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HOME > Le Interviste > 4 Maggio 2015

Un “giovane” innamorato della Resistenza

INTERVISTA A DANILO RADAELLI, CONSIGLIERE COMUNALE DI SINISTRA PER CERNUSCO E PRESIDENTE DELLA LOCALE SEZIONE DELL’ANPI

 

Conosco Danilo da parecchi anni e con lui ho condiviso non pochi cortei del 25 aprile e ci accomuna, pur proveniendo da esperienze diverse, la stessa passione per la Resistenza. La mia ereditata dall’impegno giovanile di mio padre, il Felicino Frigerio comandante partigiano cattolico, e la sua maturata attraverso l’incontro con Roberto Camerani, sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti, e Giuseppe Comi, esponente di spicco della brigata comunista locale.

Radaelli eletto consigliere comunale alle ultime elezioni nella lista Sinistra per Cernusco, nato a Milano nel maggio 1976, da madre salentina e padre di Cernusco, ha animato in questi ultimi anni tutte le iniziative dell’ANPI (l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) portando una ventata di vitalità che ha generato consensi ed interessamenti trasversali in tutte le forze politiche.

Da quanti anni sei presidente dell’ANPI di Cernusco?

Sono Presidente da circa 4 anni. Ho la fortuna di lavorare con gruppo di persone eccezionali, instancabili, serie e professionali. E’ un direttivo particolare, con storie e percorsi differenti tra loro, per età, formazione e temperamento. Per me è uno degli ambiti di impegno civico e sociale più piacevole, più gratificante e sano, è un’ottima palestra per crescere e formarsi. In questi anni il numero dei tesserati e dei partecipanti è cresciuto notevolmente, e anche questo è merito di un gruppo capace di tenere insieme tante storie e tanti mondi.

 
25 Aprile 2012: Radaelli (a destra) con Frigerio sfilano insieme con le bandiere delle brigate partigiane.

Da cosa nasce questo tuo interessamento per la Resistenza?

Ho avuto la fortuna di frequentare abbastanza assiduamente e “innamorarmi” di due persone speciali: Roberto Camerani e Giuseppe Comi. Il loro essere stati protagonisti di quegli anni ha segnato per sempre il loro modo di percepire e accogliere gli altri, in particolare i più giovani. Hanno vissuto e instaurato le loro relazioni con le successive generazioni in maniera diversa, ma  entrambi in maniera intensa e decisiva. A queste relazioni “privilegiate” va aggiunto una mia passione personale per la storia e l’impegno politico.

 

Il sito “memoriarinnovabile” è uno strumento di comunicazione e di informazione importante. Come e quando avete avuto l’intuizione di incominciare?

Il sito nasce nel 2008 dopo un convegno svolto a Cernusco. Siamo partiti da una domanda, come trasmettere la memoria in un momento storico in cui i protagonisti di quella stagione sono sempre meno. Il sito ci è sembrato uno degli strumenti piu adeguati e sopratutto è stato un punto di riferimento prezioso per la conservazione e la diffusione del materiale raccolto. Ma “La memoria è un bene rinnovabile” è un progetto più articolato, che prevede varie azioni e varie fasi, il sito è stato un ottimo punto di partenza ed un ottimo biglietto da visita. Ci ha permesso di lavorare agilmente e in maniera diretta con le scuole e molti giovani.

 

Quest’anno ricorre il 70 anniversario della Liberazione. Ai cernuschesi è stato proposto un calendario ricco di avvenimenti. Cosa ricordi con maggior interesse?

Abbiamo costruito un ventaglio di iniziative coinvolgendo tanti soggetti: ci piaceva l’idea di costruire una Liberazione “di comunità”, ogni soggetto con la propria sensibilità e la propria modalità espressiva e culturale. Ne è venuto fuori un programma poliedrico, ricco e vario, un lavoro culturale di cui siamo molto orgogliosi. Emozionanti sono stati  l’inaugurazione della mostra a San Giuseppe  e lo spettacolo teatrale degli alunni della scuola media, un’eccellenza educativa nata dalla collaborazione tra comune, scuola, Anpi e l’attrice Arianna Scommegna. Da una parte le foto bellissime di 70 anni fa, dall’altra l’energia di 25 quattordicenni, esempi di memoria rinnovabile.

 

Qualcuno dice che ricordare la Resistenza è solo “una cosa da nostalgici”. Ha ancora senso oggi commemorare quegli avvenimenti?

Noi abbiamo la convinzione che la memoria sia l’elemento fondamentale nella costruzione dell’identità di ogni comunità. La Resistenza per il nostro paese lo è in maniera addirittura fondativa. La nostra società, la nostra organizzazione, il nostro vivere in comune, partono da quella storia.  I partigiani sono stati i  reali Padri Costituenti . Ricordarcelo ci aiuta ad orientarci nel presente, e progettare con attenzione il futuro.  E spesso ad evitare pericolosi scivoloni.

 

Tralasciando ogni retorica i giovani sono interessati?

Sono interessati nella misura in cui noi riusciamo a comunicare e relazionarci al mondo giovanile. In questi mesi abbiamo lavorato con alcune classi dell’Itsos, ragazzi e ragazze di 15/16 anni, attenti, curiosi e decisamente attivi. La responsabilità è sempre reciproca, dobbiamo essere in grado di trovare forme e modalità adeguate, farlo anche raccontando la Resistenza senza troppa retorica, in maniera trasparente, senza paura o censure.  Sappiamo anche che noi siamo testimoni “indiretti”, una  sorta di “seconda generazione” di testimoni, e per questo dobbiamo guadagnarci credibilità e autorevolezza, e questa credo sia la sfida più difficile.   

Quindi per rispondere sono convinto che i giovani siano estremamente interessati. E noi lo dobbiamo essere anche di più.

 

A dieci anni dalla morte di Roberto Camerani, cosa è rimasto del suo insegnamento?

Roberto ha svolto un lavoro incredibile, enorme, con una grinta, vitalità e passione che a Cernusco e, credo in tutta la nostra zona, non ha paragoni. Ci ha lasciati una cosa decisiva:il senso di responsabilità. A volte pesa come un macigno, a volte è cosi leggera che ti permette di volare, attraversare mondi e comunicare a tanti e tante. Senza quel senso di responsabilità si fa fatica a diventare adulti. Roberto ci ha permesso di crescere, e nello stesso tempo ti dice garantisci ad altri la stessa possibilità di crescere.  Mi sa che Roberto non ci ha mai lasciati.

 

Ritorniamo alla mostra che l’ANPI ha esposto in BCC e poi in Biblioteca, pensate di poterla proporre nelle scuole e ci saranno delle implementazioni nei prossimi anni?

La mostra è stata visitata veramente da tantissima gente, devo dire sopra le nostre aspettative. Abbiamo accompagnato studenti e nei prossimi mesi sarà in alcune scuole. Va considerata un’opera in movimento, non è statica, è un ottimo punto di partenza per continuare il lavoro di ricerca e conservazione rispetto a quel periodo. La mostra ha permesso all’Anpi di dotarsi di un archivio interessante e organizzato. Il primo obiettivo l’abbiamo raggiunto, ora ragioniamo, tutti assieme, come continuare. Sarebbe bello e storicamente stimolante, approfondire cosa sia stato realmente il fascismo, in particolare anche a Cernusco. Inoltre credo che qualche materiale rispetto al periodo resistenziale con un pò di pazienza ancora si possa trovare.  .

 

                                                                             Intervista a cura di Maurilio Frigerio

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