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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 11/2010

Volontari, sguardi che esprimono amore.

Alla Fiera, con il pittore di Cernusco

 

L’incontro di Benedetto XVI con la “Protezione Civile” ci offre l’occasione per riflettere sull’importante compito affidato ai volontari e sulla situazione del terzo settore nella nostra città.   

Il Papa, lo scorso 6 marzo, ha dapprima richiamato la «figura del buon Samaritano, tratteggiata dal Vangelo di Luca (Luca 10,30-35). Questo personaggio ha dimostrato certamente carità, umiltà e coraggio assistendo il malcapitato nel momento del massimo bisogno. E questo quando tutti - alcuni per indifferenza, altri per durezza di cuore - girano lo sguardo dall’altra parte. Il buon Samaritano insegna, però, ad andare oltre l’emergenza e a predisporre, potremmo dire, il rientro nella normalità. Egli, infatti, fascia le ferite dell’uomo riverso a terra, ma poi si preoccupa di affidarlo all’albergatore affinché, superata l’emergenza, possa ristabilirsi.»

Dalla citata pagina evangelica, Benedetto XVI ha poi tratto lo spunto per delineare il ruolo del volontariato nella nostra società. «L’amore del prossimo - ha detto il Pontefice - non può essere delegato: lo Stato e la politica, pur con le necessarie premure per il welfare, non possono sostituirlo. Come ho scritto nell’Enciclica Deus caritas est: "L’amore sarà sempre necessario, anche nella società più giusta. Non c’è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell’amore. Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo in quanto uomo. Ci sarà sempre sofferenza che necessita di consolazione, di aiuto. Sempre ci sarà solitudine. Sempre ci saranno anche situazioni di necessità materiale nelle quali è indispensabile un aiuto nella linea di un concreto amore del prossimo". Esso richiede e richiederà sempre l’impegno personale e volontario. Proprio per questo, i volontari non sono dei "tappabuchi" nella rete sociale, ma persone che veramente contribuiscono a delineare il volto umano e cristiano della società. Senza volontariato, il bene comune e la società non possono durare a lungo, poiché il loro progresso e la loro dignità dipendono in larga misura proprio da quelle persone che fanno più del loro stretto dovere.»

Il Santo Padre, a conclusione del suo intervento, ha rivolto ai volontari della Protezione Civile, ma idealmente anche a tutti coloro che si prodigano nel servizio gratuito verso i fratelli, a essere consapevoli che il loro «impegno è un servizio reso alla dignità dell’uomo fondata sul suo essere creato a immagine e somiglianza di Dio. Come ci ha mostrato l’episodio del buon Samaritano, ci sono sguardi che possono andare nel vuoto o addirittura nel disprezzo, ma vi sono anche sguardi che possono esprimere amore. Oltre che custodi del territorio, siate sempre più icone viventi del buon Samaritano, conferendo attenzione al prossimo, ricordando la dignità dell’uomo e suscitando speranza. Quando una persona non si limita solo a compiere il proprio dovere nella professione e nella famiglia, ma s’impegna per gli altri, il suo cuore si dilata. Chi ama e serve gratuitamente l’altro come prossimo, vive ed agisce secondo il Vangelo e prende parte alla missione della Chiesa, che sempre guarda l’uomo intero e vuol fargli sentire l’amore di Dio.»

 

Nella nostra città sono attive molte associazioni di volontariato, nei più diversi settori. Per capire il loro “stato di salute”, riprendiamo alcuni passaggi dell’intervista al presidente della Consulta del Sociale, Umberto Sirtori, pubblicata sul numero di questo mese di Voce Amica

«La situazione - ha detto Sirtori - non è delle più rosee, soprattutto in prospettiva. Vi sono alcune lacune che rischiano di diventare croniche come la fatica a rimpiazzare i volontari, a ringiovanire le associazioni, ma soprattutto emerge, sempre più pesante la fatica di lavorare insieme. Questo chiudersi su se stesse fino a isolarsi, da parte di molte associazioni, crea un impoverimento della propria offerta di solidarietà e conduce verso una inesorabile e lenta decadenza.”

A fronte di questa situazione, l’amministrazione comunale, in accordo con la Consulta, ha deciso di “destinare i contributi alle associazioni che presentano un progetto mirato  e capacità di realizzare tali progetti strutturandosi in rete. Questo dovrebbe spingere le associazioni a uscire da se stesse, a progettare, a sfruttare sinergie e ad ampliare la propria visione. L'intenzione è quella di portare questa logica anche a livello di Piano di Zona, creando un tavolo unico in cui tutte le associazioni debbano partecipare, uscendo dalla logica di nicchia.»

In prospettiva, il presidente ritiene che si debba puntare su iniziative volte «a far conoscere le associazioni, a farle mettere in rete e a orientare coloro che vogliono impegnarsi nel mondo del volontariato, puntando su temi quali formazione, comunicazione, promozione, supporto sul territorio, ricerca e sviluppo, consulenza e progettazione».  Inoltre, i volontari dovrebbero impegnarsi per superare quella mentalità che considera «esaurito il proprio compito quando vengono forniti buoni servizi sociali (ad esempio, per le persone disabili) mentre la nuova sfida da raccogliere è quella di investire sull'integrazione delle persone emarginate o disagiate, operando in tutti campi della convivenza, non da ultimo quello del tempo libero. Per quanto riguarda le singole realtà associative, non ci sono aree o settori che soffrono di più questa contrazione del volontariato perché le difficoltà derivano dalle dimensioni del gruppo e dalle sue prospettive; se l'associazione è troppo settoriale ed autoreferenziale resta chiusa alle nuove sfide, non cresce, non fa formazione e alla fine scompare.»

Sirtori ha anche evidenziato un aspetto certamente non secondario, probabilmente figlio del clima culturale che respiriamo di questi tempi. «Sta cambiando - ha detto il presidente della Consulta - anche il profilo del volontario. Molte persone, nonostante la spinta generosa di partenza, vengono ad offrire il proprio tempo libero per rispondere ad una propria esigenza e spesso non vogliono entrare in una logica di condivisione di un progetto, di relazione e apertura ai bisogni che si presentano in associazione o nella vita di tutti i giorni. Su questo vi è molto da lavorare, proprio agendo sulla formazione.»

Siamo d’accordo! Occorre, liberandosi da molti luoghi comuni sulle associazioni di volontariato locale, lavorare molto e in profondità, per evitare che questa importante risorsa della nostra città abbia piano a piano a esaurirsi.

 

La vita amministrativa locale ha registrato negli scorsi giorni due fatti significativi. Il primo, l’intervista del capogruppo in consiglio comunale del Popolo della Libertà, Giorgio Monti, a un settimanale locale, nella quale sono emerse con tutta evidenza le difficoltà in cui si dibatte il suo partito («Credo fermamente nel progetto PdL, ma è desolante constatare di essere lasciati solo a “combattere”»).

Il secondo, la “fine di un rapporto di leale collaborazione” tra il Partito Democratico e il consigliere Claudio Gargantini, responsabile di aver “più volte espresso pubblicamente il proprio dissenso nei confronti di quanto deciso dal Partito Democratico e dalla maggioranza e di quanto operato dall’amministrazione comunale”.

Gargantini ha già annunciato di voler costituire un “gruppo misto” e di continuare a dare all’attuale maggioranza il suo “appoggio esterno come indipendente”. 

Due fatti che evidenziano, quanto meno, un malessere che serpeggia anche nella vita politica cittadina, sul quale  ci ripromettiamo di tornare dopo la conclusione della campagna elettorale in corso per le elezioni regionali.

 

Segnaliamo, sul numero in edicola di Famiglia cristiana (n° 11 del 14 marzo 2010), un’interessante intervista al nostro concittadino Francesco Marcaletti, docente di Relazioni del lavoro e analisi delle dinamiche occupazionali all’Università Cattolica di Milano, sulla disoccupazione giovanile.    

 

Ci stiamo avviando verso la Fiera di San Giuseppe, in programma per domenica 21 marzo, che sarà anche l’occasione per incontrare e conoscere più da vicino le tante associazioni di volontariato presenti nella nostra città, con stand un po’ disseminati per tutte le vie del centro storico.

Tra le tante iniziative in calendario, ne citiamo una. Nel ridotto della Sala consiliare di Villa Greppi, in piazza Unità d’Italia, venerdì 19 marzo, alle ore 17.45, sarà inaugurata la mostra “Felice Frigerio, il pittore di Cernusco. Frammenti di vita e di arte nel decimo anniversario della morte”. La mostra sarà poi aperta al pubblico sabato 20 (dalle ore 10,00 alle ore 12,00 e dalle ore 15,00 alle ore 18,00)  e domenica 21 (dalle ore 9,00 alle ore 18,00).

Il ricordo di questo nostro concittadino - maestro delle cose semplici e belle, così lo abbiamo salutato quel 15 gennaio di dieci anni fa’ quando ci ha lasciato - ci è caro perché con le sue opere ha saputo e sa ancora evocare persone e luoghi che non ci sono più ma che continuano a vivere in noi, ci appartengono e  ci fanno compagnia. Case, giardini, angoli di paese, paesaggi, volti scomparsi, nelle sue opere li vediamo intatti come una volta, freschi e colorati.

In questo suo rappresentare e ricordare - che significa proprio “un riportare al cuore” più che alla mente - per noi c’è un valore. Un patrimonio di vita e di affetti, che costituisce le nostre radici, che alimenta la nostra sapienza ed esperienza, che dà ricchezza alla mente e al cuore.

Buona settimana e buona Fiera di San Giuseppe, festa di tutta la città!    

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 15 marzo 2010

 

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