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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 13/2011

IL FEDERALISMO, PER ESSERE AUTENTICO E BENEFICO, DEVE ESSERE SOLIDALE


 

Alla presenza del Presidente della Repubblica - lo scorso 21 marzo, a Milano - è stato inaugurato il “Palazzo Lombardia”, nuova sede degli uffici della nostra Regione. Alla cerimonia era presente anche il nostro Arcivescovo, cardinale Dionigi Tettamanzi, che ha pronunciato un breve indirizzo di saluto e ha porto i suoi auguri. Nel suo intervento ci sono state alcune importanti sottolineature, che meritano di essere richiamate.

Il principio dell’unità nella diversità - Tettamanzi - dopo aver proposto alcuni versetti della Prima Lettera ai Corinzi (capitolo 12) sulla metafora del corpo e delle membra - ha esordito dicendo che «C’è una sapienza antica nelle parole che abbiamo appena ascoltato. L’apostolo Paolo le scrisse ai cristiani di Corinto applicando alla comunità ecclesiale la metafora del corpo per illustrare il senso della società umana e la necessaria cooperazione tra tutte le sue diverse componenti. Vale dunque per il corpo sociale come per il corpo ecclesiale il principio dell’unità nella diversità. San Paolo usa questa metafora sottolineando, con molta insistenza, quanto sarebbe illogico e persino dannoso che una parte del corpo, preoccupata solo della propria diversità, affermasse di non appartenere all’intero organismo: come se piede e mano, nella loro differenza, non appartenessero allo stesso corpo. Sarebbe come ritenere che le varie tradizioni spirituali che arricchiscono la vita ecclesiale non appartenessero all’unico corpo di Cristo perché tra loro diverse. E sarebbe pure come sostenere che in Italia le culture locali non afferissero all’unica società nazionale e allo stato unitario che la rappresenta perché tra loro differenti. L’apostolo era preoccupato del pericolo di una divisione interna nella comunità di Corinto per l’incapacità di valorizzare adeguatamente le diversità e i carismi come doni dell’unico Spirito. Anche ai nostri tempi, in campo civile, si può presentare un analogo pericolo quando non si ha la saggezza di apprezzare e coinvolgere in modo sinergico le ricchezze delle molteplici realtà sociali e dei vari organismi locali, affrontando le differenti necessità dei territori e contribuendo all’unico bene dell’unica nazione.»

Unità nazionale e federalismo solidale - Un'altra importante sottolineatura il nostro Pastore l’ha fatta con riguardo al rapporto tra “Unità nazionale e federalismo solidale”, che «sono tra loro compatibili e coerenti con la Carta costituzionale … Il processo che accompagna l’evoluzione in senso maggiormente federalista dell’unica e indivisibile Nazione italiana deve essere sostenuto – per essere autentico e benefico per tutti – dai migliori e più genuini sentimenti di amore e appartenenza al nostro Paese, all’Italia.

San Paolo si interrogava: Se tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Sottolineava così che una parte non può mai considerarsi il tutto, né la totalità ridursi a parzialità. La sfida sempre aperta è quella di rispettare tutte le articolazioni del corpo sociale e in tal senso interpretare uno stile della politica, sia a livello personale che collettivo, come rispetto, promozione, equilibrio dei poteri e di chi li esercita.»

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L’immigrazione come sfida e opportunità pastorale” - Ci sembra, inoltre, significativo segnalare le conclusioni a cui è pervenuta la terza sessione del Consiglio Presbiterale, riunitasi lunedì 14 e martedì 15 marzo a Villa Sacro Cuore di Triuggio, sul tema: “L’immigrazione come sfida e opportunità pastorale”.
Tra i contributi portati alla riflessione del Consiglio «un documento della Pastorale missionaria, che ha invitato a cogliere la “stranierità” come elemento strutturale della relazione con Dio e a confrontarsi con il “forestiero Gesù”, i cui discepoli devono fare dell’accoglienza un loro tratto distintivo.»
«Si è riconosciuto unanimemente – si legge nel documento finale (pubblicato integralmente su www.chiesadimilano.it) - che la realtà sull’immigrazione, certamente complessa, è un fenomeno strutturale e non solo emergenziale, come anche i dati statistici evidenziano. E’ stata da tutti richiamata l’urgenza di un approfondimento culturale diffuso e di conseguenza un impegno qualificato sul piano educativo e della conoscenza. L’immigrazione, fatta di volti, biografie di vita, interpella la comunità cristiana che sta sul territorio. L’esperienza umana di essere pellegrini – nomadi, appartiene ai cristiani.

L’urgenza formativa è stata da tutti richiamata anche a fronte del rischio, certamente pesante, di vedere crescere, tra i cristiani delle nostre comunità, atteggiamenti più o meno espliciti di rifiuto e pregiudizio che poco hanno a che vedere con lo stile di vita evangelico. Certamente va considerato senza scorciatoie retoriche che paura e diffidenza sono presenti nelle nostre comunità, pure così ricche di esperienze pastorali

positive. Per questo è stata richiamata l’urgenza di continuare a promuovere piccoli progetti di vita insieme con i migranti, per far crescere vere opportunità di inclusione. Educarsi al bene comune, formare a pensare in modo comunitario prendendo le distanze da modalità e criteri anche politici che devono essere avvertiti in modo esplicito come non in linea con il Vangelo che, è stato detto, non può essere “addomesticato”.

Comunque vi sono molteplici esperienze pastorali che esprimono e testimoniano comunità sapientemente accoglienti.»

Il consiglio presbiterale ha quindi espresso il ringraziamento all’Arcivescovo «per il suo magistero coraggioso, anticipatore su queste urgenze che le nostre comunità vivono» aggiungendo poi che «vi è una richiesta di rendere possibile, anche a fronte delle emergenze a dimensione nazionale e non solo, gesti profetici, quanto mai provvidenziali nel clima culturale, sociale e politico che si vive. E’ anche una necessità educativa che va rivolta ai giovani con particolare attenzione. Educarsi alla carità è anche essere consapevoli che essa per sua natura è unilaterale e a volte chiede prezzi molto alti perché si esprime anche là dove non ci sono risultati o dove esiste un rifiuto senza spazi di dialogo. Ritorna da più parti un forte richiamo al primato educativo in un dialogo costante con le comunità dei migranti che spesso vivono problemi anche sotto il profilo etico, familiare e chiedono una attenzione non solo episodica.»

Infine, è stato posto l’accento sul rapporto che deve esistere tra le istituzioni e le diverse realtà del volontariato. «Anche a fronte delle emergenze cariche di disagio e preoccupazioni sociali, - si legge nel documento finale del Consiglio presbiterale - pur valorizzando la presenza e le risposte che nascono dalle parrocchie, dall’associazionismo promosso dalle realtà caritative, si deve sempre più superare

quell’atteggiamento di delega che le istituzioni spesso favoriscono. Non è da trascurare l’impegno di promuovere un impegno etico coerente che produca anche una legislazione coerente con quei principi che portano ad una corretta visione di solidarietà e di giustizia che non solo non trascura ma promuove responsabilità e legalità. È questo infatti un impegno che fa crescere quell’etica della responsabilità, quel dovere di solidarietà più volte richiamato anche dal Magistero, in particolare dal nostro Arcivescovo.»

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IN CITTÀ – Nella nostra città, apparentemente agiata e “isola felice”, c’è un episodio, di cui siamo stati diretti testimoni, che la dice lunga, a nostro parere, sulla situazione di emarginazione e di disagio in cui stanno vivendo molte famiglie. Venerdì scorso, stavamo ritornando a casa, a tarda sera, da una strada diversa da quella che solitamente percorriamo. Giunti all’altezza di un supermercato, abbiamo scorto un uomo e una donna non molto avanti negli anni, che stavano rovistando nei bidoni della raccolta differenziata, nell’intento di ricuperare cibo, scartato o scaduto, pronti a caricarlo sulla loro autovettura, già con lo sportello posteriore alzato. Alcuni sacchetti erano già stati riposti sul pianale dell’auto. Le due persone - rimaste probabilmente sorprese dalla nostra improvvisa comparsa, infatti una siepe nascondeva il luogo in cui si trovavano, non permettendo loro di vedere chi sopraggiungeva dall’adiacente marciapiede - si sono improvvisamente girate e sono rimaste per alcuni istanti, sino a quando non siamo usciti dai loro sguardi, immobili come statue.

Abbiamo proseguito nel nostro cammino verso casa, ma quell’incontro ci ha inevitabilmente colpito. Molto più efficace di tante parole che ascoltiamo e - perché no? - che scriviamo.

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NELLA COMUNITÀ PASTORALE – Nel secondo “Venerdì di Quaresima”, in chiesa prepositurale, è stata proposta una meditazione sugli ultimi giorni della vita di Gesù - con testi brevi, semplici, ma incisivi – intervallata da canti eseguiti dal Coro “Città di Cernusco”. Un modo di riflettere e pregare diverso da quello a cui siamo solitamente abituati, che evidentemente ha bisogno di tempo prima di essere compreso e di incontrare l’adesione dei parrocchiani, almeno a giudicare dalle presenze.

La meditazione si è chiusa ricordando la deposizione di Gesù nel sepolcro. Sull’esempio di Maria, il nostro prevosto, don Ettore Colombo, ha invitato a scorgere nel silenzio del sabato santo, la gioia della risurrezione.

“Contemplo Maria: è rimasta in silenzio ai piedi della croce nell’immenso dolore della morte del Figlio e resta nel silenzio dell’attesa senza perdere la fede nel Dio della vita, mentre il corpo del Crocifisso giace nel sepolcro. In questo tempo che sta tra l’oscurità più fitta e l’aurora del giorno di Pasqua, Maria rivive le grandi coordinate della sua vita.” (Carlo Maria Martini, La Madonna del Sabato Santo, lettera pastorale 2000-2001).

“Anche nel sabato del tempo in cui ci troviamo – scrive ancora Martini - è necessario riscoprire l’importanza dell’attesa (Maria vive un’attesa fiduciosa e paziente; ella sa che le promesse di Dio si avvereranno); l’assenza di speranza è forse la malattia mortale delle coscienze nell’epoca segnata dalla fine dei sogni ideologici e delle aspirazioni a essi connesse”.

 

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 28 marzo 2011

 

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