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HOME > La Nota della Settimana > N° 13/2013

PAPA FRANCESCO: “DIO CI SORPRENDE SEMPRE!”

Aprirsi alle novità, accogliere il Vivente e fare memoria: sono i tre passaggi centrali e molto belli dell’omelia di Papa Francesco durante la Veglia pasquale nella Notte Santa. Da sottolineare che tutte le omelie del triduo pasquale del Vescovo di Roma sarebbero da rileggere attentamente, perché colpiscono per la sua capacità di sintesi, per la profondità di contenuti e l’incisività nella comunicazione e nella lettura dell’esperienza umana.
«La novità – ha detto Papa Bergoglio - spesso ci fa paura, anche la novità che Dio ci porta, la novità che Dio ci chiede. Siamo come gli apostoli del Vangelo: spesso preferiamo tenere le nostre sicurezze, fermarci ad una tomba, al pensiero verso un defunto, che alla fine vive solo nel ricordo della storia come i grandi personaggi del passato. Abbiamo paura delle sorprese di Dio. Cari fratelli e sorelle, nella nostra vita abbiamo paura delle sorprese di Dio! Egli ci sorprende sempre! Il Signore è così. Fratelli e sorelle, non chiudiamoci alla novità che Dio vuole portare nella nostra vita! Siamo spesso stanchi, delusi, tristi, sentiamo il peso dei nostri peccati, pensiamo di non farcela. Non chiudiamoci in noi stessi, non perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai: non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, non c’è peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui.»

Papa Francesco ha poi ricordato che «Gesù non è un morto, è risorto, è il Vivente! Non è semplicemente tornato in vita, ma è la vita stessa, perché è il Figlio di Dio, che è il Vivente (cfr Nm 14,21-28; Dt 5,26; Gs 3,10). Gesù non è più nel passato, ma vive nel presente ed è proiettato verso il futuro, Gesù è l’oggi eterno di Dio. Così la novità di Dio si presenta davanti agli occhi delle donne, dei discepoli, di tutti noi: la vittoria sul peccato, sul male, sulla morte, su tutto ciò che opprime la vita e le dà un volto meno umano. E questo è un messaggio rivolto a me, a te, cara sorella, a te caro fratello. Quante volte abbiamo bisogno che l’Amore ci dica: perché cercate tra i morti colui che è vivo? I problemi, le preoccupazioni di tutti i giorni tendono a farci chiudere in noi stessi, nella tristezza, nell’amarezza … e lì sta la morte. Non cerchiamo lì Colui che è vivo! Accetta allora che Gesù Risorto entri nella tua vita, accoglilo come amico, con fiducia: Lui è la vita! Se fino ad ora sei stato lontano da Lui, fa’ un piccolo passo: ti accoglierà a braccia aperte. Se sei indifferente, accetta di rischiare: non sarai deluso. Se ti sembra difficile seguirlo, non avere paura, affidati a Lui, stai sicuro che Lui ti è vicino, è con te e ti darà la pace che cerchi e la forza per vivere come Lui vuole.»

Infine, il Vescovo di Roma, come lui stesso ama definirsi, ha invitato ciascuno dei presenti alla Veglia pasquale a «fare memoria dell’incontro con Gesù, delle sue parole, dei suoi gesti, della sua vita; ed è proprio questo ricordare con amore l’esperienza con il Maestro che conduce le donne (che si recano al sepolcro di Gesù con gli aromi per ungere il suo corpo, Vangelo di Luca 24,1-3) a superare ogni timore e a portare l’annuncio della Risurrezione agli apostoli e a tutti gli altri (Luca 24,9). Fare memoria di quello che Dio ha fatto e fa per me, per noi, fare memoria del cammino percorso; e questo spalanca il cuore alla speranza per il futuro. Impariamo a fare memoria di quello che Dio ha fatto nella nostra vita!»

La Veglia pasquale nella nostra prepositurale - Un’ampia catechesi sulla speranza cristiana è stata proposta durante la Veglia pasquale da don Andrea Ferrarotti, vicario parrocchiale per la pastorale giovanile della nostra Comunità pastorale, durante la Veglia pasquale in chiesa prepositurale. La sua attenzione, dopo aver ricondotto tutte le numerose letture della più importante celebrazione liturgica dell’anno alla speranza, si è soffermata su incontri, fatti e testimonianze raccolte in queste settimane, che in modo diverso hanno manifestato o possono portare alla perdita di fiducia nel futuro. Don Andrea ha, quindi, parlato di chi ha perso speranza per la mancanza del lavoro, di chi vive in situazione di emarginazione e povertà, di chi soffre per divisioni famigliari, di chi sperimenta la solitudine fisica e morale, delle mamme e delle nonne che vedono figli e nipoti incamminarsi su vie diverse da quelle insegnate, di chi ha perso la fede, di chi è malato, delle famiglie in cui si piange la perdita di una mamma o di un papà giovanissimo. Anche per queste famiglie colpite da un lutto, “davanti a una perdita incolmabile e apparentemente crocefiggente, Dio deve essere fonte di speranza.” Agli adolescenti e giovani presenti alla Veglia, don Andrea ha ricordato che “la speranza dei cristiani è Cristo risorto”, che “il cristiano è l’uomo della speranza”, e che “sarà Pasqua vera solo se sapremo aprirci a questo annuncio di speranza” e testimoniarlo concretamente nella nostra vita.

Buona settimana!
 

Carlo & Ambrogio


Cernusco sul Naviglio, 1 aprile 2013

 

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