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HOME > Le Interviste > 27 Aprile 2015

POZZI: “CERNUSCO È CRESCIUTA TANTO,
RISCOPRENDO UNA FORTE IDENTITÀ SOCIALE”

Proseguendo nelle nostre interviste ai consiglieri comunali, questa volta è Daniele Pozzi, nella duplice veste di consigliere e di portavoce cittadino del PD, a rispondere alle nostre domande.

 


Daniele Pozzi

Pozzi fa parte di quella pattuglia di giovani che hanno fatto il loro ingresso in Villa Greppi nel 2012 sull’onda del rinnovamento della classe politica cittadina conseguente alla vittoria elettorale delle liste capeggiate dall’attuale nostro Primo cittadino. I problemi che nell’attuale difficile congiuntura del nostro Paese abbiamo di fronte non sono né pochi né facili, anche a livello locale, ed esigono preparazione, passione e dedizione. Interessante quindi conoscere quanto di tutto questo è già oggi presente nei giovani politici locali.       

Pozzi è nato a Cernusco 27 anni fa. Laurea magistrale in Economia all'Università Cattolica di Milano, lavora nel controllo di gestione di una multinazionale del settore telecomunicazioni con sede a Cernusco. Cresciuto in oratorio, è appassionato di politica da sempre. A 19 anni ha preso parte attivamente alla campagna elettorale che ha portato all’elezione a Sindaco, per la prima volta, di Eugenio Comincini e pochi mesi dopo è stato tra i fondatori del PD a Cernusco. Eletto in consiglio comunale nel 2012 è da poco più di un anno il portavoce locale del PD.

Sull’adesione di Cernusco all’Unione dei Comuni della Martesana i consiglieri PD hanno usato espressioni  piene di entusiasmo, mentre altri nella maggioranza sono stati più cauti. Da cosa nasce questo vostro entusiasmo?

Nasce dalla consapevolezza di aver posato la prima importante pietra di un’innovazione politica e istituzionale che speriamo possa avere effetti concreti positivi sulla vita dei nostri cittadini. Capisco che il tema sulla carta non riesca a scaldare i cuori, in positivo o in negativo, come può farlo un jobs act o la riforma della scuola. Ma vi assicuro che non è facile ripensare il modo di offrire servizi, superare certi campanilismi e creare nuove opportunità per le comunità che siamo stati chiamati a guidare. Pensiamo che unire le competenze e le forze di sei Comuni sia una scelta lungimirante che ci pone in prima fila e in una posizione di vantaggio all’interno di un assetto istituzionale che sta cambiando, ridefinendo i confini e le competenze dei servizi offerti dagli enti locali. Tutta la Città Metropolitana, la Lombardia e anche qualcuno a Roma stanno guardando con interesse e curiosità ciò che stiamo realizzando. Ci aspettiamo risparmi, standardizzazione al rialzo della qualità dei servizi, maggiore capacità di attrarre finanziamenti. E’ una scelta che non guarda a domani, ma a dopodomani. Pensiamo che la politica ha senso se ha la capacità di guardare un orizzonte e vediamo nell’Unione un passo avanti in questa direzione, da qui l’entusiasmo del nostro gruppo.

Della proposta di ampliamento del Centro commerciale Carosello, al momento, non se ne parla più. Ha qualche aggiornamento al riguardo? Nulla è cambiato nella posizione del suo partito?

Non abbiamo altri aggiornamenti oltre a quelli disponibili a tutti i cittadini. La proprietà ha protocollato un progetto molto simile a quello sulla base del quale abbiamo votato l’atto d’indirizzo a luglio (con una modifica solo sulle modalità di miglioramento dell’impianto viabilistico). La posizione del Partito Democratico non è cambiata da allora: abbiamo ragionato molto in quelle settimane e in quelle successive, abbiamo individuato insieme alla maggioranza delle contropartite molto importanti e in linea con il nostro mandato che ci hanno portato a valutare questo progetto come un’opportunità con più benefici che costi. Ora la palla ce l’ha la Regione, che come su altre partite sembra prendere tempo sperando di non decidere. Noi diamo risposte a chi vuole investire sul territorio, la Lega ci faccia sapere se preferisce l’autarchia nascosta dietro un finto ambientalismo.

Un recente rapporto di Assolombarda ha messo in evidenza che la nostra città, per la fiscalità applicata, non è attraente per le nuove imprese. Al riguardo, non pensa che l’amministrazione comunale dovrebbe  cambiare qualcosa?

Penso che dato il contesto di scarsità di risorse l’amministrazione comunale abbia già cercato di fare qualcosa (si pensi alla diversa ripartizione della TARI tra privati e aziende). Tutto è migliorabile e ci piacerebbe fare di più per rendere il nostro territorio più attrattivo per imprese e nuove opportunità di lavoro, ma non è facile trovare le risorse in questi anni di spending review in cui si è già dovuto operare pesantemente con tagli e risparmi sulla spesa corrente. Mi permetto anche di sottolineare che i dati di Assolombarda vanno letti considerando altre variabili: il peso del fisco locale è più basso nei comuni più piccoli e distanti da Milano e più alto in quelli di grandi dimensioni e più vicini al capoluogo, che guida la classifica con la maggior pressione fiscale. Come a dire: il fisco è una parte importante della capacità attrattiva di un territorio, ma non è tutto. Cernusco è un grosso comune alle porte di Milano, ben collegato e con servizi che altri Comuni limitrofi non hanno. La crisi si sente anche qui e vorremmo tutti fare qualcosa di concreto per aiutare le imprese e i commercianti, ma cerchiamo di misurare tutte le variabili in campo.

La cessione del ramo di azienda dell’igiene ambientale dalla Cernusco Verde srl al CEM spa di Cavenago Brianza porterà vantaggi ai cernuschesi?

Quando pensiamo ai vantaggi di un’operazione come questa, dobbiamo considerare anche il costo opportunità di mantenere lo status quo. Più di un anno fa l’amministratore unico di Cernusco Verde ha riferito ai consiglieri la situazione e le prospettive future dell’azienda. Il tempo dei giocattoli privati è finito, non è più sostenibile. CEM è un’azienda a partecipazione pubblica sana, solida ed efficiente; è un consorzio che può puntare su economie di scala importanti, offre un ottimo servizio ai Comuni che ne fanno parte e non disdegna interessanti sperimentazioni su nuove modalità di offerta. Ci tengo anche a sottolineare che la soluzione perseguita riesce a salvaguardare i posti di lavoro di Cernusco Verde e che l’impegno nel valorizzare il suo capitale in questi anni ci dovrebbe permettere di entrare in CEM con la sola cessione del ramo senza oneri aggiuntivi.

Ritiene che, a livello comunale, ci siano ancora possibilità di intervento per  ridurre la spese corrente, a beneficio di una diminuzione dei tributi a carico del cittadino?

A questa domanda potremo rispondere meglio nelle prossime settimane quando andremo ad analizzare nel dettaglio il consuntivo del 2014. I migliori interventi sulla spesa corrente non si realizzano con tagli lineari di tremontiana memoria, ma con investimenti che producono risparmi nel medio termine: un esempio è il riscatto dei punti luce da ENEL, che non abbassa la bolletta del Comune da un giorno all’altro e anzi richiede un investimento iniziale, ma crea una spesa strutturalmente diversa, molto più bassa, nell’arco di qualche anno. Ricordo che i risparmi e i tagli alla spesa si sono succeduti costantemente anno dopo anno riuscendo a mantenere alta la qualità dei servizi offerti. Non mi piace far promesse da marinaio, non dirò mai “l’anno prossimo pagheremo tutti meno” sapendo che altri tagli sono in previsione per il 2015. Dico, anche se so che è difficile da accettare, che è già stata un’impresa riuscire a mantenere la pressione fiscale ai livelli attuali. E dico che l’impegno sull’abbassare i tributi a carico di cittadini e imprese è sempre stato un obiettivo di questa maggioranza e del PD in particolare. Lavoriamo giorno per giorno affinché questo obiettivo possa concretizzarsi ai primi accenni di ripresa e grazie agli interventi strutturali sulla spesa già effettuati.

Si parla di Cernusco come città del raviolo, della mobilità sostenibile, dell’innovazione. A suo parere quale immagine potrebbe caratterizzare la Cernusco del futuro?

Ho in mente una famiglia che vive la città a 360 gradi. Una famiglia che si muove in sicurezza durante la settimana, tra scuola e lavoro, e nel weekend, tra spesa e tempo libero; una famiglia che gode degli spazi verdi e fruibili, della cordialità e della qualità dei nostri commercianti, delle occasioni di incontro e di confronto culturale; una famiglia che trova naturale impegnarsi nelle tante realtà a valore aggiunto della città, dagli oratori alle associazioni sportive. E perché no, una famiglia che si gusta un raviolo per cena!

Credo che si debba proseguire in questa direzione, sperimentando soluzioni innovative con un’attenzione particolare ai risvolti sul tessuto sociale che caratterizza la nostra città, che è cresciuta tanto riuscendo però in questi anni a riscoprire una forte identità sociale.

Prenderà avvio nei prossimi mesi  la costruzione del nuovo polo scolastico oppure Comincini perderà nuovamente la scommessa?

Tutta la città vincerà questa scommessa, ne sono sicuro.

Quando parla con i suoi coetanei di politica, quali reazioni nota?

Reazioni anche molto diverse: c’è sicuramente chi è scoraggiato e deluso dalla politica, ma c’è anche chi riconosce a questo Governo almeno lo sforzo di portare in Parlamento riforme di cui si è parlato per anni senza muovere un dito. Noto che si parla poco di articolo 18 e molto di accesso al mutuo e di reddito netto in busta paga e sono sempre più convinto che questa stagione politica potrà dire di aver lavorato bene se darà risposte in questo senso. Quando parlo con gli amici cerco poi di portare la discussione oltre i titoli dei giornali, di approfondire la conoscenza e la consapevolezza di temi a volte molto complessi. La reazione positiva che noto sempre è quella di chi è portato a farsi un’opinione perché un post di tre righe su facebook è stato scritto per prendere qualche “mi piace” ed è invece ben contento di rimettere in gioco quell’opinione alla luce di qualche approfondimento in più.

In queste settimane, in diverse città e regioni, in occasione delle prossime elezioni amministrative, vediamo i partiti attraversati da laceranti divisioni. Com’è cambiato, in questi ultimi anni, il modo di fare politica a livello locale?

I partiti sono sicuramente cambiati un po’ per scelta e un po’ per necessità: non ci si può più aspettare centinaia di tessere e un coinvolgimento totalizzante dei cittadini. La politica anche locale deve trovare nuove forme di partecipazione, di selezione della classe dirigente, di guida della propria comunità. Bisogna dare grande valore al volontariato delle persone che decidono di impegnarsi, che rinunciano al proprio tempo libero tra lavoro e famiglia: nel calderone dell’antipolitica questo aspetto spesso non è preso in considerazione. Io nel mio piccolo sono contento e orgoglioso di un partito che da un lato è riuscito a mantenere un minimo di struttura organizzativa, un rapporto costante con gli eletti e una buona base di iscritti e simpatizzanti e dall’altro a intercettare nuove forze giovani e donne, idee e innovazioni. E’ importante dare messaggi chiari, comprensibili e riuscire a trovare una mediazione tra il cambiamento etico giustamente richiesto e la superficialità di certi attacchi indiscriminati alla politica.

La contrapposizione che vediamo nel PD a livello nazionale è presente anche nel circolo cernuschese?

Non in questi termini, anche perché non avrebbe senso replicare in una discussione locale le stesse contrapposizioni che ci sono sul’Italicum. Certo, non abbiamo convinto il 47% dei Cernuschesi alle ultime Europee pensandola tutti allo stesso modo e ci sarà sicuramente qualcuno che storce il naso più di altri leggendo i giornali in questi giorni. Non vedo però al momento divisioni drammatiche al di fuori della normale dialettica presente in un partito a vocazione maggioritaria. Vedremo nelle prossime settimane se le divisioni nazionali avranno ripercussioni sulle valutazioni personali di alcuni singoli: io mi auguro di no.

Dovendo convincere una persona a venire ad abitare a Cernusco quali argomenti utilizzerebbe?

Penso che non sia necessario aprire bocca, basterebbe accompagnare questa persona nel nostro centro storico, o in uno dei parchi che circondano la città, o a un evento organizzato dalle tante associazioni del territorio: farle vivere la città per una settimana insomma. So che rischiamo di fare sempre la figura dei Cernuschesi spocchiosi, ma è un dato di fatto che la nostra città offra una qualità della vita molto alta e non è un caso che da anni ormai molte persone decidano di trasferirsi qui.

Soddisfatto dell’ultima Fiera di San Giuseppe?

Molto, credo che sia una delle meglio riuscite degli ultimi anni. Mi è piaciuta la percezione di un forte senso di Comunità e la capacità di portare avanti una politica di marketing territoriale che unisce tradizione e innovazione. E’ stato bello riscoprire la nostra storia e contestualizzarla ai giorni nostri: credo che sia stato un successo apprezzato da tutti i Cernuschesi e non solo.

Se chiedessero al nostro Comune di accogliere un gruppo di immigrati, come risponderebbe?

Che anche nel nostro piccolo non possiamo tirarci indietro nel tendere una mano a fratelli e sorelle spesso in fuga da zone di guerra. Papa Francesco e il Presidente Mattarella hanno ben ricordato in questi giorni la necessità di un impegno su questo fronte, a favore di esseri umani in cerca di felicità. Le tragedie del Mediterraneo devono toccare nel profondo la nostra umanità e avere un’attenzione ben più lunga di un servizio al telegiornale. Certo, bisognerebbe capire le strutture e le risorse disponibili e mi piacerebbe che l’accoglienza forse ordinata, coordinata e condivisa su tutti i Comuni, ma sul merito non ho alcun dubbio. 

Infine, la domanda che facciamo sempre a chi intervistiamo: c’è qualcosa che la Comunità pastorale potrebbe fare e sinora non ha fatto per la nostra città?

Sì, continuare a porsi questa domanda, che non è per nulla scontata. Riprendo una citazione abusata di John F. Kennedy, che nel suo discorso di insediamento disse: “Non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese”. Viviamo in tempi di facili commenti sui social e di difficili relazioni umane, di diritti presunti con zero doveri. L’impegno civile di attenzione alla città della Comunità pastorale è una voce fuori da questo coro: continuate semplicemente a farla cantare.

Cernusco sul Naviglio, 4 maggio 2015

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