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HOME > La Nota della Settimana > N° 16/2012

GIUSEPPE TONIOLO, UN "UOMO DI SINTESI",
SARÀ BEATIFICATO IL 29 APRILE

 

Il venerabile Giuseppe Toniolo (1845 – 1918) sarà proclamato Beato nella Basilica romana di San Paolo fuori le mura il prossimo 29 aprile. Il presidente nazionale dell’Azione Cattolica (AC), Franco Miano, in un intervista all’Agenzia Sir, ha delineato la figura di Toniolo (per la sua biografia e le sue opere: www.giuseppetoniolo.net) e ne ha spiegato l’attualità. L’AC è stata tra le promotrici della causa di beatificazione.
Toniolo – educatore, docente universitario, storico, sociologo, economista e impegnato nella rinascita del movimento cattolico italiano -  “è il santo di una vita quotidiana vissuta in pienezza – ha detto Miano - laddove il riferimento alla vita quotidiana non dice solo la normalità del vivere assunta in pieno nelle sue mille sfaccettature, ma anche la tensione a trasformare la vita quotidiana. Un impegno a starvi dentro cambiando e per cambiare; un’esistenza vissuta concretamente ma sapendo rileggere il quotidiano alla luce dell’eterno. In questo senso Toniolo costituisce un modello di santità per ogni uomo e donna del nostro tempo”.
La sua regola di vita - Toniolo - che ha saputo intrecciare fede e vita, preghiera e azione: quattro “pilastri” della sua regola di vita – per il presidente dell’Azione Cattolicaè stato anzitutto un uomo di sintesi. La sua capacità di coniugare i diversi ordini della vita riportandoli a una sintesi, per quanto provvisoria, significa vivere quell’esercizio fondamentale che appartiene alla vocazione e alla missione dei laici che non scelgono di separarsi dal tempo in cui sono immersi ma di comporne le dimensioni”.
Attenzione ai poveri - Il nuovo beato ha vissuto in un periodo storico non facile, soprattutto per il rapporto Chiesa-Stato all’indomani della presa di Roma, tuttavia ha saputo porsi come uomo di speranza. “Ha vissuto concretamente l’attenzione della Chiesa per i più poveri. Talvolta l’elemento del docente o della persona impegnata in ambito politico – ha dichiarato ancora Miano - rischia di non porre in adeguato risalto l’aspetto altrettanto decisivo di una vita spirituale che sa farsi attenzione agli altri, alle loro situazioni, in particolare le più difficili, accendendo in loro una luce di speranza. Anche questo ‘farsi prossimo’ è elemento essenziale della vocazione del laico”.
Primato dell’etica sull’economia - Nel 1873, solo ventottenne, andando controcorrente rispetto al pensiero già allora dominante, Toniolo affermò il primato dell’etica sull’economia. “Oggi, di fronte all’attuale capitalismo finanziario senza regole, l’importanza di restituire all’etica il primato sull’economia appare un messaggio ancora più attuale. Non si può accettare – ha aggiunto il responsabile di AC - un’economia fine a se stessa; oggi in particolare essa sembra avere smarrito il suo fine primario e riferimento ineludibile: la centralità della persona e del bene comune. In senso più ampio la testimonianza di Toniolo è un richiamo per la società odierna a ridare un’anima all’economia, ma anche alla cultura, alla politica e a tutto il vivere sociale”.

 

Il postulatore della causa di beatificazione - Monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi e postulatore della causa di beatificazione di Giuseppe Toniolo, ha sottolineato che “Toniolo impressiona per la ricchezza delle dimensioni che contraddistinguono la sua personalità e, pertanto, anche la sua santità. A partire dalla dimensione della famiglia, che egli visse in pienezza, con una stupenda esperienza di unità coniugale, e sette figli, ai quali si dedicò con amore. Quanto alla professione, la cattedra universitaria era per lui un impegno ‘religioso’. Chiama i suoi discepoli ‘sacro deposito’, ‘amici del suo cuore’. È su questa base di una santità del quotidiano, tra famiglia e professione, che si sviluppa anche il Toniolo pubblico del movimento cattolico, con le sue molteplici iniziative per lo sviluppo della testimonianza cristiana nel sociale”.
Fede e cultura - Toniolo, sempre secondo il vescovo Sorrentino “aveva compreso che gran parte dell’efficacia della testimonianza cristiana passa per la capacità della fede di incidere sulla cultura. Le sue iniziative furono un ‘progetto culturale’ che si venne dipanando nel tempo. Si ispirava in particolare a un testo del Concilio Vaticano I in cui si dice che tra fede e scienza non solo non c’è opposizione, ma tra le due è possibile un rapporto di contributi fecondi. La fede è fatta per stimolare e generare cultura”.
Testimone importante per l'impegno dei cattolici italiani in politica. “Al suo tempo – ha aggiunto Sorrentino - non si trattava di impegno politico in senso stretto, dal momento che questo era escluso dal ‘non expedit’ dovuto alla ‘questione romana’. In senso largo, tuttavia, Toniolo aveva una spiritualità ‘politica’ e preparava, nel sociale, il tempo dell’impegno politico. Dalla situazione storica traeva anzi un principio generale: è necessario salvaguardare l’equilibrio tra il momento sociale e quello politico. Senza una società ricca di iniziativa, di corpi intermedi, di soggettività, la politica perde un bilanciamento necessario alla sua stessa vitalità, può perdere il senso dei suoi limiti, e ne nasce, nelle più diverse forme, uno statalismo deleterio. L’impegno politico resta tuttavia una grande vocazione, alla quale i cristiani devono formarsi”.

Uomo di speranza - Toniolo è stato uomo di speranza. “Guardava alla storia dall’altezza di Cristo, e pertanto amava parlare del ‘principio di resurrezione’. Intendeva dire che, per il fatto stesso che Cristo è risorto, ed è l’asse portante della storia, non ci sono fallimenti definitivi. La storia può avere alti e bassi. Ma si può guardare avanti con speranza.”

 

Economista, esploratore del senso delle cose – Toniolo fu anche promotore della costituzione di tantissime casse rurali e artigiane (ora banche di credito cooperativo). “Esperto di molte cose, ma soprattutto esploratore del senso delle cose. Toniolo si chiede come funzionano certi fenomeni economici e il perché. Individua i tre supremi doveri ai quali deve ubbidire l’esercizio del credito: la moralità, poiché si poggia sulla fiducia; la giustizia distributiva, affinché i compensi percepiti da chi offre il credito non degenerino dalla loro natura giuridica ne danneggino i diritti di colui che riceve il prestito; l’utilità generale: il credito miri al benessere pubblico, svolgendo una funzione sociale. Tutto già scritto. A volte la memoria non aiuta la cultura economica – che neutrale non è – forma decisori, regolatori, e operatori su piattaforme valoriali (o presunte tali) talvolta opposte a quelle di Toniolo. E capita che la finanza degeneri.” (Alessandro Azzi, presidente Federcasse, Il Sole 24 Ore, 12 aprile 2012)

 

A VENT’ANNI DALLA MORTE DI DON FELICE RIGANTI – Il 22 aprile 1992 moriva, a Limbiate, don Felice Riganti (1928 - 1992). Giunse nella nostra città nel 1956 e vi rimase sino al 1976. Tante le iniziative e i ricordi legati al suo nome: da assistente della Sacer a quello dell’oratorio dei piccoli (ragazzi sino alla 4^ elementare, in via Briantea) e dell’oratorio femminile, da direttore del coro parrocchiale a promotore dei pellegrinaggi a Lourdes e a Caravaggio, da fondatore dell’Unitalsi cernuschese ad appassionato di fotografia, di presepi, della montagna e dei carri allegorici.

Nel 1967 fu nominato primo parroco di San Giuseppe Lavoratore e proprio in questa comunità, la scorsa domenica, è stato ricordato durante la celebrazione della Messa delle ore 18.00.

Nel suo testamento spirituale, che ogni volta che si rilegge suscita sempre grande commozione e ammirazione, il primo pensiero fu per le persone da lui predilette: ammalati e disabili. Scriveva, quando ormai il male che lo minava avanzava implacabile e avvertiva sempre più il venir meno delle sue forze, che stava «preparando con entusiasmo febbrile il Pellegrinaggio a Lourdes dei giovani disabili della Parrocchia (di San Giorgio in Limbiate) per il prossimo aprile (eravamo nel 1992), al quale vorrei partecipare, forse per l'ultima volta, ma ho l'impressione che non ce la farò. Forse il Signore e la Vergine di Massabielle mi chiedono questo ulteriore sacrificio e questa rinunzia dolorosa per qualche misterioso disegno … ed io dico ancora, come Maria, il mio entusiastico "Fiat”! In ogni caso rinnovo la mia piena adesione al piano di Dio nei miei confronti chiedendo al Signore di dare significato purifictore e apostolico ai giorni, pochi o tanti che siano, che Lui intende lasciarmi. Rinnovo anche “l’offerta totale della mia vita" come ho già fatto per tanti anni, in favore delle persone e delle intenzioni, dei progetti, che più di altri hanno attra­versato la mia vita sacerdotale.»

Poi il ricordo del suo mistero pastorale a Cernusco. «Voglio ricordare con particolare affetto la Comunità di San Giuseppe Lavoratore in Cernusco - la mia prima comuni - nella quale ho sempre gustato una grande "fraternità" e l'entusiasmo pioneristico di cose nuove "nate dopo il Concilio Vatcano"; senza dimenticare la carissima Comunità di Santa Maria Assunta, la Sacer, l'Oratorio "dei piccoli" e l'oratorio femminile, la cantoria, ecc. - il primo amore - ­che hanno fatto di me un sacerdote "di fatto", Questo per l'esempio di "preti po­veri e santi" di prevosti avveduti e di gente meravigliosa

Chi l’ha conosciuto – e noi siamo tra quelli - non può facilmente dimenticarlo. Per don Felice, oltre il doveroso ricordo, la nostra preghiera, unita alla gratitudine al Signore per averlo donato alla nostra comunità.

 

MESSE DI PRIMA COMUNIONE -  Con domenica 22 aprile sono iniziate, nelle nostre tre parrocchie, le “Prime Comunioni”. Giornate che ci auguriamo per tutti di vera gioia. A noi adulti spetta ricordare e testimoniare a questi ragazzi e ragazze che “Gesù è il loro più grande amico”, coma affermava, nel 1979, Giovanni Paolo II, rivolto a dei loro coetanei che stavano per ricevere la Prima Comunione. «Non dimenticatelo mai! Gesù – disse in quell’occasione Papa Wojtyla - vuole essere il nostro amico più intimo, il nostro compagno di strada. Certamente avete tanti amici; ma non potete stare sempre con loro e non sempre essi possono aiutarvi, ascoltarvi, consolarvi. Gesù invece è l’amico che non vi abbandona mai; Gesù vi conosce uno per uno, personalmente; conosce il vostro nome, vi segue, vi accompagna, cammina con voi ogni giorno; partecipa alle vostre gioie e vi consola nei momenti del dolore e della tristezza. Gesù è l’amico di cui non si può più fare a meno, quando lo si è incontrato e si è capito che ci ama e vuole il nostro amore.»

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 23 aprile 2012

 

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