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HOME > La Nota della Settimana > Settimana 10/2010

Aborto in Europa: l'allarme e l'alternativa.
  Campus in via Masaccio: il tempo dirà chi ha ragione

L’Instituto de Politica Familiar (Ipf), con sede in Spagna e attivo in numerosi Paesi europei e latinoamericani, ha presentato il 2 marzo scorso a Bruxelles la relazione su "L'aborto in Europa e in Spagna nel 2010". I dati delle interruzioni di gravidanza in Europa sono drammatici (27 Stati dell’Unione Europea più Albania, Andorra, Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Islanda, Montenegro, Macedonia, Moldavia, Norvegia, Russia, Serbia, Svizzera e Ucraina): nel 2008, ultimi dati disponibili, sono stati praticati 2 milioni e 863 mila aborti, "ovvero quasi 8 mila aborti al giorno". Nella sola Unione Europea gli aborti in un anno sono oltre 1 milione e 200 mila. Il numero di interruzioni di gravidanza corrisponde fra l'altro al cosiddetto "deficit demografico" che ogni anno si registra in Europa, continente in cui le culle sono sempre meno numerose e la popolazione tende continuamente a invecchiare.

Le cifre, ha puntualizzato il presidente dell’Ipf, "diventano ancora più inquietanti" se si calcola che "oltre 20 milioni di aborti sono stati complessivamente effettuati negli ultimi 15 anni" (1994-2008): "È come se di colpo sparissero le intere popolazioni di due grandi Paesi come la Romania e i Paesi Bassi".
Focalizzandosi sulla realtà dell'Unione europea, l'istituto spagnolo ha denunciato che "una maternità su cinque termina con l'aborto". Nel 2008, un aborto su sette ha coinvolto ragazze con meno di 20 anni di età. "Il Regno Unito è il Paese dove le adolescenti e le giovani ragazze abortiscono con maggior frequenza" (47 mila in un anno), seguito da Francia (31 mila), Spagna (14 mila), Romania (14 mila), Germania (13 mila). "Anche alla luce di questi fatti – si legge nella relazione - va rilevato come l'aborto diventi una delle prime cause di mortalità in Europa, e tra le cause principali del basso tasso di natalità e dell'invecchiamento della popolazione". Per l'Ipf  l'aborto, oltre a essere un dramma per "una vita perduta" e per "le conseguenze che deve subire la donna", diventa anche un problema demografico e sociale che riguarda tutti.
"Regno Unito, Francia, Romania, Italia e Spagna", avverte la relazione, "sono gli Stati comunitari in cui si pratica il maggior numero di interruzioni di gravidanza". Si va dai 216 mila casi britannici ai 210 mila francesi, per arrivare ai 128 mila della Romania, ai 121 mila dell'Italia, seguita da Spagna (116 mila) e Germania (114 mila). 

Un capitolo dello studio dell'Instituto de Politica Familiar comprende un'analisi della legislazione in vigore nei Paesi del vecchio continente, mentre la parte finale del documento illustra una serie di proposte che Ipf avanza alle istituzioni nazionali per far fronte al dramma dell'aborto: si tratta soprattutto di azioni mirate a "garantire i diritti del bambino nel periodo prenatale", a sostenere le donne in attesa, a organizzare servizi e aiuti per le giovani famiglie in difficoltà, a realizzare "campagne di coscientizzazione sul valore personale e sociale della natalità, della gravidanza e della maternità". Tra le proposte con­crete avanzate dall’Ipf  tro­viamo quella di un «aiuto di­retto universale» di 1.125 eu­ro per ogni donna incinta (125 euro per nove mesi), u­na linea diretta di finanzia­mento per le associazioni che aiutano le donne duran­te la gravidanza, la riduzio­ne del 50% dell’Iva sui pro­dotti basilari per l’infanzia.

«L’aborto – ha scritto Paola Ricci Sindoni su Avvenire del 3 marzo 2010, commentando i dati del rapporto dell’Ipf - ha così ormai perso l’immagine di una pratica eccezionale e dolorosa, compiuta per motivi gravi di salute della madre o del piccolo, per diventare in po­chi decenni un metodo di controllo delle nascite, entrando nel costume sociale e nel sentire comune come una pratica “normale” che ha progressivamente con­dotto la coscienza collettiva a non consi­derarlo un “reato” contro la vita, quanto piuttosto come un “diritto” da parte della donna di autogestire la propria sessualità. … Certo è che gli appelli generici non basta­no più. Va al contrario avviata una rivolu­zione culturale che trovi un necessario supporto con decise politiche di garanzia e di sostegno per il figlio e la madre. Lo ha capito bene l’Istituto estensore del Rap­porto che alla fine della sua analisi sul de­solante sviluppo zero della demografia eu­ropea indica alcune interessanti proposte.»

 

L’Azienda Ospedaliera di Melegnano - da cui dipende l’ospedale cittadino Ambrogio Uboldo - ha diffuso i dati sulle prestazioni fatte nel corso del 2009 dal locale Pronto Soccorso. Gli accessi sono stati 41.178 (di cui 10.530 bambini e 30.648 adulti).

Per avere un’idea più precisa dell’impegno complessivo del Presidio cernuschese, va tenuto conto che ad ogni accesso si accompagnano un certo numero di indagini, esami e terapie effettuati (fra prelievi, misurazione dei parametri, flebo, ecg e altro): in media ne sono state erogate 5,1 per ciascun paziente.

I codici rossi (pericolo di vita imminente) sono stati il 2%; i codici gialli (potenziale compromissione delle funzioni vitali) hanno rappresentato il 3%, mentre nella stragrande maggioranza dei casi si è trattato di codici verdi (senza pericolo per le funzioni vitali), pari al 91%, seguiti a distanza dai codici bianchi (prestazioni sanitarie che non rivestono alcun carattere d’urgenza; soggette quindi a pagamento del ticket), che hanno rappresentato il 4%. I pazienti che sono stati ricoverati, a seguito dell’accesso al Pronto soccorso, sono stati 4.024.

Le patologie di carattere cardiorespiratorio sono la prima causa di accesso al Pronto Soccorso di Cernusco, seguite da problemi di carattere chirurgico acuto e sub acuto, mentre gli interventi di traumatologia per incidenti stradali e infortuni domestici ammontano a 8 mila.

Per il responsabile di Presidio, dottor Catello Pontecorvo, preziosa e insostituibile è l’attività svolta dalla associazioni di volontari attivi nel Pronto Soccorso.

 

Della seduta del consiglio comunale dello scorso 2 marzo, segnaliamo l’adozione della proposta di Piano Particolareggiato di iniziativa pubblica “PP19” in variante al P.R.G. vigente.

Il PP19 si articola in due lotti. Il primo (mc 12.000) destinato alla realizzazione di un edificio scolastico per le scuole paritarie Aurora-Bachelet (2 sezioni per ciascun anno della scuola primaria; 3 sezioni per quelli della scuola secondaria di primo grado). Il secondo lotto è riservato alla realizzazione di una residenza per studenti universitari, per un massimo di 320 studenti e una volumetria massima di 37.500 mc per 3 piani fuori terra. Per il primo lotto, l’operatore dovrà presentare il progetto definitivo e richiedere il rilascio del permesso di costruire entro 30 giorni dall’approvazione definitiva del Piano, in modo da liberare le aule che attualmente occupa negli edifici scolastici di via Mosè Bianchi e via Don Milani entro luglio 2011.

Per il secondo lotto, gli operatori dovranno chiedere il rilascio dei titoli abilitativi edilizi entro due anni dalla stipula della convenzione. “Se entro tale data – ha detto l’assessore all’urbanistica, Giordano Marchetti – per ragioni indipendenti dalla proprietà, non fosse possibile stipulare una convenzione con un soggetto interessato all’uso della residenza (il riferimento è alla Facoltà di Scienze motorie dell’Università Statale di Milano), la destinazione d’uso rimarrà comunque vincolante, previo accordo con l’amministrazione comunale per la sostituzione della facoltà con altra struttura avente destinazione di pubblica utilità similare.”

L’assessore ha poi aggiunto che “entrambi gli operatori sono impegnati a mantenere la destinazione d’uso attuale per vent’anni dalla fine dei lavori e dovranno versare complessivamente un contributo straordinario di euro 200.000 per opere da eseguire in zona.”

L’assessore ha anche informato che “l’operatore del secondo lotto ha presentato rinuncia al TAR Lombardia per il contenzioso in atto con il Comune” a seguito della bocciatura del PII Matplast nell’agosto 2007 da parte dell’attuale maggioranza consiliare, appena si era insediata.

Nel dibattito si sono sostanzialmente riproposte le posizioni già emerse nello scorso novembre (leggasi al riguardo la nostra Nota n° 40 del 6 novembre 2009).

PDL e liste civiche di minoranza astenute. Per Fabrizio De Luigi (PDL), dopo aver dichiarato la propria soddisfazione per la soluzione data alla scuola paritaria, per la quale non si può parlare di “una vittoria di una parte o dell’altra, ma di tutta la città” ha aggiunto che “rimangono tuttavia le perplessità per la residenza universitaria, anzi aumentano ancor di più adesso per l’incertezza che caratterizza la venuta o meno nella nostra città della Facoltà di Scienze motorie. Perplessità sulla reale necessità e sui tempi di attuazione.” Per Daniele Cassamagnaghi (Il Naviglio), con i contenuti del PP19 adottato “è stato parzialmente corretto il tiro, rispetto al Protocollo d’intesa dello scorso novembre. È stato posto un vincolo pregnante di destinazione d’uso, purché duri, per evitare che il piano diventi in futuro residenziale.”

Angelo Rocchi (Lega nord) ha annunciato il voto contrario del suo partito perché “sarebbe stato meglio inserire questo piano nel prossimo PGT e perché l’amministrazione comunale è contraria a discutere qualsiasi proposta della minoranza.”

Favorevole, questa volta in modo compatto, tutte le forze di maggioranza. Per il capogruppo del PD, Marco Erba, con questo piano si “tutela la libertà di educazione ma anche il diritto dei cittadini ad avere una scuola pubblica pienamente funzionante” con le aule che l’Aurora-Bachelet lascerà libere. Fabio Colombo (Vivere Cernusco) ha parlato di “grandissima soddisfazione perché il nostro modo di governare sta dando risposte ai problemi in modo pragmatico e non ideologico, anche con la collaborazione degli operatori privati.”

L’assessore Marchetti, a conclusione del dibattito, ha sostenuto che “il libro dei sogni è una cosa e gli obiettivi concretamente realizzabili un’altra, così come non si può dimenticare la sostenibilità economica o meno di un’operazione che si propone. Amministrare vuol dire saper perseguire i propri obiettivi, ma anche saper cogliere le opportunità che si possono incontrare. Su un’area privata siamo riusciti a trovare una soluzione per le esigenze della scuola paritaria e le richieste della proprietà rimanendo vincolati alla destinazione d’uso del PRG vigente. Credo che il tempo ci potrà dare in qualche modo ragione, ma credo anche che c’è un tempo in cui bisogna saper fare delle scelte.”

Siamo pienamente d’accordo con l’assessore Marchetti, il tempo ci dirà chi ha ragione. Al momento, per noi rimangono confermate tutte le perplessità che avevamo già esposte all’inizio dello scorso novembre, quando è stato approvato il protocollo d’intesa, che preannunciava questo piano.          

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 8 marzo 2010

 

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