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HOME > La Nota della Settimana > N° 12/2013

PAPA FRANCESCO: “SIAMO CUSTODI DELLA CREAZIONE”

 

“Custode”: è stata la parola centrale dell’omelia della Messa  di inizio pontificato di Papa Francesco.

Il “custode”, sull’esempio di san Giuseppe, è colui che opera “con discrezione”, “con umiltà”, “nel silenzio”, con una “presenza costante”,“sa leggere con realismo gli avvenimenti, è attento a ciò che lo circonda, e sa prendere le decisioni più sagge”. Papa Francesco ha quindi invitato a custodire il dono del creato, vocazione comune a tutti perché precede ed è “semplicemente umana, riguarda tutti”, alla custodia della “gente, all’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore”; ha invitato pure alla custodia fra coniugi, genitori e figli, alla custodia di ogni volto umano “con tenerezza” e a “vigilare sui nostri sentimenti”.

 

Una vocazione che riguarda tutti - «La vocazione del custodire – ha affermato Papa Francesco - non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. E’ il custodire l’intero creato - ha proseguito il Pontefice - la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. E’ il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio! E quando l’uomo viene meno a questa responsabilità di custodire, quando non ci prendiamo cura del creato e dei fratelli, allora trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce. In ogni epoca della storia, purtroppo, ci sono degli “Erode” che tramano disegni di morte, distruggono e deturpano il volto dell’uomo e della donna. Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo “custodi” della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo! Ma per “custodire” dobbiamo anche avere cura di noi stessi! Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono! Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza!» E, in conclusione, l’invito a non perdere mai la speranza: «Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi la speranza. Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza! E per il credente, per noi cristiani, come Abramo, come san Giuseppe, la speranza che portiamo ha l’orizzonte di Dio che ci è stato aperto in Cristo, è fondata sulla roccia che è Dio.»

 

La questione ambientale è cara alla Chiesa -  La “custodia del creato” è un tema non certamente nuovo per la Chiesa. Lo aveva richiamato anche Benedetto XVI nella Caritas in veritate (n. 48 e 51) e viene riproposta ogni anno, in Italia, dalla Giornata nazionale per la salvaguardia del creato, giunta all’ottava edizione. Di recente è stato anche pubblicato un libro, a cura dei competenti uffici della Conferenza Episcopale Italiana, dal titolo Custodire il creato (Edb). Nel volume sono indicati tre sentieri per sviluppare una nuova mentalità che operi concretamente per la custodia del creato: “serve prima di tutto sobrietà, ossia vincere la brama del possesso. Poi occorre riscoprire l’armonia per gustare la bellezza del creato. Infine è indispensabile il servizio per rispondere al comando del Signore di custodire tutto quanto ci ha donato.” Il testo esorta anche le comunità parrocchiali e le diocesi a compiere gesti e scelte concrete in tal senso.

Il richiamo a San Francesco e alla custodia del creato, in questi primi giorni del nuovo pontificato, è per ogni credente un rinnovato invito a vedere in ciascuna creatura ed elemento del creato il riflesso del Creatore e a cogliere, in ogni essere umano, il Cristo presente in lui.

 

Buona Settimana Santa!

 

Carlo & Ambrogio

 

Cernusco sul Naviglio, 25 marzo 2013

 

 

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