razzismo, si colora di paura. Senza la solidarietà l’Italia inaridisce, perde quel senso dell’accoglienza che ha coltivato da sempre, svilisce quello spirito cristiano che è alla base di tante iniziative per l’integrazione di genti e popoli che vengono da lontano.”

Dobbiamo convincerci che “sicurezza e solidarietà o crescono insieme o insieme naufragano.” E dobbiamo aver anche il coraggio di dire che non è vero che è impossibile realizzare l’integrazione.

Spetta, innanzitutto, alle pubbliche autorità, garantire la sicurezza ai cittadini. Compete, in buona parte, alla società civile mettere in atto iniziative capaci di favorire l’integrazione. E la Chiesa, su questo fronte, è sempre in prima fila.

 

Il fine settimana, infine, è caratterizzato dall’assemblea annuale dei soci della Banca di credito cooperativo della nostra città, che quest’anno assume poi un interesse particolare per via del rinnovo delle cariche sociali. Ma di questo ne parleremo diffusamente la prossima settimana.

 

 

Carlo & Ambrogio    

 

Cernusco sul Naviglio, 3 maggio 2008

 

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