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VIA CRUCIS: “AFFASCINATI DALLA TENEREZZA
E DALLA MISERICORDIA DI GESÙ”

Il Prevosto: “Il Signore ci insegna a cercare ciò che è buono e bello e se vediamo anche qualche difficoltà a trasformarle in occasione per comprendere di più, per perdonare di più gli altri.”

 

Il secondo cammino della Via Crucis, che nei venerdì di Quaresima la Comunità pastorale propone a tutti i fedeli, ha preso avvio da via Madre Teresa di Calcutta, lo scorso 6 marzo, per poi snodarsi per le strade del quartiere residenziale ad est della città e concludersi nella chiesa parrocchiale della Madonna del Divin Pianto. Un’aria gelida ha accompagnato i partecipanti – alcune centinaia – che alternando letture, invocazioni, preghiere e canti hanno meditato la passione e morte di Gesù.

“Questa sera abbiamo ascoltato le pagine della passione di Gesù tratte dal Vangelo secondo Luca – ha detto don Ettore Colombo, prevosto della città e responsabile della Comunità pastorale Famiglia di Nazaret, nella meditazione finale - che mettono in luce la tenerezza, l’attenzione e la misericordia di Gesù per ogni personaggio che incontra nel suo cammino verso la croce.” Ha quindi proposto alcuni esempi.

Gesù è attento anche ai suoi nemici - “Gesù quando viene arrestato guarisce l’orecchio di un soldato a cui era stato staccato dai suoi discepoli. E questo ci dice quanto Gesù è attento anche ai suoi nemici.” Poi don Ettore ha parlato di Pietro: “Quando Pietro lo rinnega, Gesù ha per lui uno sguardo attento: guardandolo e fissandolo con occhi carichi di misericordia e compassione. Pietro si accorge di questo fatto e piange il suo gesto.”

La tenerezza e misericordia di Dio fa nuove tutte le cose - “Gesù attraverso la scelta di dare la sua vita per gli uomini – ha quindi proseguito don Ettore - riconcilia tutto a sé e diffonde attorno a Lui quella tenerezza e misericordia di Dio che fa nuove tutte le cose. Anche sulla croce trova parole di perdono per i suoi crocifissori e una parola di speranza – ‘oggi sarai con me in Paradiso’ – per il ladro che si affida a Lui.” E “alla fine, tutta la passione si conclude con la figura di Giuseppe d’Arimatea, uomo buono e giusto, quasi immagine del discepolo che dopo aver visto Gesù comportarsi in questo modo non può far altro che vivere i suoi stessi sentimenti.”

Vedere il bene e saper trasformare il male in bene - Il prevosto ha quindi invitato a chiedere al “Signore, vivendo l’esperienza della Via Crucis, innanzitutto di rimanere affascinati e coinvolti dal mistero della sua misericordia, della sua tenerezza, della sua attenzione e cura che ha verso di noi. Chiediamo poi di saper effondere questa misericordia, affabilità, capacità di vedere il bene, di trasformare il male in bene, anche dentro la nostra vita quotidiana, nelle nostre famiglie, nel nostro ambiente sociale, nella nostra realtà ecclesiale.”

Un mondo litigioso e frammentato - L’ultima riflessione è stata sul “mondo spesso litigioso, frammentato, in cui viviamo”, “un mondo che non è capace di mettersi in ascolto dell’altro, che va sempre alla ricerca di ciò che non è bello, non funziona, non va bene, pronto a denigrare e a sconfiggere l’avversario. Il Signore nel mistero della sua passione ci insegna invece a cercare ciò che è buono, bello e se vediamo anche qualche difficoltà a trasformare queste difficoltà in occasione per comprendere di più, per perdonare di più gli altri.”

Prossimo appuntamento per la Via Crucis, per venerdì 13 marzo, alle ore 21,00, in via Amendola (zona viale Assunta), con arrivo alla chiesa Parrocchiale di San Giuseppe Lavoratore.

Cernusco sul Naviglio, 9 marzo 2015

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