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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 14°/2008

Al voto, guardando lontano

 

II 13 e 14 aprile saremo chiamati a votare per il rinnovo del Parlamento. Quello che si avverte, parlando con la gente, è un diffuso disinteresse verso questo appuntamento elettorale. A determinarlo ha concorso, in buona parte, il fatto che voteremo con una legge elettorale che tutti dichiaravano di voler cambiare. Il vivo auspicio è che non prevalga lo spirito astensionistico.

Una volta deciso responsabil­mente di andare a votare, si tratta di fare la scelta, non delle persone - che purtroppo, con l’attuale normativa, sono già scelte dalle segreterie dei partiti - ma tra le forze politiche in campo.

Lo schema destra-sinistra, che aveva caratterizzato gli ultimi appuntamenti elettorali, ha subito un forte scossone: l'accordo tra Forza Italia e Alleanza Nazionale, sembrerebbe spostare a destra Il Popolo della libertà; la decisone del Partito Democratico di correre da solo (o quasi) ha introdotto un elemento di rilevante novità sul versante del centrosinistra; rimane da capire se lo schieramento centrista – con l’Unione di Centro di Pier Ferdinando Casini e Savino Pezzotta – sarà un'area politica che ritornerà a giocare un ruolo determi­nante nel futuro del sistema politico italiano e se La Sinistra l’Arcobaleno avrà un ruolo significativo oppure no nel prossimo Parlamento.

 

L’attuale contesto - «Il contesto nel quale ci troviamo - ha scritto la Presidenza dell’Azione cattolica Ambrosiana - è estremamente ambiguo e poco definito. Ogni opinione e il suo contrario trovano legittimità nel dibattito pubblico: anche i programmi politici tendono a convergere ed ad assomigliarsi tra di loro. Inoltre si va a votare con quella stessa legge elettorale insoddisfacente che nella passata legislatura non ha permesso né agli  elettori  di scegliere i propri candidati né al  sistema politico di ottenere  una sicura stabilità di governo. In un tale contesto, grande è la delusione nei confronti della politica e la voglia di “astensionismo“. Altrettanto evidente è la curiosità di molti nei confronti del mutato scenario politico che si è venuto a determinare con la discesa in campo di nuovi soggetti politici. Alla luce di tali elementi, ci sentiamo di ricordare che in ogni caso il voto è un diritto - dovere di ciascuno cittadino, chiamato a concorrere all’edificazione della città di tutti e a quel bene comune da costruire anche con faticose azioni di discernimento e di scelta. Votare, affermavano appena due anni fa i vescovi lombardi, è un diritto - dovere radicato nella dignità della persona. La partecipazione al voto per il credente è anche motivata dalla fede ed è espressione di carità.

Alla luce dell’attuale campagna elettorale, nella quale i cattolici sembrano essere corteggiati da più parti, ma non propriamente valorizzati - come si evince dalle scelte dei candidati - , come cattolici avvertiamo l’esigenza di affermare che ciò che attira il nostro interesse non è la citazione dell’etichetta “cattolico”, ma la capacità di pensare in grande, di guardare lontano, di esercitare la capacità di “voler bene al futuro del proprio Paese”, come ha recentemente affermato il cardinal Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. Se politica è “visione dell’interesse lontano” riteniamo che i cittadini debbano non solo votare, ma anche informarsi e cercare tra i vari partiti quelli più capaci di gettare le basi di un futuro prossimo e remoto, ben oltre la ricerca di un tornaconto immediato o limitato ad una prospettiva quinquennale. Siamo chiamati, con un esercizio di profezia, a riconoscere e promuovere chi sa guardare lontano. Chiedere alla politica progetti lungimiranti è un esercizio di vigilanza a cui oggi siamo tenuti.»

Per l’Azione Cattolica Ambrosiana il domani si costruisce con la cura dei piccoli e dei giovani, la cura della famiglia (casa, lavoro stabile) e la tutela della vita dal concepimento alla morte naturale; con la cura dell’ambiente, la costruzione di una società che inevitabilmente sarà contrassegnata dalla multiculturalità, dall’integrazione tra diversi, con l’impegno contro ogni tipo di associazione illegale e di organizzazioni di tipo mafioso.

 

Un giro d’orizzonte - Ci sembra interessante, in vista dell’appuntamento elettorale, lasciare lo spazio ad una sintetica rassegna (fonte: Agenzia SIR) delle opinioni espresse in molti editoriali dei settimanali cattolici, in uscita in questi giorni, che consente di cogliere le sensibilità presenti nelle diverse comunità locali.

“Se il voto è un dovere civico - scrive il direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina) - è anche e soprattutto un diritto da esercitare, specie in questo periodo in cui si avverte un forte distacco verso la politica. È vero, l’attuale sistema elettorale non aiuta e non responsabilizza, ma non per questo dobbiamo sottrarci”.

Dello stesso parere il direttore di La Voce del Popolo (Torino), che sottolinea la necessità di “esprimere un voto, rifiutando la voglia di fuga. Si tratta di essere consapevoli che il voto rimane non solo un dovere civico, ma una precisa opportunità per segnalare che un cambiamento è ancora possibile, prima di rassegnarci alla democrazia mediatica a cui vorrebbero abituarci”.

Per il direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), “è tempo di decidere. Anche gli indecisi dovranno farlo in tempi brevi. Buona norma sarà dare almeno un’occhiata ai programmi elettorali mettendoli a confronto: rilevandone le peculiarità e soppesandone la realizzabilità; e giudicandoli alla luce delle proprie convinzioni etiche, sociali, culturali e, appunto, politiche”.

Il direttore di L’Azione (Vittorio Veneto), riflettendo sulla presenza dei cattolici in politica, scrive: “Spesso sul banco della politica sono poste questioni che mettono in gioco valori e principi fondamentali che per un cristiano non sono negoziabili. È su di essi che si deve mantenere l’unità culturale, cioè una comune convinzione tra cristiani ed è a questo livello che non sono negoziabili”.

Per il direttore di Il Ticino (Pavia), “essere e definirsi cattolici nella politica oggi comporta l’esercizio di una responsabilità difficile: investire la nostra laicità come risorsa per governare una società sempre più complessa e multiculturale”; diversi i “contenuti di tale responsabilità”, tra cui: “L’imprescindibile riferimento ai valori etici come presupposto di un’azione politica finalizzata al bene comune”.

L'imminenza delle elezioni ricorda il direttore di Il Momento (Forlì-Bertinoro) - suggerisce “un atteggiamento responsabile” che si traduce in “una scelta compiuta guardando il programma di chi, pur nell'inevitabile approssimazione, mette in evidenza e incoraggia legislazioni future rispettose dei principi e dei valori che sono da sempre il fondamento del popolo italiano, in particolare riguardo alla tutela della vita umana, della famiglia fondata sul matrimonio”.

Il direttore di Il Nuovo Diario Messaggero (Imola), invita a un “discernimento molto attento” che “significa guardare ai programmi, ascoltare le dichiarazioni dei candidati, verificarne la coerenza tra le cose dette e le cose fatte negli anni precedenti”.

Per Amanzio Possenti, direttore di Il Popolo Cattolico (Treviglio), “la decisione è affidata non alle previsioni bensì alle conseguenze dell’esperienza vissuta da ogni elettore. Con la propria autonomia, sensibilità e responsabilità”.

Il direttore di La Vita Cattolica (Cremona), suggerisce di “scegliere, facendo un bilancio ben ponderato sui programmi, e votare quindi il partito che si ritiene globalmente più vicino ai valori non negoziabili (vita, matrimonio/famiglia...). Impegnandosi a contestare il partito che si è votato, qualora faccia scelte non coincidenti con la propria visione antropologica”.

 

Il voto cattolico? Non c’è più come blocco omogeneo, ma ci sono ancora – grazie a Dio – tanti cattolici che si recano a votare, preoccupati del bene comune, nell’urna e oltre. E lo fanno con una scelta che scaturisce dalla fatica di leggere, confrontare e valutare i diversi programmi dei partiti in lista. Non ci sono altre scorciatoie per decidere consapevolmente per chi votare.

 

Carlo & Ambrogio

 

Cernusco sul Naviglio, 5 aprile 2008

 

 

 

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