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HOME > La Nota della Settimana > N° 12/2014

CORRUZIONE DILAGANTE, EFFETTI DEVASTANTI

 

 

In tema di etica e di corruzione «non posso non citare le illuminanti parole di Papa Francesco», ha detto, sorprendendo tutti, il procuratore regionale della Corte dei Conti della Lombardia, Antonio Caruso, aprendo, lo scorso 21 febbraio l’anno giudiziario: «Per il peccato esiste il perdono, per la corruzione no. Questa ha bisogno, prima di tutto, di essere cu­rata (Jorge Mario Bergoglio in "Guarire dalla corruzione")». Lo stesso concetto Papa Bergoglio l’ha ripetuto, giovedì 27 marzo, ai parlamentari che di buon mattino hanno partecipato alla Messa mattutina nella Basilica di San Pietro a Roma.  E la sorpresa è stata ancora più grande.

Al tempo di Gesù c’era una classe dirigente che si era allontanata dal popolo, lo aveva “abbandonato”, incapace di altro se non di seguire la propria ideologia e di scivolare verso la corruzione. Papa Francesco commentando il Vangelo del giorno (Luca 11,14-23, in cui si racconta che Gesù, dopo aver scacciato un demonio, parla con la folla che lo interroga), si è soffermato sulla  cecità nei riguardi di Dio presente soprattutto nei leader del popolo: «Il cuore di questa gente, di questo gruppetto con il tempo si era indurito tanto, tanto che era impossibile ascoltare la voce del Signore. E da peccatori, sono scivolati, sono diventati corrotti. E’ tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose, e questi erano corrotti. E per questo si giustificano, perché Gesù, con la sua semplicità, ma con la sua forza di Dio, dava loro fastidio». Persone, ha proseguito Papa Francesco, che «hanno sbagliato strada. Hanno fatto resistenza alla salvezza di amore del Signore e così sono scivolati dalla fede, da una teologia di fede a una teologia del dovere»: «Hanno rifiutato l’amore del Signore e questo rifiuto ha fatto sì che loro fossero su una strada che non era quella della dialettica della libertà che offriva il Signore, ma quella della logica della necessità, dove non c’è posto per il Signore. Nella dialettica della libertà c’è il Signore buono, che ci ama, ci ama tanto! Invece, nella logica della necessità non c’è posto per Dio: si deve fare, si deve fare … Sono diventati comportamentali. Uomini di buone maniere, ma di cattive abitudini. Gesù li chiama, loro, ‘sepolcri imbiancati’».

In Italia è stato stimato che la corruzione costa circa 60 miliardi di euro l'anno (mille euro a per­sona), più o meno il 4% del Pil. Un recente sondaggio ha messo in evidenza che praticamente tutti gli italiani (97%) giudicano il feno­meno dilagante e che l'88% ritiene che corruzione e raccomandazione sono spesso il mezzo più semplice e veloce per accedere ad alcuni servizi pubblici. Di fronte a un fenomeno così diffuso, si deve purtroppo constatare che, a un anno dall' entrata in vigo­re della legge anticorruzione, solo il 34% dei Comuni italia­ni si è dotato dell'Ufficio prevenzio­ne della corruzione. Perciò non è affatto sorprendente apprendere che la tangente «è più diffusa» oggi che ai tempi di Tangentopoli, come ha affermato il procuratore regionale della Cor­te dei Conti della Lombardia, Antonio Caruso. Secondo il magistrato conta­bile, «è odioso fare raffronti con vent'anni fa e con Mani Pulite, ma og­gi la corruzione è liquida, diffusa ovunque e difficile da recuperare». Per questo la procura della Corte dei Conti lombarda «si sta impegnando molto nella lotta alla corru­zione», che ormai «ha raggiunto tut­ti i gangli della pubblica amministrazione» e proprio per questo rappre­senta «il cuore» dell'attività della ma­gistratura contabile.

Solo il 41% dei Comuni lombardi (ossia 626 su 1544), in base al recente rapporto dell'Autorità nazionale anticorruzione, al 30 novembre 2013, ha nominato il responsabile della prevenzione della corruzione, previsto da una legge del 2012. Numero appena superiore allo striminzito 34% nazionale. Nel nostro Comune, responsabile della prevenzione della corruzione, con decreto del sindaco dell’11/04/2013, è stato nominato il Segretario generale di Villa Greppi, il dottor Fortunato Napoli che rimarrà in carica sino alla fine dell’attuale mandato elettorale.

L’allegra gestione delle risorse finan­ziarie pubbliche, «determina quelli che vengono comunemente chiamati "sprechi", costituisce - ha sostenuto il presidente dei giudici contabili della Lombardia, Gaudio Galtieri - il terre­no favorevole per patologie ben più gravi, perché dalle disutilità e quindi dai maggiori costi per le strutture pubbliche (amministrazioni pubbliche in senso stretto e società da queste partecipate) si possono trarre le risorse che alimentano dazioni illecite. La rilevazione ed il contrasto della cattiva gestione costituiscono, quindi, uno strumento fondamenta­le per la lotta alla corruzione».

 

Come combattere la corruzione? C’è chi ritiene che il solo ricorso al­la leva giudiziaria e a nuove disposizioni legislative, pur necessarie, non sia risolutivo, perché probabilmente il vero male italiano è a monte, in quel corto circuito letale (ai vari livelli, nazionale e locali) tra una politica ancora ampiamente "spartitocratica" e una macchina amministrativa lenta, paludosa, impenetrabile e spesso incontrollabile. Laddove abbondano le nomine politiche e il potere di piccoli e grandi burocrati prospera, inevitabilmente, la corruzione.

Il già citato procuratore Caruso ha affermato che, per eliminare la corruzione, la «cura non può non partire dal comparto dell'i­struzione pubblica, trattandosi di u­na delle missioni fondamentali della Repubblica». A parere, invece, dell’economista Marco Vitale “solo una rivolta etica ci salverà”. Una “rivolta etica che porti a imporre regole certe al sistema economico” perché “far appello all’onesta individuale non basta più”.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 31 marzo 2014

 

 

 

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