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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 13°/2008

In attesa della visita pastorale

La nostra Comunità pastorale si appresta a vivere, nelle prossime settimane, alcuni momenti importanti collegati alla visita pastorale del vicario episcopale della nostra zona pastorale, monsignor Carlo Faccendini, e del nostro Arcivescovo, cardinale Dionigi Tettamanzi, alle parrocchie cittadine e al decanato.

Il vicario incontrerà sabato 5 aprile i tre consigli pastorali parrocchiali cittadini e poi celebrerà la Messa delle ore 18,30 in chiesa prepositurale; mentre, invece, nelle altre parrocchie del decanato è stato in visita pastorale il nostro decano e prevosto, don Luigi Caldera.

L’Arcivescovo presiederà una solenne celebrazione eucaristica, a conclusione della visita pastorale in tutto il decanato, al Parco dei germani, domenica 20 aprile, alle ore 16.00.

Rispetto al passato, sono profondamente cambiate le modalità della visita pastorale: sino a qualche decennio fa’ era avvertita come un avvenimento di grande rilievo, anche pubblico, e di intensa gioia, perché era lo stesso Arcivescovo a visitare ogni parrocchia della diocesi. Adesso non è più così, almeno nella nostra vasta diocesi ambrosiana. Negli ultimi decenni ci sono state diverse sperimentazioni e attualmente il compito di fare la visita pastorale è affidato ai decani.

 

La visita pastorale è importante perché costituisce un’occasione di verifica del cammino che si sta facendo, perché sollecita a rendersi disponibili per  un rinnovato annuncio del Vangelo, perché rinsalda il legame con il Vescovo, successore degli apostoli, che viene a confermare e consolidare lo spirito di comunione che deve sempre animare tutti i membri di una Chiesa locale .       

Per noi poi, questa volta, acquista un significato del tutto particolare perché cade a pochi mesi dalla costituzione, a livello cittadino, della Comunità pastorale.

Nelle scorse settimane abbiamo avuto modo di incontrare il vicario episcopale della nostra zona pastorale e con lui abbiamo parlato proprio di questo nuovo cammino che le nostre tre parrocchie stanno percorrendo.

Monsignor Faccendini -  dopo aver ricordato che “la pastorale d’insieme” deve essere il nuovo “orizzonte pastorale” delle nostre parrocchie e raccolto “l’impressione di un avvio sostanzialmente sereno e della positività dei primi passi” della nuova Comunità pastorale - ha gettato lo sguardo sul futuro.

Con i modi cordiali e il discorrere semplice ma incisivo che lo contraddistingue e ne rende piacevole la conversazione, il vicario ci ha detto che “Si va avanti con la Comunità pastorale, se si tengono presenti le ragioni ecclesiali e spirituali della sua costituzione. Se queste ragioni vengono meno, la Comunità pastorale adagio adagio si riduce ad una strategia, nel senso più deleterio del termine, o a burocrazia: tutto questo non è la Chiesa. Occorre custodire continuamente le ragioni ecclesiali e spirituali di questa scelta.”

 

A chi teme il progressivo smantellamento della propria comunità, monsignor Faccendini ricorda che “È importante mantenere il senso di appartenenza alla propria parrocchia. Quindi la pastorale dei ragazzi, secondo me, deve essere sempre radicata nella parrocchia di appartenenza. Un ragazzo deve crescere affettivamente legato alla sua comunità. Deve sentire - non perché glielo si dice, ma perchè lo avverte anche emotivamente - di appartenere ad una storia e a una tradizione.

La pastorale degli adolescenti, giovani e adulti deve orientarsi, invece, verso percorsi sempre più comuni.

È vero che esiste una tradizione delle singole parrocchie, ma adagio adagio si deve andare nella direzione nella costruzione di una tradizione della Comunità pastorale. La tradizione si costruisce anche attraverso la

ripetizione di gesti e di momenti che si considerano decisivi per il consolidarsi dell’esperienza della Comunità pastorale.”

 

Chiaro poi l’invito del vicario a “lavorare per una proposta pastorale sempre più evangelica e quindi capace di puntare su ciò che è essenziale. La comunione la facciamo attorno a poche cose vere. Ne indico due: la cura della pastorale della soglia (la nascita, l’iniziazione cristiana, la preparazione al matrimonio, la malattia, la morte, la vocazione), che si occupa di quei momenti destinati ad essere decisivi nella vita di una persona; la cura dei gesti che costituiscono una comunità: l’annuncio, la comunione, la missione.”

 

Ma a monsignor Faccendini abbiamo anche fatto leggere alcune lettere pubblicate su un settimanale locale, a distribuzione gratuita, molto critiche verso la nuova Comunità pastorale.

Il vicario li ha definiti “giudizi un po’ eccessivi. Direi, a chi ha parlato di una forzatura, di un qualcosa che in maniera forzata, violenta è stato calato dall’alto, che non è stato così. Si tratta, proprio qui a Cernusco, di ritornare a quella che era la condizione originale della storia ecclesiale della città, perché è cosa recente la divisione in parrocchie. Se c’è un luogo in cui non si può parlare di forzatura è proprio la vicenda ecclesiale di Cernusco. Non è neppure una brutta pagina della storia ecclesiale locale. Io penso che si debba parlare, invece, di pagina gloriosa della storia ecclesiale locale. Senza essere ingenui, sappiamo che ci saranno fatiche, che i passi giusti impareremo a farli col tempo, che andremo incontro anche a qualche errore, pronti con umiltà a riconoscere. Ma che si tratti di un’esperienza ecclesialmente significativa rimane indiscusso. E ricordiamoci, ancora una volta, che è il vescovo a consegnarci questo percorso ecclesiale. Non è, infine, una globalizzazione delle parrocchie, ma una comunione delle parrocchie. Tra i cristiani nessuno viene globalizzato. Ciascun cristiano mantiene la sua identità, o meglio, i suoi carismi: quindi è la sua storia, le sue tradizioni che vengono messi al servizio del bene e del cammino comune.”

 

Il vicario - nei mesi scorsi, nel presentare la proposta della costituzione della Comunità pastorale - tra le conversioni pastorali necessarie, ha indicato anche quella di una nuova figura di laico, capace di passare da collaboratore a corresponsabile della pastorale d’insieme. Un salto di qualità, una sfida da raccogliere: perché oggi le nostre parrocchie hanno necessità di laici creativi e non ripetitivi.  

 

Carlo & Ambrogio

 

Cernusco sul Naviglio, 29 marzo 2008.

 

 

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