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HOME > La Nota della Settimana > N° 14/2012

SERVIRE LA CITTÀ

 

Avvicinandoci sempre più all’appuntamento di domenica 6 e lunedì 7 maggio, per le elezioni comunali, proseguiamo nell’offrire alcuni spunti di riflessione, traendoli da interventi dei vescovi diocesani,  sull’impegno dei cattolici in politica e sui doveri dei pubblici amministratori.

“Seguite con rigore di coscienza e di responsabilità la via del servizio dei cittadini, rifuggendo in particolare dal privilegiare le varie caste o un certo populismo che impedisce di compiere leggi giuste per tutti ed eque in particolare verso chi meno ha e meno conta nella società”. Così mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, si è rivolto lo scorso 31 marzo agli amministratori e ai politici torinesi.
I poveri al primo posto - Mons. Nosiglia ha esortato i politici a mettere “sempre in primo piano il bene comune e non solo quello individuale o della propria parte politica”, dedicando un'attenzione particolare ai “poveri, agli ultimi e a coloro che sono considerati un 'peso' nella società”: “siano prediletti nel vostro servizio - ha rimarcato l'arcivescovo, rivolgendosi agli amministratori subalpini, - perché ad essi va riservato un posto speciale nell’erogazione anche delle risorse e nella difesa e promozione dei diritti propri di ogni cittadino”, soprattutto “in questo momento di crisi” in cui occorre “richiamare una particolare attenzione e cura verso le famiglie che soffrono di più a causa della mancanza del lavoro, della casa, del sostegno per le disabilità e le malattie gravi di cui soffrono i loro congiunti”.
Coniugare giustizia e amore. L'arcivescovo ha preso le mosse della sua catechesi dal brano evangelico delle Beatitudini: “la pagina più alta e concreta su cui si misura la vita e l’impegno della Chiesa e di ogni cristiano”, ha specificato, da cui “anche l’impegno politico e sociale può trarre un percorso ideale di riferimento per l’agire e per le scelte concrete a servizio dei cittadini e del bene comune”, aiutando a “coniugare strettamente giustizia e amore”, in maniera disinteressata e gratuita. Perché, ha spiegato mons. Nosiglia, “la sfiducia che anche molti credenti nutrono nei confronti della politica nasce dalla percezione che non sia possibile coniugare nella prassi politica gli ideali che sembrano invece realizzabili nell’azione sociale e caritativa”. E “anche se talvolta vi può sembrare complesso e non facile da gestire con coerenza - ha sottolineato mons. Nosiglia - abbiate fiducia nel vostro servizio”, perché “se svolto con onestà e sincerità, dedizione e passione per l’uomo, umile e confidente fiducia in Dio, conduce sempre a risultati positivi”.
La ricchezza della diversità. Mons. Nosiglia ha poi chiesto ai politici di “rinunciare alla demonizzazione dell’avversario, come pure alla ricerca di quello scontro aspro e conflittuale che tende a distruggere più che costruire”, perché - ha detto - “nella ricerca del servizio al bene comune ci possono essere opinioni diverse come pure diversità di programmi, ma esso non può mai essere subordinato al proprio interesse o a quello della propria parte politica: le diversità sono una ricchezza, anche in campo politico, e mediante il dialogo e il confronto i cristiani possono trovare motivo di incoraggiamento e strade di collaborazione in vista del raggiungimento della giustizia e della carità”.
La politica sulla strada. “La politica non sia fatta a tavolino, ma sulla strada”, ha concluso l'arcivescovo rivolgendosi ai politici, “perché l’ascolto e la condivisione dei problemi e delle situazioni concrete di vita della gente si percepiscono solo stando dentro, giorno dopo giorno, al loro vissuto”, contando anche che “oggi le parrocchie, come pure le tante realtà del territorio che coinvolgono un numero crescente di cittadini, necessitano di sentire vicini a loro quanti sono impegnati in politica, non solo per tagliare nastri e partecipare a cerimonie che rendono visibile la loro presenza in televisione e sulla stampa, ma nel quotidiano, perché è lì che la gente aspetta risposte e può esprimere attese e richieste”.

 

DOMENICA 6 E LUNEDÌ 7 MAGGIO: ELEZIONI COMUNALI  CON NOVE CANDIDATI SINDACI, UN RECORD – Voce Amica di aprile – mensile della Comunità pastorale Famiglia di Nazaret - in distribuzione da sabato 7, pubblica l’editoriale che di seguito riportiamo. Un editoriale che abbiamo condiviso e che rilanciamo da queste nostre pagine.

- Manca ormai un mese all’appuntamento con le urne per l’elezione del sindaco e di sedici consiglieri comunali, ma la campagna elettorale stenta a decollare. Complice forse la situazione economica generale, che induce un senso generale di sfiducia nei confronti nei politici, sta di fatto che di voglia di discutere e di confrontarsi su temi amministrativi, di impegnarsi se ne vede davvero poca in giro per la città. Eppure è proprio in questi momenti di difficoltà che si dovrebbe avvertire maggiormente il bisogno di non isolarsi, di non essere indifferenti, di non rinunciare a dare il proprio contributo per far crescere una comunità migliore.

«Tra i detti che esprimono la saggezza popolare – ha ricordato monsignor Luciano Monari, vescovo di Brescia, parlando ai consiglieri comunali della sua città - si dice, ad esempio che "ciascun popolo ha i governanti che si merita" e viceversa che "i governanti hanno il popolo che si meritano." Come tutti i detti proverbiali queste espressioni non dicono una legge della vita sociale come se sempre e ovunque le cose accadessero proprio così. Non è vero, naturalmente; ma mi sembra che l'intento di quei detti sia un altro. Come se dicessero: voi, gente del popolo, se le cose non vanno non date tutta la colpa ai governanti; piuttosto chiedetevi che cosa potete fare voi perché le cose migliorino. E reciprocamente: voi, governanti, se le cose non vanno non gettate tutta la colpa sul popolo, ma chiedetevi che cosa potete fare voi per migliorarle.» 

Un appuntamento importante - Le elezioni comunali sono sempre un appuntamento importante nella vita di una città, perché ne orientano il suo futuro. Un futuro che è affidato, ancor prima che nelle capacità di coloro che ci amministreranno, alle scelte che faremo - un dovere civico da cui non ci si può dimettere – nella cabina elettorale.

Gli aspiranti sindaco che hanno presentato la loro candidatura sono nove, per un totale di 16 liste. Cinque anni fa’ ci furono 7 candidati sindaci e 22 liste.

Il primo turno delle elezioni comunali è fissato per domenica 6 e lunedì 7 maggio. L’eventuale ballottaggio, nel caso in cui nessuno candidato sindaco ottenesse la maggioranza assoluta dei voti, si terrà domenica 20 e lunedì 21 maggio.

Nove candidati sindaco - Presentiamo i candidati sindaco  in ordine alfabetico: Mauro Aimi (Movimento 5 stelle), Giuseppe Colombo (Lista Colombo, La casa dei Cernuschesi, Amo Cernusco, Democrazia cristiana, Fli) Eugenio Comincini (PD, Vivere Cernusco, Italia dei valori, Sinistra ecologia e libertà, Rifondazione comunista),  Claudio Gargantini (Persona e Città), Lorenzo Gaviraghi (UDC), Claudio Keller (PDL), Cristian Mandelli (Lega Nord), Andrea Miedico (Tu per Cernusco), Patrizio Sirtori (Unione laica). 

Chiesa locale e città - In forza della sua missione, la Chiesa si ritiene abilitata a prendere la parola anche su questo momento della vita della città e si sente in dovere di porvi premurosa attenzione, perché ne ha a cuore il destino; partecipa del suo cammino; ne conosce problemi, fatiche e sofferenze; ne condivide gioie e speranze; si adopera al suo servizio con speciale riguardo ai ceti più poveri e deboli.

Attenzione e partecipazione che non sono solo di queste settimane di campagna elettorale, ma di ogni giorno dell’anno. Ne sono una dimostrazione anche  le pagine – la città - che questo nostro mensile dedica, ogni volta, alla vita amministrativa e sociale locale (come pure la nostra Nota settimanale). Innanzitutto seguendo le sedute del consiglio comunale, per poi presentare e commentare gli argomenti più importanti che affronta, proprio perché ogni cittadino, non può disinteressarsi della vita della comunità in cui vive.

La Chiesa, nel rispetto dei diversi ruoli e delle diverse finalità, ha sempre dato la propria disponibilità al Comune, indipendentemente da chi ne è alla guida, a collaborare per la promozione del bene comune e per quello dei singoli individui.

Competenza, eticità e capacità d’ascolto - Nello scorso numero abbiamo evidenziato le caratteristiche che per noi sono importanti in un candidato sindaco e in un aspirante consigliere. È utile che ce le ricordiamo, per questo le riproponiamo. Prima di tutto: la competenza. Chi si impegna in politica deve avere capacità all’altezza del servizio da svolgere, capacità individuali o espresse con l’ausilio di una squadra adeguata e responsabile. Secondo: l’eticità. Deve essere una persona, quindi, che sa dire sì ai valori e principi etici e no ai compromessi, che sa mantenere un atteggiamento vigile e moralmente coerente, che è interiormente ed effettivamente libera da logiche di parte. Terzo: l’ascolto, ma anche la disponibilità al dialogo e a rendere conto dell’operato, a sapersi mettere in discussione sull’opportunità di realizzare o rinunciare a determinati progetti ideati, ad ascoltare i cittadini e quindi a offrire risposte concrete. Le altre qualità e azioni che per noi contano in un candidato sindaco sono la capacità di lettura delle risorse e dei problemi della comunità che è chiamato ad amministrare; la scelta di campo a vantaggio dei diritti dei deboli; il sostegno concreto alla vita umana, dal suo principio alla morte naturale, e alla famiglia tradizionale fondata sul matrimonio; la valorizzazione del lavoro umano; la promozione dei diritti e i doveri di cittadinanza; la libertà di educazione e l’attenzione alla cultura. Infine, l’apertura ai giovani, per coinvolgerli concretamente nella vita cittadina e nella politica attiva.

Cercando di intravedere quale sia il vero bene comune, ognuno è chiamato a scegliere, in libera e personale responsabilità e con piena conoscenza e illuminata coscienza, quelle forze politiche e quelle persone ritenute le più idonee alla messa in atto di tali valori.

Lavoro “priorità assoluta” - Ci sono due problemi sociali che ci stanno particolarmente a cuore. Il primo è il lavoro, il secondo sono i giovani. Il modello economico italiano – ha detto lo scorso 26 marzo il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, cardinale Angelo Bagnasco, in apertura dei lavori del Consiglio permanente - “è stato ed è una prodigiosa combinazione tra famiglia, impresa, credito e comunità”: oggi, per i vescovi, “va reinterpretato e rilanciato, recuperando stima nelle imprese familiari e locali, a cominciare da quelle agricole e artigianali”. In concreto, “bisogna sapersi misurare con le mutazioni incalzanti che costringono a un pensare nuovo”, partendo dalla consapevolezza che “bene sommo è la persona che lavora”: per questo “vanno create le condizioni perché le opportunità d’impiego non sfumino, e con esse le abilità manageriali e i capitali necessari all’impresa”. “Mentre la crisi perdura”, i vescovi chiedono che “sollecitamente si avvii la sospirata fase di ripresa e degli investimenti in grado di creare lavoro, che è la priorità assoluta”. Di qui la necessità che “lo Stato e gli enti locali (quindi anche il Comune, aggiungiamo noi) siano solventi e lungimiranti”.

Cosa in concreto potrebbe fare un Comune per il lavoro? Innanzitutto interrogarsi sugli aiuti da dare ai cittadini che hanno perso il lavoro, individuando gli strumenti più adeguati per supportare temporaneamente le persone e le famiglie nel momento della perdita o della riduzione sensibile del loro reddito. Qualcosa negli ultimi anni la nostra amministrazione comunale ha fatto, ma occorre fare molto di più. Inoltre, il Comune dovrebbe utilmente impegnarsi per studiare incentivi speciali a favore dell’avvio o dello sviluppo di imprese che risultino veramente capaci di generare nei nostri territori nuovi “buoni” posti di lavoro (cioè stabili, sicuri e dignitosi), iniziative imprenditoriali socialmente responsabili, rispettose delle persone e dell’ambiente e con legami forti con il territorio.
Non tradire i giovani - “Siamo profondamente persuasi che i giovani di oggi siano in grado di dare una spinta decisiva al cambio di passo del nostro Paese”. Ecco perché “non si possono tradire: sono indispensabili oggi, non solo domani”. Parole di fiducia, quelle tributate ai giovani dal card. Bagnasco. “Nonostante la precarietà che sta segnando la loro giovinezza”, i giovani “non possono rinunciare a costruirsi come persone stabili, interiormente solide, capaci di idealità e dunque resistenti alle sfide”. Di qui l’appello del cardinale ai giovani: “Stiamo andando verso una società nella quale sempre di più conterà la formazione completa, e non solo dunque scolastica e professionale, la formazione cioè della vostra umanità.  Ai giovani dobbiamo dare - come adulti e come comunità civile – concreta dimostrazione che crediamo nelle loro capacità e che abbiamo fiducia in loro non solo a parole ma con mirate scelte politiche, economiche e culturali. Questa riteniamo sia l’unica via per richiamarli alla loro responsabilità, perché vivano da protagonisti e non assumano il disagio generazionale o la precarietà di vita come alibi per il disimpegno.

I cattolici e l’impegno politico - In più occasioni, con interventi dei vescovi diocesani o con documenti delle singole comunità ecclesiali è stato fatto sottolineato e ribadito che la Chiesa auspica che i laici cattolici, forti nella fede, si sentano chiamati all'impegno sociale, politico ed economico. La vita pubblica attuale ha infatti bisogno di una loro presenza che non sia inefficace o insignificante. Per questo i cattolici, che si candidano a responsabilità pubbliche, devono innanzi tutto sentirsi capaci e assolutamente competenti nel compito che intendono svolgere e in vista del quale chiedono il voto. Essi devono essere animati non da ambizione o da interesse personale, ma esclusivamente da spirito di servizio.
Non devono presumere, pretendere e asserire di rappresentare la Chiesa, ma semplicemente, facendone parte, dare dimostrazione di essere personalmente degni dell'appellativo di cattolici.
Non esistendo un'unità dei cattolici in politica rappresentata da uno o più partiti, il criterio dell'unità è da ricercarsi sui valori cristiani, che saranno da individuare nei programmi dei partiti e testimoniati dai loro candidati. (V.A.)

 

A NOSTRO PARERE – Dunque all’appuntamento del prossimo 6 e 7 maggio, sulla scheda elettorale, troveremo 9 candidati sindaco e 16 liste. Nella crisi generale che attanaglia i partiti, evidentemente, molti aspiranti consigliere comunale tentano la via solitaria di una propria lista, cercando così di sfruttare al meglio il richiamo che potrebbe essere esercitato dal loro nome.

In totale ci sono 242 candidati consiglieri comunali, di cui solo 82 nati a Cernusco; 51 hanno meno di trent’anni; 2 sono di origine africana. Dei 20 consiglieri uscenti, 6 non si ripresentano più (tra questi ultimi, 4 sono del PD).     

Di fatto c’è una sola coalizione, quella che sostiene l’attuale sindaco, Eugenio Comincini. Una coalizione che, questa volta, si è  allargata ad altre due formazioni di sinistra (Italia dei valori e Sinistra ecologia e libertà) e a una lista civica (Tradizione & Futuro). In questo schieramento, diversamente da cinque anni fa’, al voto moderato viene meno un riferimento: nel 2007 c’era infatti la Margherita. Il tentativo di mettere in campo una lista civica capace di intercettare gli elettori di centro, che non guardano con simpatia al Pd, non ci sembra riuscito, anche perché capeggiata da un consigliere comunale che è passato dall’opposizione alla maggioranza. Senza dimenticare che una parte degli elettori cattolici, che nel 2007 hanno sostenuto Comincini, adesso potrebbero fare una scelta diversa non avendo gradito alcune scelte della sua amministrazione comunale e della maggioranza in tema di famiglia (istituzione dell’attestazione di famiglia anagrafica), di scuola (riduzione del contributo all’Asilo Sorre) e di centralismo comunale (reso evidente dai tanti regolamenti approvati per le più diverse materie).

Il PDL locale esprime un candidato sindaco molto stimato in città. Ma il partito, diviso al suo interno, ha dimostrato di essere incapace di comunicare e di dialogare con i cernuschesi e con le altre formazioni locali. Non ripresenta uno dei suoi più apprezzati e competenti consiglieri e invece ne imbarca uno, noto costruttore edile, che non può proprio essere considerato un segno di rinnovamento della politica, tra l’altro abituato ad ogni tornata elettorale a cambiar partito.

La Lega Nord, prima ancora che della bufera abbattutasi a livello nazionale sul suo fondatori e sui suoi dirigenti, deve fare i conti con la difficoltà, a livello cittadino, a elaborare una politica incisiva. Sembra venuta meno, in questi ultimi anni, la capacità ad attrarre nuovi tesserati e i giovani hanno preso un’altra via, anche perché il dissenso politico non ha sinora avuto possibilità di manifestarsi al suo interno.

L’UDC cernuschese si è impegnata a compattare il centrodestra, nella speranza di convincere le diverse sue anime a esprimere un unico candidato sindaco, ma alla fine si è ritrovata a correre da sola. Purtroppo questo partito, a livello locale, sembra ben lontano da quanto esprime la leadership nazionale. Ha bisogno di un radicale rinnovamento, di cui non vediamo ancora traccia.

L’ex sindaco Giuseppe Colombo, ritenta la corsa verso la poltrona di Villa Greppi, con tre liste civiche, di cui una (Cernusco Futura Casa dei Cernuschesi) ricomprende anche alcuni esponenti di Futuro e Libertà di Gianfranco Fini. Per lui è impossibile mancare un appuntamento elettorale, la politica ce l’ha nel cuore e il suo impegno è frutto innanzitutto di generosità e di servizio. Incontra la simpatia di molti perché è politicamente scorretto.

In corsa c’è anche Claudio Gargantini, passato dai banchi della maggioranza a quelli dell’opposizione, che spera di raccogliere consensi trasversali con una propria lista civica, contando sulla sua capacità dialettica, a volte però decisamente straripante, e sulla sua notorietà, soprattutto in ambito sportivo.  

L’Unione laica per Cernusco si ripresenta anche questa volta con un suo candidato sindaco, l’architetto Patrizio Sirtori, certamente più conosciuto di quello di cinque anni fa. Sirtori, ex segretario dei DS, potrebbe sottrarre vota alla coalizione di Comincini.

Il Movimento cinque stelle punta a sfruttare l’effetto richiamo esercitato dal suo fondatore, Beppe Grillo. In città, salvo qualche sporadica apparizione, sinora si è notato veramente poco.

C’è infine la novità della lista dei giovani Tu per Cernusco. Non li conosciamo ancora, ma sappiamo che a livello nazionale non sono soli. Infatti, è stato rilevato che in occasione delle prossime elezioni amministrativa stanno fiorendo diverse iniziative di giovani intenzionati a impegnarsi in politica dando vita a liste civiche. Mancano cifre ufficiali, ma il fenomeno appare significativo in alcune città capoluogo. È un segnale importante. Perché è proprio l’ambito locale il laboratorio in cui per i giovani è più facile mettersi in gioco e sperimentare il loro protagonismo.

Nella prossima consultazione elettorale potrebbe avere un peso determinante l’astensionismo, almeno stando ai recentissimi sondaggi, che a livello nazionale lo hanno indicato nel 50% dell’elettorato, per la forte sfiducia verso la classe politica. Se questa tendenza dovesse trovare conferma anche nella nostra città, le sorprese sicuramente non mancherebbero. 

Il clima elettorale di oggi, a Cernusco, non è quello di cinque anni fa: si vive una fase di stanchezza e di rassegnazione. Ci sono motivi di riflessione e di impegno per tutti!

 

CERNUSCO COMUNE A CRESCITA ZERO – Segnaliamo, infine, che stando a quanto ha pubblicato lo scorso giovedì Casa24 Plus – supplemento settimanale del Sole 24 Ore – il nostro Comune sarebbe il secondo in Italia a mettere in atto concretamente una pianificazione edilizia a consumo zero (o meglio politiche urbanistiche volte al contenimento del consumo del suolo). Al primo posto troviamo Cassinetta di Lugagnano, sempre in provincia di Milano. Le politiche urbanistiche saranno senz’altro un argomento al centro de dibattito elettorale nelle prossime settimane. 

 

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 9 aprile 2012

 

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