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150° D’ITALIA: OCCASIONE PER RIPENSARE
AL NOSTRO “ESSERE ITALIANI”

 

Ci stiamo avviando verso la celebrazione, il prossimo 17 marzo, del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia. Che sarà ricordato anche nella nostra città con una serie di iniziative promosse dall’amministrazione comunale.

Lasciando perdere tutte le polemiche che in questi ultimi mesi si sono succedute su questo anniversario, sarebbe importante, a nostro parere, guardare a questa ricorrenza storica con atteggiamento riflessivo e responsabile, capace di rileggere criticamente la strada percorsa, di programmare nel segno della speranza il cammino futuro del nostro Paese, e di dare nuova risposta alla perenne domanda di senso dell’essere italiani. Domanda che ogni generazione si deve porre nella consapevolezza che non si tratta di un’identità tracciata una volta per tutte, ma di un obiettivo e di una scoperta da rinnovare continuamente.

Evitare una lettura parziale del Risorgimento - Il Risorgimento è nato in ambito principalmente anticlericale, ma «non esiste solo un Risorgimento “scomunicato”. Indubbiamente - ha detto all’Agenzia SIR Giuseppe Dalla Torre, giurista e rettore della Lumsa - c'è stato un serio conflitto tra Stato e Chiesa, ma insistervi eccessivamente - come spesso ha fatto la storiografia - conduce ad una lettura parziale che non fa cogliere a pieno la profondità e complessità dei processi che hanno portato all'Unità, e fa dimenticare quel moto risorgimentale “cattolico” che conta esponenti come Pellico, Manzoni, Rosmini e Gioberti. I cattolici hanno offerto un contributo fondamentale a “fare gli italiani”, ossia la base dell'unità politica. Senza questa identità comune l'unità politica non avrebbe retto».
Il ruolo dei cattolici nel Risorgimento, soprattutto nel territorio, accanto alla gente comune, è stato importante. «Il conflitto verificatosi a livello istituzionale, non a livello di società, tra Stato e Chiesa ha portato tra l'altro al non expedit. Con l'astensione dei cattolici dalla vita politica – sempre a parere di Della Torre - il loro impegno e le loro energie si sono convogliate nel sociale: istituzioni educative, caritative, assistenziali. Negli anni dello Stato liberale i cattolici hanno lavorato intensamente in questo ambito, in maniera capillare e con un fortissimo radicamento sul territorio, immettendo un capitale di esperienza, idee e pensiero che nel secondo dopoguerra ha concorso in modo rilevante alla creazione di una società nuova e diversa, sostanzialmente ispirata ai grandi valori della solidarietà, della socialità e della sussidiarietà".

È in questo contesto storico che ha preso avvio quel movimento che va sotto il nome di “cattolicesimo sociale”, che anche nel nostro Comune ha avviato significative esperienze (cooperative, associazioni, scuole …).

Nella sollecitudine per il bene comune rientra l’impegno a favore dell’unità nazionale - «L’anniversario che ci apprestiamo a cele­brare è rilevante non tanto “per­ché l'Italia sia un'invenzione di quel mo­mento, ossia del 1861, ma perché in quel momento, per una serie di combinazioni, veniva a compiersi anche politicamente u­na nazione che da un punto di vista geogra­fico, linguistico, religioso, culturale e artisti­co era già da secoli in cammino”»: è quanto ha affermato il

cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, aprendo, lo scorso 2 dicembre a Roma, il X Forum del “Progetto culturale” sul tema “Nei 150 anni dell’Unità d’Italia. Tradizione e progetto”.

Proseguendo nella sua riflessione, il cardinale ha affermato che nel 1861 «in altre parole, veniva gene­rato un popolo. E di tutta evidenza che lo Stato in sé ha bisogno di un popolo, ma il popolo non è tale in forza dello Stato, lo precede in quanto non è una somma di in­dividui ma una comunità di persone, e una comunità vera e affidabile è sempre di ordi­ne spirituale ed etica, ha un' anima. Ed è questa la sua spina dorsale. Ma se l'anima si corrompe, allora diventa fragile l'unità del popolo, e lo Stato si indebolisce e si sfìgura. Quando ciò può accadere? Quando si oscura la coscienza dei valori comuni, della propria identità culturale. Parla­re di identità culturale non si­gnifica ripiegarsi o rinchiudersi, ma si tratta di non sfigurare il proprio volto: senza volto infatti non ci si incontra, non si riesce a conoscersi, a stimarsi, a cor­reggersi, a camminare insieme, a lavorare per gli stessi obiettivi, ad essere “popolo”. Lo Stato non può creare questa unità che è pre-istituzionale e pre-politìca, ma nello stesso tempo deve essere attento e preservarla e a non danneggiarla. Sarebbe miope e irresponsabile attentare a ciò che unisce in nome di qualsivoglia prospettiva.

A questo livello dunque, quello più profondo, si pone la presenza dinamica dei cattolici di ieri e di oggi. L’humus popolare nasce sul territorio e nella società civile ed è il frutto delle relazioni delle varie famiglie spirituali di cui la società si compone. La religione in genere , e in Italia le comunità cristiane in particolare. sono state e sono fermento nella pasta, accanto alla gente; sono prossimità di condivisone e di speranza evangelica, sorgente generatrice del senso ultimo della vita, memoria permanente di valori morali. Sono patrimonio che ispira un sentire comune diffuso che identifica senza escludere, che fa riconoscere, avvicina, sollecita il senso di cordiale appartenenza e di generosa partecipazione alla comunità ecclesiale, alla vita del borgo e del paese, delle città e delle regioni, dello Stato.»

C’è un’altra importante sottolineatura fatta dal presidente dei vescovi italiani. «Nella sollecitudine per il bene comune rientra l’impegno a favore dell’unità nazionale, che resta una conquista preziosa e un ancoraggio irrinunciabile. … E’ nel terreno fertile dello “stare insieme” che si impianta anche un federalismo veramente solidale: uno stare insieme positivo che non è il trovarsi accanto selezionando gli uni o gli altri in modo interessato, ma che è fatto di stima e rispetto, di simpatia, di giustizia, di attenzione operosa e solidale verso tutti, in particolare verso chi è più povero, debole e indifeso. Attenzione d’amore di cui Cristo, il grande samaritano dell’umanità, è modello, maestro e sorgente. Lo sguardo fisso sul Crocifisso, ovunque si trovi, richiama al senso della gratuità: il dono della sua vita, infatti, è la continua testimonianza del dono senza pretese. Quando in una società si mantiene la gioia diffusa dell’aiutarsi senza calcoli utilitaristici, allora lo Stato percepisce se stesso in modo non mercantile, e si costruisce aperto nel segno della solidarietà e della sussidiarietà. E da questo humus di base, che innerva i rapporti nei mondi vitali – famiglia, lavoro, tempo libero, fragilità, cittadinanza – che nasce quella realtà di volontariato cattolico e laico che fa respirare in grande e che è condizione di ogni sforzo comune, e di operosa speranza.»

La partecipazione dei cattolici alla festa per il 150° dell’unità d’Italia è quindi, per le ragioni sinteticamente esposte, consapevole e convinta.

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IN CITTÀ – Ha destato sorpresa e incredulità la notizia del pestaggio di un giovane congolese davanti ai cancelli di un’azienda cernuschese per cui lavora. Le cronache riferiscono che lo scorso lunedì il giovane africano, non residente in città, è stato aggredito da quattro italiani, in seguito a un dissidio che c’era stato nei giorni precedenti, all’interno della fabbrica, tra lui e un altro lavoratore italiano, poi sospeso dalla direzione. Il giovane congolese, che è in Italia con lo status di rifugiato politico, è poi ricorso alle cure dei sanitari dell’Ospedale Uboldo. Al giovane africano tutta la nostra solidarietà, con l’augurio che possa ben presto dimenticare questa brutta esperienza e sperimentare concretamente la nostra vicinanza e amicizia.

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Ritornando sui temi affrontati nella seduta del consiglio comunale dello scorso 1° marzo, completiamo il quadro delle interrogazioni rivolte dai consiglieri al Sindaco, accennando a quelle, secondo noi, più significative.

Assegnatari di alloggi comunali - Il consigliere Claudio Gargantini (Gruppo misto) ha chiesto di eseguire verifiche sugli assegnatari degli alloggi comunali, ai fini della verifica del permanere delle condizioni previste per poterne beneficiare, e di avere tutta una serie di documenti e dati, per poter così controllare che le assegnazioni siano state fatte nel rispetto della legge.

Ricordiamo che in città gli alloggi pubblici, di proprietà comunale e dell’Aler, sono circa 500.

Il Sindaco ha fatto notare al consigliere che per fornirgli i dati richiesti ci “vorrà quasi un anno e poi sarebbe interessante capire a che cosa potrebbero servire. Il nostro Comune è da tempo attento ad evitare che il patrimonio pubblico di alloggi sia sperperato e lo scorso anno abbiamo decretato la decadenza di soggetti che non avevano i titoli per abitarvi e abbiamo recuperato 60.000 euro di canoni arretrati.”

L’assessore ai servizi alla persona, Rita Zecchini, rispondendo ad una considerazione fatta dal consigliere interpellante, ha negato di aver invitato i cittadini alla delazione ma ha, invece, ribadito di averli sollecitati a fare segnalazioni circostanziate su situazioni ritenute irregolari, che il Comune difficilmente potrebbe accertare.

Cambio al vertice della Polizia locale - Il consigliere Daniele Cassamagnaghi (Il Naviglio), premesso che a suo parere sarebbe in atto una smobilitazione generale del Corpo - sette componenti, tra agenti e ufficiali se ne sono già andati - ha parlato di “una gestione del personale pittoresca e priva di qualsiasi capacità in merito alla valorizzazione e incentivazione delle risorse umane.” L’apice di questa gestione approssimativa sarebbe stato raggiunto lo scorso dicembre quando è stata tolta la “posizione organizzativa” all’allora comandante Maurizio Pennati. A giudizio di Cassamagnaghi, di fronte alla prevedibile reazione di Penati, l’amministrazione “casualmente si era già cautelata, tramite concorso, di procurarsi un sostituto all’altezza , … anche all’altezza politica, visto che il neo-comandante è risultato essere consigliere comunale del PD a Melegnano.” L’ex Sindaco ha posto a Comincini 12 interrogativi, tra i quali: perché a Penati non è stata confermata la posizione organizzativa? Quali le sue colpe e le sue mancanze? Nei suoi confronti ci sono state contestazioni? Dopo la sua mancata riconferma sono stati messi a disposizione del Corpo fondi per i progetti 2011? E’ stato negato l’assenso ad altri agenti al trasferimento, dopo che in precedenza era stato concesso ad altri colleghi?

“Ha messo insieme pere e mele – è stata la risposta del Sindaco – e molte cose da lei dette non corrispondono nemmeno al vero.” Il primo cittadino ha precisato che “l’amministrazione comunale ha scelto di riorganizzare il Corpo, ponendo all’interno della struttura gerarchica una posizione organizzativa sopra al Comando della Polizia Locale. Non è stato tolto il comando a Penati, ma è stato lui che ha rinnovato la scelta di mobilità. Avevamo fatto inizialmente un concorso per la posizione organizzativa, poi chi ha vinto il concorso aveva anche i requisiti per comandare il Corpo e così, a seguito della richiesta di Penati di trasferirsi altrove, gli è stato conferito anche questo incarico.”

Inquinamento dell’aria – Il consigliere Gianluigi Frigerio (PDL) ha posto l’attenzione sull’inquinamento, chiedendo al Sindaco se “ha a disposizione i dati sull’inquinamento dell’aria” e “se dopo l’introduzione, da parte della Provincia, del limite di velocità sulle tangenziali si siano registrati benefici oppure no e quali misure intende introdurre per migliorare la qualità della vita dei Cernuschesi”.

Comincini, dopo aver ricordato di aver emesso un’ordinanza in tema di riscaldamento, che dispone l’abbassamento di un grado della temperatura massima, ha sottolineato che in accordo con la Provincia e con altri Comuni si stanno portando avanti tre linee d’intervento: biglietto unico per incentivare l’uso dei mezzi pubblici; investimenti pubblici per la riqualificazione degli impianti di riscaldamento comunali; richiesta alla Regione di emanare un provvedimento per mettere fuori uso gli impianti di riscaldamento a gasolio.

Il Sindaco ha anche segnalato che è in attesa di conoscere dall’Arpa i dati sui rilevamenti della qualità dell’aria fatti tra novembre e dicembre nella nostra città.

Atto di indirizzo per la scelta del socio di minoranza della Cernusco Verde srl – Sempre nella seduta del 1° marzo è stata approvata un’importante delibera riguardante la Cernusco Verde, con riferimento all’obbligo per i Comuni di mettere a gara la gestione dei servizi pubblici locali e di detenere una sola partecipazione societaria.

Ricordiamo, infatti, che, in base alla normativa vigente, i Comuni con popolazione compresa tra 30.000 e 50.000 abitanti, quindi anche il nostro, possono costituire o detenere una sola partecipazione societaria.

L’obbligo normativo che impone di mettere a gara la gestione dei servizi pubblici locali, per l’assessore alle partecipate, Emanuele Vendramini deve invitare a “cogliere questa opportunità per creare una nuova Cernusco Verde, con una quota parte di capitali privati variabile tra il 40% e il 49%, mettendo a gara non solo i servizi che attualmente gestisce (igiene ambientale, manutenzione verde pubblico, parcheggi … ) ma, pensando in grande, aggiungervene altri (fotovoltaici, energie alternative …) e comunque quelli che nel corso dell’analisi dovessero darle valore.”

L’assessore ha poi precisato che si vuole “ripensare alla governance della società partecipata, alla qualità dei servizi attuali e di quelli futuri, sapendo che sarà una gara che poi porterà all’affidamento di questi servizi per una decina d’anni per un importo oscillante tra 120 e 150 milioni di euro.”

Per poter fare tutto questo, l’amministrazione comunale chiederà “il contributo di un advisor che si occupa di fusioni, piani industriali, per costruire il nuovo statuto della società, la nuova governance, la gara di affidamento” e ha assicurato “una più frequente convocazione della commissione consiliare competente per discutere, esaminare e verificare i passaggi che si faranno.”

Per la scelta dell’advisor è intenzione dell’amministrazione comunale procedere con una gara ristretta ad inviti e quindi “ben vengano le segnalazioni su chi invitare”.

Sempre pronto ad intervenire su questi temi il consigliere Mario Oriani (PDL): “Questo progetto è molto interessante e stimolante e invito a non porsi il termine fissato attualmente dalla legge, perché poi arriveranno come al solito le proroghe, ma cerchiamo di farlo bene. Mi auguro che questo atto di indirizzo possa essere d’auspicio per una maggiore collaborazione tra le diverse forze politiche e non un lasciapassare per la giunta per portare a termine quanto ha in mente.”

Cassamagnaghi si è detto “favorevole a un’apertura al mercato. La nuova Cernusco Verde da un parte deve offrire servizi di qualità alla città e dall’altra fare business in un settore innovativo.”

“La battaglia di Rifondazione comunista – ha detto il consigliere Ermes Severgnini – contro la privatizzazione dei servizi pubblici è nota e mantenere il controllo pubblico se non la proprietà pubblica sulla gestione dei servizi pubblici locali è importante”, questo però non esclude che si possa ammettere una minima partecipazione del socio privato, senza però rinunciare a “strumenti di controllo dei cittadini utenti sulla qualità e le tariffe dei servizi erogati. Nessun carrozzone, ma prevedere meccanismi partecipativi che sono già in opera in altri Comuni e che sono altrettanto importanti come il business-plan.”

Per Claudio Gargantini “la politica deve creare le condizioni perché ci siano le condizioni di libero mercato, ma poi l’amministrazione comunale non deve fare l’imprenditore.”

L’atto di indirizzo, volto alla scelta di un advisor che formuli una proposta per la costituzione di una “nuova Cernusco Verde”, è stato approvato senza voti contrari: 12 consiglieri a favore e 8 astenuti.

 


 

NELLA COMUNITÀ PASTORALE – Lo scorso giovedì sono stati presentati due spot cinematografici sull'Agorà, di circa un minuto ciascuno, che pubblicizzeranno la nostra sala della comunità su internet e sui social network con lo scopo “di entrare in comuni­cazione con i più giovani utilizzando il loro linguaggio e le loro tecnologie.” Obiettivo certamente importante e che condividiamo, essendo anche noi con queste note presente sulla piazza virtuale, ma che non ci deve però far dimenticare che la ragione più vera del nostro impegno nei mezzi di comunicazione sociale e nell’animazione della cultura è un’altra: quella di contribuire a offrire una lettura del vivere quotidiano guidato dal Vangelo, anche a costo di essere contro l’opinione dominante e la logica commerciale. In questo impegno saremo certamente più convincenti ed efficaci se sapremo camminare tutti insieme, a partire dall’uso degli strumenti che già abbiamo a disposizione e dall’abitudine al dialogo e al confronto all’interno della Comunità tra tutti i volontari e animatori della cultura.

Con il rito di imposizione delle ceneri, al termine di tutte le Sante Messe di domenica 13 marzo, è iniziata anche la Quaresima Ambrosiana. Un cammino di quaranta giorni che il nostro Prevosto, don Ettore Colombo, ci ha invitato a percorrere “riappropriandoci della vita cristiana”, “così da favorire un vero annuncio del Vangelo per la gioia e la felicità degli uomini. Di tutti.”

 

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 14 marzo 2011

 

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