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HOME > La Nota della Settimana > N° 17/2014

“LA SCUOLA È UN BENE DI TUTTI”

 

Il prossimo 10 maggio il mondo della scuola incontrerà a Roma, in piazza San Pietro, Papa Francesco. Sarà, si legge nell’invito lanciato durante il consiglio permanente della Cei dello scorso gennaio, “un’occasione privilegiata di mobilitazione popolare nella forma di una festa insieme. Essa manifesterà a tutti, una volta di più, l’interesse e l’azione della Chiesa per il mondo della scuola, che da Roma ripartirà con rinnovate motivazioni ed energie. La scuola, infatti, è un bene di tutti”. Un bene di tutti da rilanciare con il contributo di tutti, per cui “come credenti e come cittadini non possiamo disinteressarcene”, ma anzi in qualche modo prendere l’iniziativa.

“La crisi della scuola non dipende da fattori soltanto economici. È una crisi più profonda che chiama in causa la responsabilità di ogni cittadino che si sente convocato e obbligato a contribuire al bene comune, tanto più urgente quanto meno avvertito”, si legge ancora nella lettera di convocazione.

 

Un decennio sull’educazione – l’impegno per la scuola, ha spiegato il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, “va inquadrato nel contesto del decennio sull’educazione e centrato su un’idea concreta di bene comune” e richiede di “ritessere i fili della scuola, cioè quello delle generazioni (docenti e discenti), quello delle agenzie educative (scuola, famiglia, Chiesa), quello, infine, delle dinamiche sociali (scuola e lavoro)”. “Se educare è possibile e necessario, se coltivare l’umano viene prima del profitto, se la scuola è la frontiera della socializzazione, non possiamo far finta di niente”, ha aggiunto il vescovo, ricordando che “la Chiesa storicamente ha sempre avvertito l’urgenza di star dentro a questo mondo perché sa per esperienza che solo persone libere e critiche possono dar seguito a una società giusta e aperta”. Monsignor Galantino ha anche precisato che “non faremo rivendicazioni di nessun genere. Non chiediamo nulla. Andiamo in piazza per ascoltare ciò che il Papa ha da dirci”.


Rinnovarsi e rimotivarsi. “Siamo tutti consapevoli della crisi economica che non risparmia neanche i beni di prima necessità”, ha spiegato ancora monsignor Galantino: tra questi, però, “la scuola va difesa e promossa a costo di qualsiasi sacrificio perché ne va della salute pubblica e della stessa democrazia”. Per far questo, secondo il segretario generale della Cei, “occorre evitare che la scuola sia aggredita dall’ideologia di chi vuole ridurla ad un sapere funzionale al mercato oppure orientato a una visione prefabbricata della realtà. Essa è piuttosto l’esperienza di crescere insieme attraverso un confronto serrato con tutte le forme della conoscenza”. In questa prospettiva, dunque, “prendersi cura della scuola è un impegno e insieme un’opportunità”: “Solo ripartendo da questa attenzione al percorso di ciascuna ragazza e di ciascun ragazzo – ha affermato - si realizzerà una comunità all’altezza delle sfide che l’epoca presente pone con incalzante velocità”. “Siamo dentro un processo di grandi trasformazioni che la scuola non può subire”, ha sottolineato ancora monsignor Galantino: è questo il motivo per cui la scuola deve “rinnovarsi e rimotivarsi”.

Sette parole chiave per l’iniziativa del prossimo 10 maggio: autonomia e sussidiarietà, educazione, alleanza educativa, insegnanti, generazioni e futuro, comunità, umanesimo. In particolare, l’alleanza educativa deve essere “prima di tutto tra scuola e famiglia, in una logica di rigorosa lealtà reciproca. Questo implica un confronto comune sulle questioni, la costruzione di relazioni generative, l’attenzione inclusiva verso gli alunni in difficoltà”.

 

“Dobbiamo fare esercizio di confronto, sprecando meno tempo a schierarci” -  Al di là dei numeri dei partecipanti alla manifestazione del prossimo 10 maggio - ha precisato il segre­tario generale della Cei, Nunzio Galantino, “quello che è bello ed è da sottolineare è che si tratta di un momento in cui tutti gli operatori del­la scuola, a partire dalle famiglie, si ri­trovano insieme per sentirsi dire quacosa di entusiasmante e provocante dal Papa”. Allargando il discorso, Galantino ha spiegato che “bisogna ripensare un po' i meccanismi esistenti in Italia cioè dobbiamo essere persone non che crea­no schieramenti e contrapposizioni i­nutili e lo dico su tutti i temi, l'insegna­mento della religione a scuola, l'omosessualità, la pedofilia, la vita matrimo­niale, la fecondazione eterologa, con le battaglie non si va da nessuna parte, la conflittualità non ha mai risolto nulla, la categoria del ‘contro’ è una categoria sterile”. “Dobbiamo - ha continuato -  ­fare esercizio di confronto sprecando meno tempo a schierarci e impiegando più tempo a dire le ragioni che ci portano a essere da una parte o dall'altra”.

Un esercizio a cui tutti siamo invitati e di cui si avverte, in tutti i campi della vita sociale e civile, l’urgenza, per ridare slancio e fiducia al nostro Paese e quindi al nostro futuro. 

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 5 maggio 2014

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