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HOME > La Nota della Settimana > N° 13/2012

BAGNASCO: “BENE SOMMO È LA PERSONA CHE LAVORA”.
ANCORA VIVO IL RICORDO DI PADRE DELLA TORRE

 

Lavoro, giovani e “cultura del tutto-provvisorio” sono alcuni dei temi affrontati nell’ampia prolusione tenuta dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, lo scorso 26 marzo al Consiglio permanente dei vescovi italiani. 
Lavoro “priorità assoluta”. Il modello economico italiano “è stato ed è una prodigiosa combinazione tra famiglia, impresa, credito e comunità”: oggi, per i vescovi, “va reinterpretato e rilanciato, recuperando stima nelle imprese familiari e locali, a cominciare da quelle agricole e artigianali”. In concreto, “bisogna sapersi misurare con le mutazioni incalzanti che costringono a un pensare nuovo”, partendo dalla consapevolezza che “bene sommo è la persona che lavora”: per questo “vanno create le condizioni perché le opportunità d’impiego non sfumino, e con esse le abilità manageriali e i capitali necessari all’impresa”. “Mentre la crisi perdura”, i vescovi chiedono che “sollecitamente si avvii la sospirata fase di ripresa e degli investimenti in grado di creare lavoro, che è la priorità assoluta”. Di qui la necessità che “lo Stato e gli enti locali siano solventi e lungimiranti e gli istituti bancari non si chiudano in modo indiscriminato alle richieste di piccoli e medi imprenditori”, valutando “caso per caso, situazioni e persone, l’onestà insieme all’affidabilità”.
Non tradire i giovani. “Siamo profondamente persuasi che i giovani di oggi siano in grado di dare una spinta decisiva al cambio di passo del nostro Paese”. Ecco perché “non si possono tradire: sono indispensabili oggi, non solo domani”. Quella attuale, secondo il presidente della Cei, “è una strana congiuntura: i padri, lottando, hanno ottenuto garanzie che oggi appaiono sproporzionate rispetto alle disponibilità riconosciute ai loro figli”. “Nonostante la precarietà che sta segnando la loro giovinezza”, i giovani “non possono rinunciare a costruirsi come persone stabili, interiormente solide, capaci di idealità e dunque resistenti alle sfide”. Nella vita, in altre parole, “è indispensabile apprendere la cura più decisiva, quella di sé, che non ci si procura dinanzi allo specchio, con la ricerca spasmodica della visibilità, ma si conquista guardandosi dentro, facendosi magari aiutare da qualche maestro dell’anima”. Di qui l’appello del cardinale ai giovani: “Stiamo andando verso una società nella quale sempre di più conterà la formazione completa, e non solo dunque scolastica e professionale, la formazione cioè della vostra umanità. Con la vita non si può barare: vale assai più lo sforzo che il successo, conta più l’abitudine alla fatica che la rifinitura estetica. E comunque i veri vittoriosi sono i galantuomini, non i vincenti con l’imbroglio”.
No a “divorzio breve” ed eutanasia, sì alla domenica. “In una cultura del tutto-provvisorio, l’introduzione di istituti che per natura loro consacrino la precarietà affettiva, e a loro volta contribuiscano a diffonderla, non sono un ausilio né alla stabilità dell’amore, né alla società stessa”. Con queste parole il card. Bagnasco ha motivato il “no” della Chiesa italiana al cosiddetto “divorzio breve”. “Prima e più dei diritti veri o presunti degli adulti – ha ribadito – ci sono i diritti dei bambini: avere un padre e una madre certi, dunque una famiglia caratterizzata non da confini precari e da tempi incerti, ma definita e permanente”. Il presidente della Cei ha poi definito “aberrante”, se non “mostruosa”, la legittimazione dell’infanticidio, in virtù del quale “dall’interruzione volontaria della gravidanza, di cui è ineluttabilmente vittima un bambino che deve ancora nascere, si passerebbe all’eutanasia di questi una volta nato”. Altra tesi “preoccupante”, per i vescovi – in quanto “inaccettabile rovesciamento” del ddl già approvato dalla Camera in materia – è la sospensione dell’alimentazione e idratazione “a tutti i pazienti in stato vegetativo permanente, salvo che non ci sia l’evidenza di una volontà esplicita del soggetto gravemente ammalato”. Neanche la domenica “può essere sacrificata a ragioni economiche”, ha detto il cardinale esortando a salvaguardare il riposo domenicale.

 

IN CITTÀ – Nella seduta del consiglio comunale dello scorso 19 marzo - oltre a quanto abbiamo già riportato nella precedente Nota, a proposito della ristrutturazione o demolizione dell’edificio scolastico della Media Uno di piazza Unità d’Italia - sono stati anche approvati due regolamenti (“gli ennesimi”, come ha commentato Mario Oriani). Uno per la concessione del diritto di superficie in  sottosuolo su aree comunali per la realizzazione di parcheggi pertinenziali, là dove sono previsti dal Piano dei Servizi introdotto con il PGT. Il secondo regolamento è invece relativo alle are verdi di proprietà comunale che potranno essere concesse in uso agli agricoltori. Le aree in questione saranno assegnate a imprenditori agricoli presenti da almeno 5 anni a Cernusco, tramite bando pubblico e successiva valutazione delle proposte da parte di una commissione tecnica. Tra gli obblighi degli assegnatari fissati dal regolamento ci sono la manutenzione delle strade vicinali, la cura di piante e canali irrigui, gli interventi di disinfestazione da zanzare e ambrosia, la coltivazione senza sementi OGM, il rispetto dei principi della produzione biologica, la segnalazione di eventuali abbandoni dei rifiuti, la disponibilità a supportare visite guidate per gli alunni delle scuole. Le aree verdi che verranno messe a disposizione per le assegnazioni hanno una superficie di quasi 700.000 mq, suddivise in appezzamenti di media superficie in ragione del tipo di coltura. Gli agricoltori interessati potranno fare una richiesta di assegnazione fino a 3 lotti.

Mozione per i due marò prigionieri in India - La vicenda dei due militari italiani trattenuti in carcere in India, con l’accusa di avere ucciso due pescatori, in una zona che l’Italia ritiene acque internazionali, è stata oggetto di una mozione presentata dai gruppi consiliari di PDL e Il Naviglio, che ha raccolto anche il consenso dei consiglieri del Partito Democratico. Ha votato contro la mozione il consigliere di Rifondazione comunista, mentre si sono astenuti quelli di Vivere Cernusco. La mozione impegna il Sindaco e la Giunta Comunale a esortare il Governo affinché sia posta la massima attenzione per la riconsegna dei due “marò” alle autorità italiane.

Altre delibere approvate - Una delibera autorizza la giunta comunale all’estinzione anticipata di operazioni in derivati (swap) ancora in essere, qualora se ne presentasse la convenienza. Un’altra sancisce la restituzione, dalla Cernusco Verde al Comune, di tre posti auto, per euro 37.000, nell’area esterna adiacente alla Vecchia Filanda di via Pietro da Cernusco. Una terza concede all’operatore che sta costruendo l’asilo nido di via De Gasperi, come previsto dalla convenzione a suo tempo stipulata per il Piano Lanar, di istituire anche una scuola dell’infanzia.

 

EMERGENZA ABITATIVA – Negli scorsi giorni la Giunta ha approvato un protocollo d’intesa, su proposta dell’Assessorato ai Servizi Sociali, per ampliare l’offerta di alloggi destinati all’emergenza abitativa. Partner del protocollo è la Parrocchia Santa Maria Assunta e l’Associazione “Farsi Prossimo”. Dal Comune arriveranno 4 nuovi alloggi (uno, quello di via Po, è già operativo) mentre altri potrebbero essere messi a disposizione dalla Parrocchia. Le abitazioni serviranno ad ospitare, per un periodo massimo di 12 mesi (prorogabile per altri 6) e previo pagamento di un canone d’affitto agevolato, nuclei familiari in carico ai Servizi Sociali del Comune, che a causa dell’esigenza di dare una risposta tempestiva alla richiesta, non riescono a partecipare ai bandi per ottenere immobili comunali o appartamenti di proprietà Aler (che richiedono tempi più lunghi per la loro assegnazione). Ogni nucleo familiare sarà poi seguito anche da volontari dell’Associazione da cui potrà avere un aiuto per superare la situazione di difficoltà in cui si è venuto a trovare.

 

NEL 30° DELLA MORTE DI PADRE CARLO DELLA TORRE – Il prossimo 4 aprile ricorre il 30° della morte di un illustre e benemerito nostro concittadino, padre Carlo Della Torre - che ha dedicato tutta la sua vita all’annuncio del Vangelo di Cristo in Asia e alla creazione di importanti opere educative e sociali - di cui è in corso la causa di beatificazione. Ripercorriamo le tappe principali della sua vita, così come sono raccontate nella bibliografia pubblicata dai Salesiani, la congregazione religiosa a cui apparteneva.

Carlo Della Torre  nacque il 9 luglio 1900 a Cernusco sul Naviglio da pii e semplici genitori, Antonio e Filomena. Fu il quarto dei sette fratelli che rallegrarono la famiglia Della Torre. Nell'anno 1917, allo scoppiare della prima guerra mondiale, il giovane Carlo, non ancora diciottenne, venne chiamato alle armi. Ritornato a casa vide morire suo padre consunto da un cancro allo stomaco. Passò gli anni della sua giovinezza aiutando la mamma e frequentando la chiesa parrocchiale dove insegnava il catechismo ai ragazzi. Il 3 dicembre del 1923, all’età di 23 anni, entrò nell'Istituto Salesiano Card. Cagliero di Ivrea, dove in tre anni riuscì a finire tutti gli studi ginnasiali e il 26 ottobre 1926, dopo solo tre giorni di congedo dalla mamma e fratelli, salpò da Genova per la Missione Salesiana della Cina. Fu un viaggio senza ritorno, perché don Carlo, missionario per ben 56 anni, non ritornò mai più in patria per rivedere i suoi cari, come gli aveva detto la mamma: "Vai e non ritornare più".
Dopo appena sette mesi come novizio a Macao, Cina, i superiori lo destinarono alla nuova Missione Salesiana della Thailandia, chiamata allora Siam. Arrivò a Bangkok, capitale del Regno, il 25 ottobre 1927 col primo drappello di missionari. L’8 dicembre dello stesso anno don Carlo emette la sua prima professione religiosa a Bang Nok Khuek, casa madre della missione salesiana della Thailandia. I superiori vista la sua maturità, sebbene fosse ancora chierico, lo incaricarono dei registri della casa e della cucina col personale ad essa addetto. Fu proprio durante questo primo periodo della sua vita religiosa che al contatto con le giovani e le donne di servizio ebbe l'intuizione - o come lui stesso disse: "Venni ispirato dalla Madonna" - di raggrupparle e di fondare una congregazione di suore locali destinata al servizio e alla manutenzione delle chiese, delle scuole parrocchiali, della cucina e della guardaroba dei collegi, e in più incaricate dell'insegnamento del catechismo ai bambini per prepararli a ricevere i sacramenti.
Il 26 gennaio 1936 il chierico Carlo e i suoi sette compagni di noviziato vennero ordinati sacerdoti nella chiesetta di Ban Pong. Nell'anno 1949, con la venuta di un visitatore straordinario in Thailandia, e messo dai superiori nell’angosciosa alternativa di lasciare o la Congregazione Salesiana o il suo incipiente Istituto di suore locali, don Carlo, con grande suo rammarico e rincrescimento, ma professandosi ancora figlio devoto di don Bosco, lasciò la Congregazione per poter dedicarsi pienamente alla sua incipiente opera, incardinandosi nella diocesi di Bangkok.
Mentre sviluppava le sue opere e curava la formazione delle sue sodali, don Carlo aveva inviato a Roma, col Nihil Obstat del vescovo locale, il primo regolamento per l'approvazione come istituto di consacrate laiche. Nell'anno 1955, dopo molte incertezze e difficoltà, emisero la prima professione e consacrazione religiosa le sette prime sodali dell'istituto.
Morì a Bangkok – Thaillandia - il 4 aprile 1982. Il processo diocesano per la causa di beatificazione è in corso dal 17 gennaio 2003.

 

QUARESIMA IN CITTÀ - La quinta e ultima tappa della Via Crucis cittadina, venerdì 30 marzo, si è svolta tutta a Ronco: con ritrovo in via Conte Melzi, estrema periferia est della nostra città, a confine con Cassina de’Pecchi, per poi raggiungere la chiesa di San Rocco.

“Mi piace pensare – ha detto nella riflessione finale don Ettore Colombo, prevosto della nostra città – che i primi discepoli di Gesù facendo questo esercizio devozionale della Via Crucis, proprio lungo la strada percorsa dal loro Maestro, e non con tutti gli apparati della liturgia odierna, ma con la memoria nel cuore, si fermavano ad ogni stazione e ricordavano che cosa avevano visto e di cosa erano stati spettatori. Questo perché solo contemplando l’azione di Dio a nostro favore, che si rivela nella Pasqua di Gesù, noi riusciamo a sostenere anche oggi le fatiche e i timori degli uomini e anche le nostre paure recondite.”

Don Ettore ha  quindi fatto un breve accenno ai tempi difficili che stiamo attraversando: “Viviamo anche noi un periodo di crisi - o forse sarebbe meglio dire di travaglio, come ama ripetere il nostro arcivescovo, perché il travaglio rimanda poi alla successiva gioia del parto – una crisi morale prima ancora che economica e sociale. Il termine crisi significa divisione, discernimento positivo. Siamo quindi chiamati a saper discernere ciò che è buono per compierlo, per trattenerlo. Per questo questa sera abbiamo guardato alla croce di Gesù, per giungere alla vittoria della vita passando attraverso la donazione totale di sé.”

Infine, l’invito, da parte del responsabile della nostra comunità pastorale, a far sì che “il cammino della Settimana Santa sia il nostro modo di rimanere uniti alla croce di Cristo, che già ha vinto lo sgomento e la crisi.”  

Buona settimana santa e buona Pasqua.

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 2 aprile 2012

 

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