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HOME > La Nota della Settimana > N° 14/2013

La gioia della comunione nella fede
con Papa Francesco e il nostro Vescovo Angelo

Il pellegrinaggio diocesano a Roma svoltosi dall’1 al 3 aprile scorso – come ha ricordato lo stesso Arcivescovo durante la sua omelia in San Pietro – è stato lungamente atteso e voluto. Tra gli oltre 10.000 pellegrini milanesi c’era anche un nutrito gruppo della nostra Comunità pastorale “Famiglia di Nazaret”: una ottantina di ragazzi di terza media, accompagnati da don Andrea e da alcuni genitori, e una ventina di adulti insieme al parroco don Ettore. In tutto un centinaio di pellegrini che da Cernusco sul Naviglio si sono recati nella città di Pietro e Paolo.

Il motivo che ci ha condotti a compiere questo pellegrinaggio è triplice: professare la nostra fede sulla tomba degli Apostoli, come atto importante nell’Anno della fede che la Chiesa universale sta vivendo; continuare a vivere il dono della visita di Papa Benedetto XVI, a un anno dall’Incontro internazionale delle famiglie svoltosi a Milano nel giugno 2012; ascoltare e pregare insieme a Papa Francesco, nuovo dono dello Spirito alla Chiesa di Dio.

Due sono stati i momenti più significativi del pellegrinaggio: la celebrazione dell’Eucaristia presieduta dall’Arcivescovo, il Card. Angelo Scola, con tutti i pellegrini della diocesi e, in particolare, i quattordicenni, e la partecipazione all’Udienza generale che Papa Francesco ha tenuto in piazza San. Pietro, riprendendo le catechesi dell’Anno della fede.

Durante la S. Messa celebrata nella basilica di S. Pietro, riempita da tutti i fedeli ambrosiani e dai 6000 ragazzi della professione di fede, l’Arcivescovo si è rivolto in modo del tutto speciale a questi preadolescenti per riflettere con loro sul dono della “vita eterna”, offerto agli uomini proprio dal mistero pasquale di Gesù. “Nell’espressione ‘vita eterna’ – ha detto il Card. Scola – voi capite subito che sono in gioco due cose: la vita, ciò che di più prezioso abbiamo, e il per sempre”. E ha aggiunto: “Con le due parole ‘vita eterna’ la Chiesa dice che l’uomo nasce per essere definitivamente felice. Nessun male, nessun dolore, nessuna sofferenza potranno prevalere sulla felicità che Gesù ci dona e che sarà piena un giorno quando vivremo per sempre insieme a Lui”.

Parlare della ‘vita eterna’ a dei ragazzi che non hanno ancora compiuto i quindici anni può sembrare una impresa ardua, ma il linguaggio dell’Arcivescovo e la passione con cui ha comunicato il cuore della fede cristiana – cioè l’annuncio pasquale – hanno toccato il cuore dei presenti.

Rivolgendosi poi agli adulti, il Cardinale si è soffermato sul tema della provvidenza e delle sorprese di Dio: “La Provvidenza che guidò Papa Benedetto a Milano per la Visita Pastorale alla Diocesi in occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, ci ha condotti fino a Roma per ringraziare il Papa per tale immenso dono”. Così ha esordito l’Arcivescovo. E tuttavia, ha aggiunto, “Dio continua a sorprendere il Suo popolo per accompagnarlo ad una sempre più decisa professione di fede e ad una consegna totale della vita. Così in queste ultime settimane ci ha regalato Papa Francesco e noi, pellegrini ambrosiani, abbiamo la grazia di poterlo incontrare all’inizio del suo ministero petrino per dirgli il nostro affetto e il nostro desiderio di seguirlo e di essere confermati da lui nella fede apostolica”

L’affetto della Chiesa ambrosiana non si è fatto certo attendere e si è manifestato proprio nell’Udienza con il Santo Padre, al punto che Papa Francesco, colpito dalle acclamazioni di gioia e dalla festa dei pellegrini, ha potuto commentare in diretta: “Davvero sono entusiasti questi milanesi, eh!”. Un entusiasmo generato anche dalla capacità di questo nuovo Papa di coinvolgere le persone nel suo ministero semplicemente con la presenza, con lo sguardo, con il sorriso e con gesti di affetto e di tenerezza verso i più piccoli: i bambini, i poveri, gli ammalati.

E proprio sui “più piccoli” si è soffermata la catechesi di Papa Francesco, che ha riletto l’esperienza pasquale alla luce della prima manifestazione del Risorto fatta alle donne accorse al sepolcro. “Nelle professioni di fede del Nuovo Testamento, come testimoni della Risurrezione vengono ricordati solamente uomini, gli Apostoli, ma non le donne” ha detto il Papa. E, svolgendo la sua catechesi, ha commentato così questo dato: “Questo perché secondo la Legge giudaica di quel tempo, le donne e i bambini non potevano rendere una testimonianza affidabile, credibile. Nei Vangeli, invece, le donne hanno un ruolo primario, fondamentale”, ha detto ancora il Papa, aggiungendo una considerazione squisitamente catechetica: “Qui possiamo cogliere un elemento a favore della storicità della Risurrezione: se fosse un fatto inventato, nel contesto di quel tempo non sarebbe stato legato alla testimonianza delle donne. Gli evangelisti invece narrano semplicemente ciò che è avvenuto: sono le donne le prime testimoni”. Ma qui, Papa Francesco ha aggiunto una considerazione spirituale legata alla propria sensibilità, più volt dimostrata in questi primi giorni di pontificato: “Questo dice che Dio non sceglie secondo i criteri umani: i primi testimoni della nascita di Gesù sono i pastori, gente semplice e umile; le prime testimoni della Risurrezione sono le donne”. Lasciando poi la lettura del testo, ha aggiunto come commento: “E questo è bello. E questo è un po’ la missione delle donne: delle mamme, delle donne! Dare testimonianza ai figli, ai nipotini, che Gesù è vivo, è il vivente, è risorto. Mamme e donne, avanti con questa testimonianza!”. Una espressione colma di calore e di fiducia che ha suscitato l’applauso e l’entusiasmo della numerosa presenza femminile in piazza San Pietro.

Rivolgendosi poi, al termine della catechesi, ai pellegrini di lingua italiana, Papa Francesco ha dato il suo saluto così: “In particolare, accolgo con gioia il grande pellegrinaggio della Diocesi di Milano, guidato dal Cardinale Angelo Scola e specialmente i ragazzi quattordicenni, che si preparano alla loro professione di fede”. Le parole rivolte proprio ai quattordicenni valgono anche per le nostre comunità cristiane e dicono tutta la spiritualità di Papa Francesco: “Cari ragazzi, prego per voi, perché la vostra fede diventi convinta, robusta, come una pianta che cresce e porta buoni frutti. Il Vangelo sia la vostra regola di vita, come lo fu per san Francesco d’Assisi. Leggete il Vangelo, meditatelo, seguitelo: umiltà, semplicità, fraternità, servizio; tutto nella fiducia di Dio Padre, nella gioia di avere un Padre nei cieli, che vi ascolta sempre e parla al vostro cuore. Seguite la sua voce e porterete frutto nell’amore!”.

La gioia e la commozione per le parole del Papa e per i suoi gesti di attenzione verso i piccoli era presente sui nostri volti e su quello di tutti i pellegrini venuti da ogni parte del mondo per essere confermati nella loro fede. L’inevitabile fatica per il viaggio – per altro organizzato alla perfezione – che ogni pellegrino mette in conto (pensando alle levate mattutine, all’attesa, agli imprevisti, alle code, al tempo non sempre favorevole e a tutto ciò che può appesantire questo esercizio di spiritualità) è stata ben ripagata dalla profondità dell’incontro.

Anche l’aver partecipato alla concelebrazione più familiare con il Cardinale Scola e un ristretto gruppo di pellegrini prima dell’udienza del Papa, ha favorito in ciascuno di noi il senso di appartenenza alla Chiesa e il desiderio di lasciare normare la nostra vita solo dal Vangelo. È quanto ciascun fedele si impegna a fare per tutta la comunità e per la stessa società civile, oggi molto divisa e affaticata, perché i valori del Vangelo possano favorire una convivenza più dignitosa e realmente umana per tutti, a partire dagli ultimi.

Buona settimana.

 

Don Ettore Colombo

Cernusco sul Naviglio, 8 aprile 2012

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