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HOME > La Nota della Settimana > N° 17/2012

LANCIATA LA “FASE 2” DEL FONDO FAMIGLIA LAVORO

 

LA VEGLIA DEL LAVORO – “Dalla crisi si esce insieme” è il tema della veglia di preghiera in preparazione alla Festa del Lavoro del 1° maggio, che si è tenuta, giovedì 26 aprile, a Milano.

«Ce lo dice il Vangelo di Giovanni: Dio è l'eterno lavoratore, non sopporta di vedere uomini abbandonati o costretti all’ozio e alla passività, perché questo porta alla malinconia che può giungere fino alla disperazione, come la tragedia dei suicidi di questi tempi ci fa rimarcare. Non dimentichiamo mai che a metterci al lavoro è Colui che lavora sempre, è Colui che è l'eterno lavoratore». Con queste parole, durante la Veglia di preghiera, il cardinale Angelo Scola ha voluto sottolineare l'importanza del lavoro, la necessità di avere un'occupazione, di dedicarsi a un'attività che consenta di vivere, ma anche di esprimere tutta la nostra libertà e il nostro essere.

Il lavoro non è qualcosa di disgiunto dall'uomo, ma è qualcosa che gli appartiene profondamente e che tutti, quindi, dovrebbero avere: «L'origine del lavoro non sta primariamente in noi - ha infatti detto il Cardinale - ma in Colui che è il nostro Fattore. Pensiamo alla grande tradizione cristiana del segno della croce subito dopo che ci svegliamo, o della preghiera mattutina, oppure al gesto di partecipare alla messa feriale». Tutti piccoli gesti, secondo l'Arcivescovo, che già indicano un'azione, un'attività, un impegno, e che si inseriscono profondamente nella natura dell'uomo.

La Veglia di preghiera è stata però anche un intenso momento di ascolto e di riflessione su quello che sta accadendo nella nostra società. Nei primi mesi di quest'anno solo in Lombardia hanno perso il lavoro 21 mila persone, una soglia che fu superata solo vent’anni fa. È aumentata nel contempo la cassa integrazione ordinaria (+ 35%) e quella in deroga (+60%), e la crisi coinvolge anche i giovani che non possono più negoziare il loro talento: più del 20% in Lombardia sono disoccupati, percentuale che sale al 32% in Italia. Per non parlare della situazione degli stranieri che hanno impieghi precari, malpagati, e per i quali aumenta il numero di coloro che non trovano neanche un lavoro.

L’arcivescovo ha ricordato che «la giustizia implica che ci facciamo carico di chi ha perso il lavoro o non lo ha mai trovato, di chi non ha la possibilità di sfamarsi, soprattutto e non solo nel sud del mondo. Perché vi sia vera giustizia è necessario aggiungere gratuità e solidarietà». E ancora: «La vera giustizia non può essere né un dare per avere, né un dare per dovere. C'è qualcosa di più: è la logica della misericordia».

Fondo Famiglia Lavoro - Durante la veglia è stata lanciata la “fase 2” del Fondo Famiglia Lavoro, per integrare la logica erogativa che ha caratterizzato fino ad ora la sua attività. Avviato dal card. Dionigi Tettamanzi nel Natale 2008, il Fondo ha raccolto finora 14 milioni di euro e ha aiutato economicamente oltre 7 mila famiglie. In diocesi di Milano l’azione del Fondo ha portato alla nascita di 104 “distretti del Fondo”, dove 600 volontari hanno incontrato oltre 10 mila famiglie.

La “fase 2” si ispira alle parole del cardinale: “dalla crisi si esce solo insieme, ristabilendo la fiducia vicendevole. Un approccio individualistico non rende ragione dell’esperienza”. In questa “fase 2” sono previsti 4 tipi di interventi: percorsi di formazione con i costi coperti dal fondo; microcredito per famiglie anche per avviare micro-imprese; contributi a fondo perduto per famiglie non coinvolgibili nelle prime due forme; avvio di una società mutualistica. A disposizione c’è la somma di 1 milione di euro.

La preoccupazione dei vescovi lombardi - Le ferite profonde che la crisi economica e l’emergenza lavoro hanno inferto alla società lombarda sono stati motivo di riflessione per i vescovi lombardi riuniti a Caravaggio il 23 e 24 scorsi. «Rivolgendo la loro attenzione alla situazione presente, nell’esercizio del loro ministero di annunciare ed educare alla vita buona del Vangelo, i vescovi - si legge in un comunicato diffuso alla fine della due giorni - hanno condiviso la preoccupazione per le drammatiche difficoltà di molte persone e famiglie a causa della mancanza di lavoro e dell’incertezza delle prospettive e hanno rinnovato l’appello a tutti coloro che ne hanno la responsabilità a procurare lavoro e ad offrire prospettive perché sia dato di intravedere un esito a questo tempo travagliato.»

 

IL BENE COMUNE – Il cardinale Scola ha svolto, sempre lo scorso 26 aprile a Milano, anche  una lectio magistralis su “Il significato del bene comune” nel corso dell’evento “Più sociale nel social”, organizzato dalla Fondazione Cariplo e dalla Fondazione Pubblicità Progresso.

Per l’arcivescovo, solidarietà e sussidiarietà sono un binomio inscindibile, in una società plurale, che nella inevitabile divergenza delle visoni del mondo, non rinuncia alla «possibilità di intendersi concretamente sul da farsi» in vista del bene comune. Solidarietà e sussidiarietà: è l'«asse orizzontale» di quell'architettura del «bene comune», ha detto il cardinale Angelo Scola, che è «compatibile solo  con un'adeguata valorizzazione del protagonismo tipico nella società civile: l'idea, verso cui si stanno orientando le più acute interpretazioni sociologiche contemporanee, è proprio che c'è un capitale di solidarietà che solo gli attori della società civile sono in grado di generare e di cui nessuno Stato democratico può fare a meno». Perciò servono «assetti istituzionali in grado di garantire, attraverso il principio di sussidiarietà, la libertà e le forme civili dell' essere insieme».

In u­na società plurale il bene comune non è più un valore ovvio. Ma resta una questione irrinunciabile, «se vogliamo difendere lo spazio politico di una convivenza democratica».

Da dove ripartire? Da quell'«esperienza comune ad ogni uomo» che consiste nella presa di coscienza della «originaria socialità» di ogni persona e permette di «affermare che la relazione costituisce un bene condiviso che, se viene assunto consapevolmente, può essere riconosciuto come il bene comune, il bene dell'essere insieme all'interno delle odierne società pluralistiche».

Il bene comune «secondo la visione cristiana», ha affermato l'arcivescovo, «abbraccia l'intera vi­ta dell'uomo e non solo quella storica». Fra gli altri, vi sono due ambiti in cui quella visione può essere «recepita con grande giovamento della società civile». Il primo: la «nuova laicità». Se «l'obiettivo del politico» è «un pensiero pratico comune», anche i cittadini credenti, come tutti, devono poter dire la loro. Non è buona laicità quella che mira a «eliminare ogni riferimento religioso nello spazio pubblico»: lo è quella che scommette sulla «libertà dei cittadini» e su una «narrazione reciproca» che offre ai credenti lo spazio di un contributo originale e fecondo su temi - ha esemplificato Scola - come la famiglia, la vita, il lavoro, il riposo, la cura del creato. L'altro ambito: la crisi e il terzo settore. «Una società impoverita – ha affermato l’arcivescovo - non può fare a lungo da parafulmine ad uno Stato povero e inefficiente. Se una risposta statalista pervasiva, oltre a non suscitare alcun fascino, non risulta praticabile per ragioni finanziarie, il ritorno ad un liberalismo minimalista, nel quale lo Stato si spogliasse semplicemente dei suoi compiti perché non è in grado di perseguirli in proprio, non aprirebbe spazi per la società civile. Si allargherebbe semplicemente la forbice tra chi si trova in condizioni di bisogno e chi riesce in proprio a far fronte alla crisi».

 

IN CITTÀ, APRE LA GIRANDOLA - La Girandola è un progetto innovativo, un'esperienza di co-housing sociale realizzata interamente in bioedilizia sull’area dell’ex oratorio di via Briantea.

La Girandola comprende una comunità educativa residenziale per minori, una comunità di quattro famiglie affidatarie, quattro mini appartamenti per adulti e famiglie in difficoltà, uno spazio comune aperto ai progetti sociali del territorio. La Girandola è un progetto della Cooperativa sociale di solidarietà Comin che ha sostenuto l'intero costo della costruzione: 1.700.000 euro.

La nuova struttura verrà inaugurata giovedì 3 maggio, alle 11.30. In questa occasione, oltre al complesso edilizio di co-housing già operativo, verranno presentati due eventi che contribuiranno a sostenere economicamente il progetto.

Domenica 6 maggio, alle 20, ci sarà un concerto di beneficenza alla Scala dedicato alla nuova realtà di solidarietà sociale: l'appuntamento è con la Filarmonica del prestigioso teatro milanese: direttore di orchestra sarà il giovane e talentuoso Andrea Battistoni; al pianoforte il pianista ucraino Alexander Romanovsky. Tutto l'incasso sarà devoluto al nuovo progetto della Cooperativa Comin.

Domenica 20 maggio la Girandola si aprirà alla cittadinanza con il primo Open day: tante le iniziative per adulti e bambini a partire dalle ore 15, un'occasione per parlare al territorio con la speranza di iniziare a costruire progetti di integrazione e di scambio con i cittadini. (ulteriori informazioni: sul sito www.coopcomin.org)

 

IN CHIESA PREPOSITURALE, ANCHE FURTI – La sorpresa è stata grande, lo scorso venerdì 27 aprile, per le due signore che, ritornando al loro posto dopo aver fatto la Comunione, non hanno più trovato la loro borsetta, che avevano lasciato su una panca e su una sedia. È capitato in chiesa prepositurale, durante la Messa delle ore 8,00. È un triste segno dei tempi. Non c’è più neanche un po’ rispetto per i luoghi sacri. È vero che furti in chiesa ce ne sono stati anche in passato, ma mai si era osato colpire così spudoratamente. Mai si era osato così tanto. In precedenza era capitato che si approfittasse della penombra del luogo, si aspettasse che non ci fosse più nessuno per sottrarre soldi dalle cassette delle offerte. Stavolta, invece, lo si è fatto nel momento di maggiore partecipazione dei fedeli: quando lasciano il proprio posto per andare a ricevere l’Eucaristia.

Non ci resta che confidare nel ravvedimento della persona che ha osato così tanto. Il Signore è pronto ad abbracciare anche l’autore di questo furto, se saprà ravvedersi. Intanto, non rimane che raccomandare ai fedeli di tenere ben strette borse e borsette, anche in chiesa.

 

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 30 aprile 2012          

 

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