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HOME > Le Interviste > 23 Febbraio 2015

RADAELLI: PER RIDARE FIDUCIA SERVONO
“AUTOREVOLEZZA, RELAZIONE, ESEMPIO”

“Mi fido – ci ha detto Danilo Radaelli (Sinistra per Cernusco) - perchè riconosco una competenza, una relazione umana sana e una coerenza tra quello che dici e quello che fai” Così potremo “ricostruire un tessuto sociale positivo”.

Nell’alternanza di interviste tra esponenti della maggioranza e della minoranza che siedono sui banchi del consiglio comunale, questo mese diamo spazio a Danilo Radaelli (Sinistra per Cernusco) alla sua prima esperienza politica in Villa Greppi. Lasciamo che sia lui stesso a presentarsi : “Sono nato a Milano l’11 maggio 1976, da madre salentina e padre di Cernusco. Mi sono laureato in Lettere nel 2001 e da oltre quindici anni lavoro in campo educativo, come educatore e facilitatore linguistico, nelle scuole e nei quartieri di Milano e provincia, convinto che l’incontro e l’ascolto tra generazioni e tra culture differenti, siano la base della convivenza civile e umana di ogni comunità. Da circa tre anni inoltre sempre come educatore mi occupo di rifugiati e richiedenti asilo.”


Danilo Radaelli

Radaelli poi aggiunge che è anche “i fondatori di Operazione Cachoeira de Pedras, associazione che si occupa di cultura, pace, memoria, stili di vita, ambiente, decrescita e soprattutto di solidarietà internazionale” e “presidente dell’ANPI di Cernusco sul Naviglio, con cui da anni abbiamo avviato un percorso di recupero e valorizzazione della memoria della Resistenza.” Concorre a tracciare il suo profilo umano e politico: “l’amore per la bicicletta, la storia, la Costituzione italiana e la musica popolare.”

Partiamo dalla stretta attualità. La lettera di minacce spedita al dirigente dell’Area Tecnica del Comune è un segnale preoccupante. Qual è stata la sua prima riflessione su questa vicenda? 
L’Italia è un Paese in cui cultura, linguaggio e stile mafioso sono estremamente diffusi, e possiamo e dobbiamo dirlo con molta sincerità ormai  anche al Nord. Trovo gravi e intollerabili episodi di questo genere,  all’architetto Marco Acquati va la mia più totale solidarietà e l’invito a continuare con la stessa caparbietà e trasparenza il suo operato. La cultura mafiosa, la cultura della minaccia e della sopraffazione sono quanto di peggio e dannoso esiste nel nostro Paese.

È ormai imminente la chiusura del “Punto nascite” dell’Ospedale Uboldo: al riguardo ritiene che l’amministrazione comunale abbia fatto tutto il possibile per impedirla?
La responsabilità di questa chiusura è soltanto di Regione Lombardia, che ha trattato male i cittadini, i lavoratori e anche i sindaci dei comuni dell'Azienda ospedaliera di Melegnano. Prima ha deliberato senza alcun confronto, poi ha dato i compiti a casa alle amministrazioni locali, dopodiché non ha più detto una parola. È vergognoso! Ancora più intollerabile il fatto che non siano state  prese in considerazione le proposte di riorganizzazione dell'intero sistema socio-sanitario della nostra zona predisposte dai sindaci e dalle rappresentanze sindacali, provviste di quella visione d'insieme che garantirebbe maggiore efficacia e l'azzeramento dello sperpero di denaro pubblico che la Regione ha causato sino ad oggi. In questa vicenda ci stanno rimettendo le famiglie, il personale dell'Azienda ospedaliera e la sanità pubblica in generale. È ormai chiaro che il prossimo passo potrebbe essere la chiusura anche del Punto nascite di Melzo, perché l'obiettivo di 1.000 parti/anno sarà quasi irraggiungibile. Complimenti a Maroni e alla Lega!  

Successivamente all’approvazione dell’atto di indirizzo, la richiesta di ampliamento del Centro commerciale Carosello ha avuto ulteriori sviluppi, con prese di posizione anche molto critiche sul progetto. È cambiata la sua valutazione in merito?
Dal punto di vista formale siamo fermi al luglio scorso e la nostra posizione non è cambiata: vogliamo vedere un progetto preliminare completo e poi sapere che intenzioni ha la Regione. Anche la sentenza del TAR sul ricorso di Eurocommercial (proprietaria del Centro Commerciale Carosello, ndr) in merito al triangolo verde tra tangenziale, cava e centro commerciale, non cambia la situazione: in quell'area non si costruirà nulla, nemmeno il nuovo svincolo inizialmente ipotizzato dalla società. Ora ci aspettiamo che la Regione dica qualcosa e che non resti in silenzio come per il Punto nascite dell'Uboldo. C'è una mozione contraria all'ampliamento approvata dalla maggioranza di Maroni in commissione attività produttive? È questa la posizione ufficiale? Qualcuno ce lo dica, ma basta con questo atteggiamento pilatesco o con i giochetti di palazzo!

A sostegno delle famiglie in difficoltà, a causa della perdurante crisi economica, il Comune non dovrebbe fare di più?
È evidente che non si fa mai abbastanza, ma le condizioni attuali in cui versano i Comuni lasciano pochi margini di manovra. Per quanto riguarda Cernusco le cito soltanto tre esempi concreti di quanto fatto, oltre ai bandi contro la crisi degli anni passati: tasse sulla casa invariata, affitto concordato e protocollo sul lavoro sottoscritto da nove comuni della Martesana. Proprio quest'ultimo rappresenta a mio avviso la vera risposta alla crisi, perché si pone l'obiettivo di creare nuove e buone opportunità di lavoro, salvaguardando le attività produttive esistenti e gettando le basi per aprirne di ulteriori.  

La gestione in forma associata dei servizi è la nuova frontiera per i Comuni?
Diciamo che nella nostra zona ormai da anni si sperimentano forme diverse di collaborazione tra Comuni. Basta pensare alla costituzione del “Tavolo permanente di coordinamento sullo sviluppo delle politiche attive del lavoro” nel 2009 o anche al Parco Est delle Cave, frutto dell'incontro di 5 Comuni che autonomamente hanno deciso di costituire questa “grande opera” verde. Questa è la giusta direzione di marcia. Ora si tratta di verificare se l'Unione (dei Comuni, prossima a essere deliberata dai singoli Comuni che vi aderiranno, ndr) sia la risposta migliore per funzioni fondamentali come le politiche sociali, la polizia locale o altre ancora. Secondo noi sarà necessario monitorare attentamente quella che consideriamo come una fase sperimentale e soprattutto mettere a punto strumenti che garantiscano la partecipazione dei cittadini al funzionamento di questo nuovo ente di secondo livello.  

All’interno dell’attuale maggioranza che sostiene la Giunta Comincini c’è qualche provvedimento che, in questo secondo mandato, rivendica in modo particolare alla sua lista?
In moltissimi provvedimenti e azioni c'è qualcosa della nostra sensibilità: dal protocollo sul lavoro, all’ampliamento del  Plis (Parco delle Cave, ndr),  dal piano di diritto allo studio al patto  per la scuola, e tanti altri esempi. Per utilizzare una metafora culinaria, un buon piatto è un mix ideale di prodotti di qualità, ognuno con la propria certificazione e la propria storia. Io personalmente prediligo prodotti sani e genuini.   

Di Bilancio partecipato - pur con i timidi tentativi fatti con il suo precedente collega di partito, che ne aveva la delega - ora non se ne parla più: perché?
Il progetto di bilancio partecipato è tutta farina del sacco di Ermes Severgnini, il mio predecessore sui banchi del consiglio comunale. A lui va il grande merito di aver avviato un percorso virtuoso, che però non è stato pienamente assunto dalla nostra maggioranza e dalla macchina comunale. Credo che il percorso vada compreso, ripreso e ampliato, perché in una fase in cui le risorse sono sempre più ridotte, diventa fondamentale la massima condivisione delle scelte sulle spese da intraprendere.  

L’attuale maggioranza consigliare non soffre forse per la mancanza di una minoranza con una chiaro e alternativo progetto di gestione della cosa pubblica?
Non è la maggioranza a soffrirne, ma il dibattito pubblico e l'intera comunità locale. Manca qualcuno che sappia fare un'attenta attività di controllo sugli atti, che sappia avanzare concrete proposte alternative o che si voglia sedere intorno a un tavolo per discutere di come affrontare un problema. Troppo spesso invece vedo scarso interesse per l'attività istituzionale e poca preparazione. Il risultato è l'assenza di un vero dibattito o il frequente ricorso di qualcuno alla scorciatoia della denigrazione dell'avversario.

Il neoeletto Presidente della Repubblica ha detto che “per la nostra gente, il volto della Repubblica è quello che si presenta nella vita di tutti i giorni: l’ospedale, il municipio, la scuola …” e ha aggiunto: “mi auguro che negli uffici pubblici e nelle istituzioni possano riflettersi, con fiducia, i volti degli italiani”. Come costruire o consolidare questo rapporto di fiducia, anche nella nostra Cernusco?
Innanzitutto all’elenco mi permetterei di aggiungere il sindacato e i partiti, organizzazioni che ritengo fondamentali nella vita sociale. Per consolidare questo rapporto credo che siano fondamentali tre elementi: l’autorevolezza, la relazione e l’esempio quotidiano. Mi fido perchè riconosco una competenza, una relazione umana sana e una coerenza tra quello che dici e quello che fai. Se teniamo ben presenti questi elementi possiamo ricostruire un tessuto sociale positivo, che in questi anni di dominio assoluto del mercato si è incrinato.   

Lei è anche presidente della sezione cernuschese dell’ANPI: le giovani generazioni sono sensibili ai valori della Resistenza?
L’Anpi di Cernusco in questi anni ha svolto un lavoro incredibile di ricerca, conservazione e trasmissione della memoria. Un triplice movimento dovuto alla serietà e l’impegno di un ottimo gruppo di lavoro. Memoria che per noi è sinonimo di coscienza civile, di educazione civile. E  per rispondere alla domanda Le faccio un esempio: da circa tre anni, all’interno del piano di diritto allo studio, proponiamo un laboratorio teatrale nelle scuole medie inferiori. Un progetto impegnativo che grazie alla professionalità dell’attrice Arianna Scommegna ha dato frutti eccezionali, con un coinvolgimento e un impegno da parte dei ragazzi/e veramente emozionante e di alto livello. Quindi  mi permetto di ribaltare la domanda: quanto la società degli adulti è sensibile ai temi della Resistenza?

E allora le chiediamo: quanto lo sono gli adulti?
"Credo che l'Italia abbia un rapporto difficile con la memoria. Rimozione e revisione sono elementi più diffusi di quanto crediamo. Quante volte abbiamo sentito nella quotidianità "ci vorrebbe ancora una marcia su Roma". Ho molto apprezzato che la prima visita del nuovo Presidente sia stata alle Fosse Ardeatine, là dove è nata la nostra Costituzione.

La bicicletta è il suo inseparabile mezzo di mobilità: Cernusco è sicura per i ciclisti? Di quali  incrementi e miglioramenti avrebbe bisogno la rete attuale di piste ciclabili?
Innanzitutto pedalare, pedalare, pedalare. C’è un lavoro culturale-educativo fondamentale, far capire che la bicicletta è il mezzo del futuro, soprattutto in un’area metropolitana come la nostra, densamente popolata e totalmente in piano.  Più volte in consiglio comunale ho lanciato l’ipotesi di caratterizzare Cernusco come “La città della bicicletta”, costruendo un progetto di coinvolgimento ed elaborazione rispetto a questa tematica. Più salute, più lavoro e decisamente meno stress. Credo che molto sia stato fatto e, come per ogni cosa, molto si possa ancora fare. Io do la mia disponibilità, mi piacerebbe che qualcuno possa raccoglierla.

Infine la domanda che facciamo sempre a chi intervistiamo: c’è qualcosa che la Comunità cristiana potrebbe fare e sinora non ha fatto per la nostra città?
Più che consigli preferisco usare tre immagini: il Papa che incontra i movimenti sociali, le mani di don Sandro segnate dal lavoro e il ragazzo buddista che viene dal lontano Oriente,  entra in chiesa  per pregare e viene accolto nelle sue differenze. 

Cernusco sul Naviglio, 23 febbraio 2015

 

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